Nuovo scopo

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Da quando era giunta ad Alcyone, Mintaka si era data alle più disparate attività. Si era allenata coi sottoposti di Zadok, perdendo solo con Muliphein, aveva visitato le più imponenti strutture e sale - esclusa quella dei trofei, per non farsi tentare dalla pietra necromantica - e aveva fatto pratica nella forgia imperiale.

Aveva potuto sfoggiare ogni giorno un abito diverso. Il kimono dei Mizar era stato messo da parte in nome della varietà. Il vestiario dei Megrez, che variava da eleganti motivi floreali a rudi pellicce, era il suo preferito. Quanto aveva riso nell'immaginarsi Alnilam che la vedeva con gli indumenti degli orsi! Aveva provato a scriverle una lettera per rivelarle di aver compreso le sue ragioni ed esporle il desiderio di riappacificarsi, ma dopo un paio di tentativi aveva deciso di lasciar perdere. L'avrebbe inviata una volta ritrovato l'equilibrio interiore. 

Gli svaghi erano stati più volte interrotti da un tetro pensiero. Viscido e silenzioso, le bastava udire la parola "sorella" perché riemergesse. Lo aveva ricacciato indietro una decina di volte, ma la perseguitava anche nei sogni. 

Tre giorni prima lo aveva respinto chiudendosi nella camera che Acrux le aveva fatto preparare. Aveva chiesto che fosse ricolma di oggetti dei più disparati colori e appartenenti a tutti i casati, sia esistenti che decaduti: candelabri dei Megrez, collane degli Alioth, vasi su cui erano dipinte creature sconosciute e tanto altro.

Le Megrez, fiere della loro cultura, le avevano proposto numerosi libri da leggere. Aveva gradito la storia della rivalità tra Wezen il Sanguinario e Achernar, ma era stata colpita da "La regina dei metalli", un'opera che narrava, in chiave romanzata, di eventi storici a lei semisconosciuti, risalenti a oltre trecento anni or sono.

Adhara, la protagonista, era venuta a sapere da un viaggiatore di un altro continente, su cui le empuse avevano ordito i loro piani. Aveva attraversato l'oceano alla testa di un gruppo di pochi fedeli - a quei tempi la virtù guerriera delle donne non era riconosciuta - ed era arrivata in un continente non segnato sulle mappe. La spedizione aveva superato mostri sconosciuti, selvaggi e calamità prima di rinvenire la leggendaria ascia del fondatore. Nel finale, Adhara aveva affrontato un gigantesco mostro di lava e lo aveva finito con quell'arma, composta da "un fuoco così caldo da bruciare la lava". Il mostro era collassato all'interno del vulcano che lo aveva generato e aveva scatenato un disastro che aveva fatto tremare il mondo e sprofondare un intero continente. Colpito da tanto valore, il primo Megrez era sceso dal cielo in groppa a un grifone e l'aveva portava con sé nel cielo stellato. Il mondo intero, che fosse giorno o notte, aveva visto nel cielo una stella così brillante da rivaleggiare con la Luna.

Solo due devoti erano riusciti a salvarsi dalla catastrofe e a portare la notizia di quanto accaduto, assieme a nuove piante e radici. Alle loro invocazioni, dal cielo era piovuto un gigantesco blocco di roccia vulcanica, con incastonata l'ascia di Adhara. Nel finale, ambientato alcuni anni dopo, Antares, la nipote di Adhara, aveva estratto l'ascia e il blocco era andato in pezzi. Per suo ordine, i resti del mostro erano divenuti le mura della prima accademia femminile della storia.

La lettura era stata entusiasmante e poco aveva a che vedere coi poemi Mizar, incentrati sul mantenere le posizioni. Anche quando si viaggiava, le uscite dal regno presentavano solo posti cupi e vuoti, non terre meravigliose e tutte da scoprire.

«Peccato per il continente... » commentò la giovane lady.

Controllò l'orologio a dondolo che Muliphein le aveva regalato. A quanto pareva, si era di nuovo dimenticata di dormire. Fortuna che le avevano consigliato quella strana bevanda scura che dava energia. Muliphein le aveva detto di non prenderne più di tre tazze, ma non aveva specificato le dimensioni.

Mintaka prese un libro di geografia: descriveva, seppur a grandi linee, i regni esterni conosciuti. Sapeva già che fossero definiti cento per pura comodità, ma non immaginava che ce ne fossero così tanti altri. Gli unici che conoscesse erano quelli conquistati dai Mizar e i diciassette dell'Alleanza. Formavano circa un quarto del territorio.

L'avvento dell'ImperatriceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora