4 - Alto un metro e un chiuaua

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Akane raddrizzò la schiena e lo guardò con un sorrisetto sveglio e curioso.

- Delle domande?

Chuuya restò in silenzio per un bel po' osservando assorto l'acqua verdognola della tisana che ad ogni suo respiro si increspava appena. Da dove avrebbe dovuto cominciare? Cosa avrebbe dovuto dire? Non ne aveva idea, dopo una breve riflessione lasciò che una domanda che gli premeva dentro da quando aveva ricevuto la lettera uscisse dalle sue labbra:

- Non è morto, vero?

La signora sospirò e bevve con sguardo assorto un sorso di tisana.

- Non sono l'unica a pensarla così, allora. Nemmeno io credo sia morto, Chuuya-kun.

- Ma allora perché...?

Chuuya tirò fuori rapidamente dalla tasca la foto di Dazai che aveva ricevuto per posta e indicò la data di morte e riformulò la domanda:

- Perché dicono che è morto?

Akane sospirò nuovamente, con una lentezza quasi snervante per il povero Chuuya che era visibilmente agitato, appoggiò la tazza sul tavolo e lo guardò.

- Caro, tu cosa sai sui genitori di Osamu? Su mia figlia e suo marito.

- Non molto. Sono stato a casa di Dazai una volta soltanto, sei anni fa. Dovevo riportargli dei libri che mi aveva prestato durante l'estate. Li ho conosciuti di sfuggita e Dazai ha sempre cercato di evitare il discorso quando era qui. Ha sempre detto che preferiva non pensare a loro mentre era in vacanza.

Il ragazzo fece un attimo di pausa.

- In pratica ho capito più cose su di loro dal non detto che dai racconti di Dazai.

Akane annuì.

- Sono entrambi molto ricchi, hanno scelto di crescere Osamu lontano dai suoi coetanei, con insegnanti privati. Volevano farlo diventare come loro, una persona meschina che crede il denaro e la ricchezza l'unica cosa di valore al mondo.

Chuuya percepì una nota di rabbia e ammarezza nella voce della donna, si chiese cosa fosse successo in passato perché parlasse così freddamente della figlia.

- Ma tu hai conosciuto Osamu, lui era un po' particolare, sulle sue. Non amava molto i suoi genitori, odiava come lo facessero sentire intrappola e ha sempre cercato di sfuggire al loro pugno di ferro.

- Sì, l'avevo intuito.

Nell'attimo di silenzio che seguì le parole della donna, Chuuya riflettè su quanto gli era stato appena detto. Che fossero stati davvero i suoi genitori a farlo sparire dalla circolazione? L'avevano ucciso e inventato la storia della polmonite? Se sì come l'avevano ucciso? Oppure l'avevano semplicemente allontanato per impedire che fosse un problema e nascosto la sua scomparsa con la morte? In quel caso dove si trovava? Stava bene? Ma lo domanda che più tormentava la curiosità di Chuuya era perché. Voleva sapere perché tutto quello era successo.

- Appena mi è giunta notizia della malattia di mio nipote sono partita per andare a trovarlo, ma quando sono arrivata era già morto, chiuso e sigillato in una tomba, non ho nemmeno potuto vedere il corpo. Il funerale è stato fatto in casa. C'era un prete amico del padre di Osamu, io, solo qualche altro parente e i domestici. È tutto molto strano, come se i genitori di Osamu preferissero non sollevare un grande scalpore con la notizia della morte di mio nipote.

- Quindi... - Chuuya cominciò a ragionare a voce alta. - Se non ti hanno lasciato vedere il cadavere, o il corpo di Dazai era messo male, molto male o più semplicemente non c'era nessuno corpo.

- Esattamente, è lo stesso che ho pensato io stessa... Ma sono vecchia Chuuya, per indagare, troppo vecchia, ti ho scritto quella lettera per questo motivo. Se c'è qualcuno tra gli amici di mio nipote che gli vuole bene e ha la determinazione giusta e la sete di verità per capire cosa è successo davvero quello sei tu. Non puoi capire quanto io sia felice che anche vuoi sapere la verità.

Chuuya venne travolto dalle parole della donna senza riuscire a metabolizzarle. Lui voleva bene a Dazai? Ovvio, un po'... Ma lo trovava comunque irritante e una gran seccatura.

- Ecco... Io...

- Infatti voglio aiutarti come posso. So che mio nipote aveva la mania di tenere dei diari, quando era qua però non ci scriveva quasi mai. Secondo me se trovi i diari potrai scoprire molte cose.

- E... Dove posso trovarli?

Chuuya si morse le labbra, si stava facendo trascinare in quella situazione più del previsto. Sperò, in vano, che almeno la faccenda fosse rapida da risolvere.

- Li teneva di sicuro nella sua camera, ben nascosti.

- Nella... Sua camera...? Come posso io trovarli...?

Chuuya cominciò a capire che secondo la donna lui si sarebbe fiondato subito a cercare Dazai. Cosa che probabilmente avrebbe fatto se non avesse avuto una ragazza, un lavoro, una sorella con dei figli e soprattutto una vita da portare avanti.

- Ti scriverò una lettera da consegnare ad una domestica che conosco e la contatterò per avvisarla del tuo arrivo, non c'è problema. Lei ti porterà nella stanza di Dazai senza dire nulla ai suoi genitori...

- Ma non è illegale?

- Se loro non lo sanno no.

Sorrise la signora facendogli l'occhiolino, Chuuya sorrise: adorava quella donna, ammirava come non si era arresa alla scomparsa di Dazai e a suo modo stava lottando per riavere indietro il nipote a cui voleva un sacco di bene.

Devo farlo, si disse Chuuya, devo scoprire la verità su Dazai per questa donna.

E forse... forse desiderava scoprire la verità anche per sè stesso.

A. A.

CE L'HO FATTA AD AGGIORNARE WOW.
Le giornate hanno troppe poche ore (':

Sono curiosa di sentire le vostre ipotesi sulla scomparsa di Dazai

A domani spero, se no al più presto possibile

Soukoku - The AnchorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora