Capitolo 3. La ragazza scomparsa

5 4 4
                                    

La foschia mattiniera è sempre in grado di destabilizzare il mio umore, qualsiasi esso sia.

Mi guardo attorno e, considerando che siamo ad Ottobre, non capisco come gli alberi possano essere così spogli già da ora.

Mi spaventa il pensiero di dover affrontare un'ulteriore giornata scolastica.

Dover stare in mezzo alla gente; aprire dei libri che non siano puramente a scopo interattivo; appuntare date e nomi sui fogli a righe dei miei quaderni; sforzarmi per potermi alzare dalla sedia all'intervallo; dover spiaccicare anche solo la minima parola con il mio nuovo compagno di banco.

Sono tutte cose che mi mettono in una sensazione d'ansia e agitazione costante. Eppure, sono perfettamente consapevole che non ci possa essere una via di fuga. Devo conviverci, con tutta questa monotonia.

Arrivata alla fermata, aspetto in piedi l'arrivo dell'autobus che mi condurrà alla meta. 

Caccio un profondo sospiro smorzato dal freddo, che si riversa in una piccola nube biancastra davanti ai miei occhi.

Le automobili di ogni dimensione sfrecciano ad alta velocità sull'asfalto sdrucciolevole, producendo alcuni suoni meccanici e altri sordi.

Se avessi una macchina tutta mia, non resterei mai rinchiusa nella monotona bellezza bolognese. Penso che partirei, andrei ovunque e sfiderei chiunque a tentare di fermarmi.

«Pensierosa, a quanto vedo» balzo in aria, non appena percepisco il palmo di una mano che aderisce con la mia giacca a vento.

«Oh, ciao, Ronaldo» sbuffo e alzo gli occhi al cielo, quando mi giro e riconosco la figura esile del mio compagno di classe.

«Ultimamente mi chiamano Messi» enuncia con fierezza, sistemandosi il colletto che fuoriesce dal suo cappotto e rivolgendo una mezza smorfia di superiorità.

Dopo aver roteato gli occhi nuovamente, quasi mi scappa un risolino divertito.

Il suo vero nome è Luca; Luca Gianattasio. Ogni mese, in maniera scherzosa, la classe inventa un nuovo nomignolo che possa compensare la sua passione - o per meglio dire, ossessione - per il calcio. Io e lui ci conosciamo da quando eravamo ancora due nanetti da giardino, sia perché frequentavamo la stessa scuola materna insieme a Silvia, e sia perché eravamo vicini di casa, dunque ci tocca prendere lo stesso autobus ogni mattina.

Luca non è mai stato particolarmente affascinante, eppure è fidanzato da - non ricordo precisamente quanti - anni con Martina, una ragazza del terzo anno. Sono molto carini insieme, ma anche parecchio riservati. A scuola si vociferava spesso che facessero parte di una setta, anche se la vedo una cosa alquanto improbabile conoscendo il carattere docile e gentile di entrambi i due giovani.

«Con Martina tutto bene?» decido dunque di chiedergli, per smorzare quel silenzio imbarazzante creatosi pochi attimi prima.

Luca - o come dice lui, Messi - annuisce, e si toglie una cuffia dall'orecchio. «Potrebbe andare meglio, ma non voglio lamentarmi» enuncia poi, marcandosi di un sorriso sconsolato.

Mi sforzo di pensare a qualche consiglio benevolo da poter dare al ragazzo, ma non ne sono capace. Gli rivolgo semplicemente un cenno della testa, mentre cerco di guadagnare tempo e trovare qualcosa da dire.

Ma sono eternamente grata all'autobus che si è appena fermato e ha aperto le porte davanti ai nostri visi. «Forza, meglio salire» dico infatti, alzando al massimo il volume della musica che rimbomba energicamente contro i miei timpani.

———

La scuola oggi è più silenziosa e cauta del solito. Io e Luca ci salutiamo poco prima dell'entrata e, mentre lui si appresta a raggiungere i suoi amici vicino ai bagni maschili, io mi accingo alla rampa di scale in marmo sgualcito, per poter raggiungere la nostra classe al piano di sopra.

Ma mi blocco subito quando, appiccicato alla bene meglio con un po' di nastro adesivo marrone sul muro giallastro a fianco a me, vedo uno strano annuncio.

SCOMPARSA
Nome: Martina Trento
Anni: 16
Da: Bologna
Il: 17/10/2016
Si offre ricompensa di 5.000 euro a chiunque la trovi o sia in grado di fornire informazioni utili alle ricerche.

Martina è scomparsa.

La ragazza di Luca, nonché una delle amiche più strette di Silvia.

Decido, infatti, di correre dalla mia amica immediatamente, ma inciampo bruscamente durante la mia impresa.

Non sono mai stata amante degli sport, e questa ne è la prova certa.

«Hai bisogno di una mano?».

Mentre io e il pavimento di marmo delle scale siamo praticamente diventati un tutt'uno, una voce famigliare mi permette di alzare la testa.

«Ti ringrazio, Hayden, ma no» asserisco, facendo leva su ambe le braccia e alzandomi, mentre il ragazzo mi osserva con aria visibilmente divertita.

È appoggiato con il gomito al corrimano verde e la sua guancia è posata in maniera disinvolta sul suo pugno serrato.

«Stai già andando in classe?» Mi domanda con una calma disarmante, mentre io cerco di ricompormi e sistemarmi alla bene meglio.

«Sì, ma... devo andare da Silvia... Martina è scomparsa e... Oh Dio, ma perché ti sto parlando?» Borbotto in modo incontrollato e confusionario.

«Prego!» Urla lui scherzosamente, mentre lo supero e finisco di percorrere quell'estenuante rampa di scale.

Silvia è già in classe, è circondata da ragazze - con la maggior parte, non ho assolutamente confidenza - e sembra parecchio scossa e amareggiata.

In mia discolpa, anche io mi trovo in uno stato di sconforto evidente, se penso di dovermi approcciare con svariate persone sconosciute per poter consolare Silvia. Proprio per questo, decido di dirigermi direttamente al mio banco, senza ulteriori convenevoli.

La mia amica non sembra neanche notarmi, per fortuna.

Dopo svariati minuti passati a capire quale possa essere l'approccio migliore da poter adottare con la ragazza, uno dei miei peggiori incubi ritorna all'attacco: Hayden.

«Mi dispiace per la tua amica, sembra molto scossa» dice mentre è ancora in piedi di fianco al suo banco e indica Silvia con un pollice.

«Già» sbuffo svogliatamente, prendendo il mio quaderno degli appunti e il portapenne per poggiarli entrambi sul banco.

Con la coda dell'occhio, riesco a scorgere Hayden che accenna ad un risolino divertito e si mette al suo posto, lanciando lo zaino dietro alla sua sedia come se fosse un sacco di patate.

«So che posso sembrare un gran menefreghista, ma sono davvero dispiaciuto anche io».

Parla di nuovo il ragazzo. Sono talmente nervosa e stressata che mi verrebbe voglia di strozzarlo...

Ma cosa diamine sto pensando?

Quasi con il terrore di aver dato voce ai miei pensieri malsani, scuoto fortemente la testa come per destarmi da un brutto sogno.

«La ritroveranno, ne sono sicura» dico soltanto, stringendomi nelle spalle e sforzandomi di non ricambiare il solito sguardo rovente di Hayden.

«Certo, sicuramente».

Mi sforzo con tutta me stessa di non rilevare un tono sarcastico nella sua voce; mi convinco che sia solamente frutto della mia fervida immaginazione.

Voglio dire, non conosco affatto Hayden, ma non farebbe del male ad una ragazza...

Vero?

———

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 30, 2022 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

DIVORATORE DI ANIMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora