1. Midnight

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I miei occhi scavavano in profondità su quello che sembrava un semplice paesaggio notturno,ma dentro di me sapevo che non c'era solo quello.

Trovarsi alle undici di sera in una stazione ferroviaria era normale, ma che fosse vuota non lo era affatto.

Era come se tutti fossero spariti, pure dei dipendendi non c'era l'ombra.

Quel giorno sarei dovuta partire per New York per proseguire i miei studi all'università, ma pareva essere tutto uno scherzo del destino, o forse quella mattina avevo letto troppi libri horror.

Era sicuramente per quello.

Qualche fiocco di neve gelato mi si posava sulla pelle, facendo aumentare in me una terribile sensazione di freddo.

Infilai le mani nelle tasche del giubbotto,pregando in vano che il treno arrivasse,ma non fu così.

Di tanto in tanto il vento mi pungeva la pelle,accrescendo in me un'unica domanda : Ma perché sono ancora qui?

La sera precedente avevo preparato tutto l'occorrente per partire, e mi ero informata a lungo, leggendo diverse volte che quella sera la stazione sarebbe stata aperta.

Doveva essere vero,non era logico contraddire le regole.

Decisi finalmente di andarmene,ma era come se qualcosa mi impedisse di farlo o...qualcuno.

Era proprio così : mi sentivo osservata.

Dei rumori di passi alleviarono questo pensiero,finalmente c'era qualcuno a cui poter chiedere delle spiegazioni.

Mi voltai in cerca dell'artefice di quei passi,ma l'unica cosa che vidi fu un foglio di carta svolazzare per la strada.

Presi la valigia irritata,feci per andarmene,ma sentii un peso sporgersi dietro di me.

Un braccio mi circondò i fianchi,mentre l'altro coprirmi la bocca,facendo sì che la mia testa sprofondasse sul tessuto freddo di quel corpo,probabilmente quella persona indossava un giaccone di lana.

Rabbrividii di colpo,non capendo più niente.

La mano sulla mia bocca si spostò verso il mio collo e subito sentii la mia pelle venire a contatto con una superficie metallica e pungente,un coltello.

Avrei voluto gridare,ma le urla si erano nascoste negli abissi della mia gola e non avevano intenzione di uscire.

Il coltello iniziò a premere contro di me,ma poi la presa allentò.

Non seppi mai il perché,ma da quel momento in poi sprofondai in un sonno profondo.

Sì, forse ero svenuta.

***

Aprii gli occhi con una fatica incredibile,ero legata e un nastro adesivo mi bloccava le labbra.

Me ne stavo sdraiata quasi del tutto sul sedile anteriore di un'auto,forse quella dello strano personaggio che poco prima mi aveva bloccata, e con rabbia pensavo a cosa mi stava succedendo.

Ero schiacciata contro il finestrino e non vedevo altro che buio, attenuato in alcuni tratti dai modesti lampioni sullo sfondo.

Non sapevo esattamente dove mi trovavo,ma di certo il veicolo non era diretto al mio college.

Tentai di urlare,ma mi uscì solo un suono strozzato e impaurito.

- È sveglia. -  Commentò qualcuno.

Mi voltai e questa volta vidi due persone,sedute proprio accanto a me.

Erano palesemente inquietanti: una di esse teneva in mano due accette e aveva il volto coperto da una sciarpa nera - o qualcosa del genere - e un paio di grossi occhiali gialli,l' altra pareva un pagliaccio appena uscito da un film dell'orrore.

Kill me or not? || Ben DrownedWhere stories live. Discover now