Capitolo 1

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10:36 a.m.

Sono qui, seduta su una morbida poltrona bianca a discutere del cotratto per la pubblicazione del mio libro con due uomini dannatamente sexy e affascinanti. Ne ho visti di uomini, tanti, ma mai come loro. Quello che più mi intriga è quello seduto a sinistra: Evan Metthew.   Un uomo di classe devo dire. Alto circa 1.90 m, muscoloso, capelli neri tirati indietro con gel e occhi grigi che mi scrutano profondamente. Mi mette un po' di agitazione, ma non voglio darlo a vedere. Non fa per me, io sono Alyssa. Sono io che metto soggezione agli uomini, io che li faccio cadere ai miei piedi ed io che me li scopo.                                  Quello a destra è diverso: occhi castani, capelli biondo scuro, muscoloso quanto basta e alto più o meno come Evan. Sono sicura che a letto sono unici.
-Allora, signorina...-cerca il mio nome su di un foglio-Alyssa mi parli del suo libro.-
-Il mio è un libro erotico. Parla di una ragazza che ha passato una vita difficile. All'età di sei anni viene abbandonata dal padre, che lascia la moglie giovane con questa piccola bambina senza alcun soldo. Dopo due anni la madre si ammala di tumore al cervello e muore lasciando sola la figlia con un vuoto incolmabile. La ragazza è povera, vive in un piccolo monolocale ed è costretta a fare più lavori per mantenersi. Un giorno, mentre era in servizio come cameriera, incontra un uomo. Un affascinante proprietario della più grande catena alberghiera di Manatthan. Lui la corteggia e le fa una proposta: andare a vivere da lui in cambio di favori sessuali. La ragazza si ritrova in difficoltà, non sa se accettare.. È giusto donare il proprio corpo in cambio di una casa sicura, un quartiere sicuro, di cibo, acqua, medicine, ecc..? Si risponde dicendo che se non avesse accettato sarebbe stata sfrattata da quel buco in cui vive e che se non avesse accettato sarebbe morta subito per quanti pochi soldi e molti debiti aveva. Per strada si potrebbe morire di fame, di freddo o ammazzata da qualche serial-killer. Così accetta. Viene violentata, stuprata e minacciata di non proferire parola o sarebbe ritornata alla vita pericolosa e marcia di prima. Ma nulla è paragonabile alla libertà che una donna vuole avere. Quindi decide di scappare, il più lontano possibile dove nessuno dove nessuno la piò trovare e riconoscere. In Irlanda, dove conosce un altro uomo. Questa volta conosce un uomo tranquillo, bello simpatico, un uomo che sembra tenere alla sua vita, alla sua salute e alla sua felicità. Se ne innamora fin da subito. Un sentimento profondamente ricambiato. Così decidono di sposarsi e di avere ciò che quasi tutti gli uomini e le donne sognano di avere: i figli. Quindi la storia termina co un lieto fine.-Evan sembra realmente interessato aquello che ho da dire, lo noto da come mi guarda.
-È una storia triste.-constata.
-È una storia vera.-  lo vedo un po' scosso da questa mia affermazione.
-Per me è una buona storia, potrebbe essere un buon frutto di grossi guadagni. Che ne pensi Jace?-
-Non saprei..voglio dire è un libro erotico e noi non trattiamo questo genere di libri.-è disinteressato e questo mi fa un po' incazzare.
-È un potenziale libro erotico! Ci sarebbero grossi guadagni per lei e per me. Sarebbe un giusto trampolino di lancio per una scrittrice come me.-
-Perchè? Chè scrittrice è lei, signoria Jefferson?-
-Non credo, signor Jace, che le possa interessare la mia vita privata. La devino interessare i miei libri, sono loro che contano. Non io.-Evan mi fissa, credo voglia capire come sono fatta e qual'è il mio obbiettivo.
Jace apre la bocca per replicare, ma viene interrotto dalla voce del suo socio: -La storia verrà pubblicata dalla Penguin, sono sicuro che ne resteremo molto contenti dai fritti che ne ricaveremo.-
-Voglio il 40% della vendita per ogni singolo libro.-riferisco
-Cosa?-Jace rimane sbalordito dalla mia proposta e mi guarda con occhi strabuzzati. Sembra incazzato e scioccato. Evan invece sembra divertito dalle reazioni che faccio uscire al suo amico, nonchè socio coglione.
-Sognorina Jefferson, temo che questa proposta sia inaccettabile. La Penguin ne ricaverebbe poco e niente.-
-Sono stata io a scrivere il libro e quindi a fare il lavoro grosso. Vi ho già detto che la storia è ottima e originale. Voglio il 40%.-
-Le propongo il 30%  della vendita.-Jace lo guarda torvo. E' un'ottima offerta. Ma voglio di più.
-Non esiste! Potrei proporlo anche in un'altra casa editrice.-faccio notare.
-Non ce n'è bisogno, Alyssa . Le faccio un'altra proposta: il 35%.-
-Bene, è andata! Ah, un'altra cosa..vorrei lavorare con lei signor Metthew. Gira voce che lei sia il migliore in questo campo-non mi riferisco solo alla scrittura, provate a immagnare-è così?-
Sembra abbia capito a cosa io stia alludendo, infatti sul suo volto si forma un ghigno malizioso.-Sì, signorina Jefferson. Siamo i migliori in questo campo. Anche il mio socio lo è.>> i nostri sguardi rimangono incatenati l'uno con l'altro per un'eternità. Non parliamo. E come sottofondo si sentono solo gli sbuffi di Jace.
Distolgo lo sguardo e mi alzo dalla poltrona sporgendomi in avanti e lasciando la mia mini-gonna leggermente alzata, riusceno a donargli la vista di buona parte del mio seno e del mio perizoma di pizzo nero. Noto con piacere che i loro occhi hanno captato ogni minimo dettaglio, lo si capisce dalla loro agitazione e dalle pupille dilatate. -Bene, se é tutto io andrei. Sapete la mia vita è sempre molto attiva. Da tutti i punti di vista.-dico rispondendo in minima parte alla domanda che mi è stata rivolta prima da Jace.
Si ricompongono, ma subito rimango scioccati per l'ennesima volta dalla mia irriverenza. Il che mi fa sorridere, perchè non hanno ancora visto nulla della mia schiettezza. Mi dirigo alla porta quando..Evan ricomincia a parlare.
-La farò contattare dalla mia segretaria, signorina Jefferson, ci incontreremo a seconda dei miei impegni per parlare di alcuni punti del contratto e della storia. Deciderò io dove e quando, ora può andare.- mi congeda con una mano. Così vado via ondeggiando nel modo più sexy che io possa fare, con la sicurezza che entrambi hanno gli occhi puntati sul mio fondoschiena.
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Esco dall' edificio con un sorriso trionfante. Come se avessi fatto la conquista del mondo intero. Il sole mi acceca, così metto gli occhiali oscuranti. La giornata è iniziata in modo perfetto, voglio festeggiare. Alcool o sesso? Decido per entrambi, quindi chiamo Griffin, il mio sottomesso. Ha 26 anni, è un ricco figlio di puttana ed ha una bellezza straordinaria. Ah dimenticavo, è anche un buon animale domestico. Ricordo ancora come era alle prime sedute: indomabile, sfacciato, arrogante e con una testa più dura del marmo. Ma è sempre stato affidabile, in tutto. A volte mi fa incazzare e lo punisco per bene, ma altre volte lo faccio solo per eccitarmi e per sentirlo supplicare di volerne ancora.
Compongo il suo numero e dopo due squilli mi risponde una voce femminile, che non è quella della sua segretaria.
-Pronto?- ride e parla come un'oca. Perfetto, ho sempre detto che Griffin avesse pessimi gusti in fatto di donne. Tranne io ovvio! Lo sento in sottofondo che ride e che dice di ridargli il telefono. Fossi in lei mi sbrigherei a eseguire ciò che le è stato richiesto, altrimenti Griffin subirà una punizione affatto gradevole.
-Sono Alyssa, passami Griffin!-
-E chi cazzo sei?-
sento Griffin che chiede:-Chi è?-
-Una certa Alyssa..chi è?-mi viene da ridere a sentirla gelosa di Griff.
-Oh cazzo , levati dalle palle. E sparisci!-
-Ma..-peccato che non possa vedere dal vivo la scena, e va be' mi accontenterò solo del sentire la sua stridula voce tremante per il pianto.
-Alyssa! Scusami, io..ero con..-
-So riconoscere una voce femminile Griffin, non sono mica stupida!-gli faccio notare con voce divertito, ma allo stesso tempo di rimprovero.
-Hai ragione, scusa. Come è andato il colloquio?-
-Hanno accettato di pubblicare il mio libro con il 35% della vendita destinato a me!-
-Congratulazioni! Dobbiamo festeggiare- è felice per me, e questo mi piace.
-È per questo che ti ho chiamato. Voglio festeggire, ma prima devo punirti per non avermi chiesto di partecipare a ciò che stavi facendo con quell'oca.-
-Non vedo l'ora. Da me tra 20 minuti? Dove sei?-mi domanda.
-Sono appena entrata in macchina. Facciamo 15 minuti.-
-Va bene-
-Griffin, ti conviene eliminare tutti gli appuntamenti da ora fino alle prossime tre ore. Non sarà una cosa breve!- lo sento ridere ed immagino già quanto si stia eccitando in questo preciso istante.
-Consideralo fatto bellezza!-chiudo la chiamata e mi avvio sfrecciando con la mia Audi r8 nera nel traffico mattutino di Londra. Sì, adoro anche le auto costose.
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Buonasera a tutti /e, sono Rose Aberthany. Sono l'autrice di Passione senza tregua. Quesa per me è la pima volta che pubblico un libro su Wattpad. Sono emozionata all'idea che avrò dei fantasti lettori e lettrici che mi sosterranno in questo splendido cammino che ho iniziato a intraprendere. Penso che questa sia una storia originale, non ne ho mai lette con questa trama, e penso che entusiasmerà me e voi. Adoro sentire cosa pensa la gente, considero i commenti come recensioni importanti per la crescita mia e della mia storia. Non solo dal punto di vista professionale. Quindi votate e commentate così potrò capire se la storia piace. Lo spero, perchè io nella scrittura ci metto amore e passione ed essendo frutto di me stessa significa avere anche molte soddisfazioni. Detto ciò vi lascio, ci vediamo al prossimo capitolo.

Rose Aberthany

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