2 - Allegra maratona in salotto

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Sua sorella sospirò esasperata.

- Ma ti sei bevuto il cervello? Sua nonna ha letteralmente scritto in quella maledetta lettera che tieni in mano che Dazai non c'è più.

Chuuya si alzò e ricominciò la sua agitata maratona per il salotto.

- Avanti Eri, Dazai ti sembra sul serio il tipo che muore così a caso di polmonite? Va bene che è sempre stato scemo forte, ma non così tanto.

- Chuuya, devi accettarlo, capita che le persone si ammalino dei mali più stupidi e muoiano.

Il ragazzo senza guardarla scosse con decisione la testa.

- Non voglio distruggere i tuoi sogni, ma che prove hai?

Già, che prove aveva?

Chuuya alzò la testa di scatto si diresse verso la porta afferrando il cappotto, il tutto senza mollare la busta e la lettera, aprì la porta.

- Devo pensare, esco. Non serve che prepari la cena anche per me.

Detto questo uscì chiudendo la porta un po' troppo forte lasciando Eri seduta sul divano con una faccia sbigottita e confusa.

| ~ ~ ~ |

Chuuya, finalmente all'aria aperta, rilesse la lettera per l'ennesima volta.

Aveva cominciato a fare buio e quindi si era trovato una panchina bene illuminata in una via riservata della periferia di Tokyo.

Ripercorse i caratteri con il dito attentamente. Se c'era una cosa utile che aveva imparato da quegli ultimi tre anni come insegnante di italiano era conoscere una persona e i suoi sentimenti guardando la calligrafia.

Akane Watanabe aveva scritto quella lettera con segni nervosi e veloci, non c'erano macchie di lacrime come c'era invece da aspettarsi. Le parole sembravano vibrare di rabbia repressa.

Forse me lo sto solo immaginando.

Pensò Chuuya mordicchiandosi nervoso le labbra, aveva ultimamente sviluppato questo difetto: quando si concentrava o era nervoso non la smetteva di torturarsi le labbra con i denti fino a che non sentiva in bocca l'odore metallico del sangue e allora si fermava.

In quella lettera c'era qualcosa che non quadrava e che lo tormentava... Ad esempio cosa intendeva lo donna con "così potremmo parlare in tranquillità".

Quindi forse c'era davvero qualcosa che la nonna di Dazai aveva omesso nella lettera.

Chuuya restò in silenzio a fissare il vuoto, una leggera brezza serale scuoteva la chioma di un albero poco lontano facendone vibrare le foglie.

E anche se fosse?
Se fosse vero che c'era qualcosa che non quadrava, che Dazai non era morto o almeno non di polmonite gli sarebbe dovuto importare?
Era anni che non si vedevano, magari Dazai era cambiato e si era persino dimenticato di lui, anche se sua nonna sosteneva il contrario nella lettera.
In più perché lui, Chuuya, avrebbe dovuto interessarsi a quella storia? Perché sentiva nel profondo del cuore che non sarebbe riuscito a tornare alla sua monotona vita normale che tanto odiava fingendo che nulla fosse successo?

Osservò la foto di Dazai e ringhiò in modo spontaneo, infantile e nervoso.

- Vaffanculo ti odio, neanche da morto mi lasci in pace te.

Si infilò la lettera, ormai stropicciata, in tasca e restò con in mano solo l'immagine del suo amico di infanzia.

- Cosa devo fare?

Perché la notiziò della morte di Dazai gli sembrava come una mano tesa verso di lui che lo invitava ad uscire dal fango nel quale stava sprofondando ogni giorno di più?

Doveva prenderla?

Socchiuse gli occhi appoggiando la testa all'indietro contro la panchina e per un istante si soffermò a pensare.

Cosa avrebbe detto di lui Dazai, il Dazai di sei anni prima, quello che Chuuya si ricordava, se l'avesse visto in quel momento.
Di sicuro avrebbe riso, poi si sarebbe divertito a fare una stupida battuta sulla sua altezza e poi? Cosa gli avrebbe detto di fare?

Un ricordo travolse la mente di Chuuya al pari di un'onda particolarmente violenta in una giornata serena.

Le sue labbra bruciarono e le sue orecchie si riempirono di una voce.

Sei così vivo...

Chuuya aprì gli occhi di scatto, aveva il respiro leggermente agitato. Forse valeva la pena mollare tutto quello schifo e tornare a vivere, almeno per un po'.

- Cazzo, Dazai non puoi proprio lasciarmi in pace?

Sorrise.


A. A.

Yooo, ho riletto questo capitolo durante la videolezione di educazione fisica quindi scusate sul serio gli errori, ma ci tenevo ad aggiornare sta mattina perché non so quanto tempo avrò nel pomeriggio.

Credo di essere particolarmente masochista per essermi messa a postare una storia in questo periodo, ma non vi preoccupate non ho intenzione di mollarla a caso solo perché ho un po' da studiare.

Spero la storia vi stia almeno un po' incuriosendo.
A prestoh

Soukoku - The AnchorWhere stories live. Discover now