4. La vita quotidiana di una donna libera

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Il cellulare di Ginevra continuava a vibrare sul letto, mentre lei desiderava solo dormire. Possibile che dovessero importunarla così anche di domenica mattina?

Le stava scoppiando la testa e decise di non rispondere a nessuno, buttando l'aggeggio infernale sul divano nell'altra stanza.

Spegnerlo e dover rispondere a un milione di messaggi in segreteria, che non era riuscita a disattivare, sarebbe stato molto peggio; il telefono continuò a disturbare, ma lontano dal suo meritato riposo.

Il buio della camera si trasformò in una luce abbagliante che filtrava dalle finestre del soggiorno, riflettendosi sul pigiama di raso.

Il suo tocco leggero accarezzava il corpo, mostrando i contorni sodi delle forme. Si stiracchiò allungando le braccia ed evidenziò qualche secondo l'addome, dove una pietra preziosa decorava l'ombelico. Avrebbe voluto riprendere a riposare, ma ormai era in piedi e sveglia.

«Cinquanta notifiche in meno di due ore, ma siete pazzi?» affermò strisciando con il pollice sullo schermo e a parte qualche applicazione, che le aveva inviato l'oroscopo o il consiglio di benessere del giorno, tutto il resto erano messaggi su social e chat.

I compagni di liceo stavano postando foto e commenti sull'evento trascorso della sera prima, intavolando una discussione dietro l'altra che le riempivano le orecchie di incessanti allarmi, talvolta molto prolungati.

Sentendo quei brividi tra le mani, le venne in mente un'idea un po' particolare, come era nel suo stile. Provò a dare un contributo e scrisse una frase molto piccante nella bacheca del gruppo; poi sorrise da furbetta, aspettando che si ripresentassero le scosse.

Abbassò il cellulare sopra l'intimo e usandolo come un dildo a sua disposizione, si diede un fantastico buon giorno.

La domanda: "chi di voi ha scopato?" digitata in modo eloquente cominciò a far muovere le dita di quei leoni da tastiera che in pochi secondi risposero spavaldi uno di seguito all'altro, mandandola in estasi.

Dopo qualche tempo, però, cominciarono a diminuire e rimase in sospeso senza raggiungere l'orgasmo; delusa anche da quel gioco, tornò a letto.

«Grazie ragazzi per questa inusuale orgia» sussurrò allegra, rigirandosi sul lenzuolo fresco di lavanda e poi rivoltò gli occhi verso il soffitto, allargando le braccia.

«Valerio e Martino» aspirò i loro nomi, mordendosi le labbra; poi riprese il telefono, asciugandolo dai suoi liquidi umorali e diede inizio alla lettura delle altre notifiche. I numeri che si ripetevano erano sempre gli stessi e capì che si trattava delle sue conquiste.

Provò ad ascoltare uno dei messaggi vocali, tanto per avere conferma che le azioni avessero avuto l'effetto sperato.

-Ciao bellezza, sono Valerio. Ci siamo visti e... assaggiati qualche ora fa. Dove sei? Ti sto cercando ovunque. Fatti viva presto, già mi manchi. Hai un sapore buonissimo, non sai che farei alla tua fichetta con il mio super cazzo, l'hai sfiorato no? Sono venti centimetri di piacere, tutti per te. Rispondimi, ho bisogno delle tue labbra... e intendo tutte-

«Che potenza erotica, sì sei proprio tu, bel moretto dagli occhi di ghiaccio. Felice di sentirti» rise rotolandosi nel letto e senza rispondere al messaggio, poi cliccò sull'altro di seguito, quasi sicura che fosse il biondo.

-Principessa della notte, dea dell'amore. Sono Martino. Perché mi hai lasciato così dopo aver solo assaporato i tuoi frutti più dolci? Ti prego torna da me, saprò darti una felicità mai provata prima. Fatti amare fino in fondo, donami ancora il tuo corpo e ti saprò rapire l'anima-

«Un tocco di poesia davvero dolce e sensuale, sei come le canzoni che ho ascoltato. Direi che sono entusiasta anche di te» concluse la ragazza e sempre evitando ogni replica, si tenne per sé quelle emozioni.

BIANCO NERO ROSSO [ESTRATTO] (pubblicazione completa su AMAZON)Where stories live. Discover now