Capitolo 3- 3 Marzo 2021

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Vanessa pov

Vanessa fissava lo schermo della tv incapace di credere a quello che stava vedendo. Non era il vero Milan, il giocatore con il numero 12 sulle spalle non era Ante e quello scempio di prestazione non era reale. Sin dal primo minuto contro l'Udinese si era intuito che sarebbe stata una serata maledetta e infatti stavano perdendo 1-0. Il timer segnava il 95' minuto, dunque le possibilità di pareggiare erano ridotte al lumicino. Quando ormai era già pronta ad una debacle clamorosa, vide Rebić tentare un ultimo cross della disperazione. Stryger Larsen, in preda ad un attacco improvviso di pallavolite acuta, colpì la palla in pieno con il braccio, inspiegabilmente tenuto alzato. L'arbitro non ebbe dubbi: rigore. Vanessa strabuzzò gli occhi, incerta se stesse sognando o meno, e chiese a Pepe, addormentato al suo fianco, se avessero davvero concesso il penalty alla squadra di Ante. Dopo la mancata risposta del gatto, molto più interessato a dormire che a seguire i ragionamenti della strana padrona, Vanessa vide Franck Kessié sistemare il pallone sul dischetto. Chiuse gli occhi, incapace di assistere all'esecuzione del rigore dalla troppa ansia, e quando sentì il telecronista urlare "goooool" li riaprì ed esultò afferrando Pepe e abbracciandolo. Probabilmente se il gattino avesse potuto scegliere di essere adottato da un'altra famiglia sarebbe scappato via all'istante, ma grazie a dio non gli era concessa quella possibilità. Vanessa cercò di non addormentarsi prima del ritorno a casa di Ante, ma inutilmente: anche se durante il giorno non faceva nulla verso le 22 la testa iniziava a pulsare, le palpebre calavano e l'unica scelta era quella di immergersi sotto le coperte al caldo. Non era mai stata una dormigliona, le occorrevano appena sei o sette ore di sonno a notte per stare bene, ma da quando aveva contratto il Covid viaggiava ad una media di 10-11 ore giornaliere, tanto che Ante ormai l'aveva soprannominata "ghiretto". Quando sentì dei rumori provenire dalla cucina intuì che fosse tornato: il cellulare segnava le 23:50, dunque si era sicuramente addormentata senza rendersene conto. Voleva alzarsi e corrergli incontro ad abbracciarlo, ma consapevole dell'incapacità di compiere quel gesto urlò il suo nome per richiamare la sua attenzione.

"Ghiretto, sei sveglia? Ho cercato di fare piano, non volevo disturbarti" si scusò dispiaciuto.

"Tranquillo, non mi hai svegliata, volevo aspettarti in piedi, ma ho sopravvalutato le mie abilità motorie."

Ante si avvicinò, si distese sopra le coperte e afferrò il volto della fidanzata tra le mani. "Lo sai che ti amo tanto, vero?"

"Devi per caso dirmi che mi hai tradita o che stai per lasciarmi?" chiese Vanessa alzando il sopracciglio destro in segno di disapprovazione.

"Il Covid ti ha distrutto i neuroni per caso? Certo che no! Volevo solo dirti che mi dispiace non aver segnato un gol per te, come promesso". Sembrava davvero toccato dalla mancata dedica.

"Stai scherzando, spero. A me non importa nulla del gol. E se vogliamo essere onesti il rigore è partito da un tuo assist, quindi diciamo che il pareggio è per metà opera tua," cercò di consolarlo.

"Ho fatto schifo, ma la cosa peggiore è che per tutta la partita ho avvertito dei dolori all'anca. Domani vedremo dagli esami cosa verrà fuori, ma il problema di Roma non se n'è andato, ho paura di non poter giocare domenica contro il Verona." Abbassò lo sguardo per la delusione: non ci voleva un altro infortunio proprio quando sembrava essere tornato ai suoi livelli massimi di forma. Vanessa tentò di tirargli su il morale convincendolo che era meglio saltare una partita di campionato rispetto alla sfida in Europa League con il Manchester, ma gli occhi di Ante tradivano la tristezza che li avvolgeva. Parlarono ancora un po' del più e del meno, fino a quando Vanessa ammise di aver bisogno di riposare a luci spente.

"Visto che sono molto giù di morale posso dormire accanto a te stanotte?" Si impegnò per tirare fuori l'espressione più dolce a disposizione, con il labbro inferiore piegato.

"Stai cercando di sfruttare il pareggio di stasera e le tue condizioni di salute, Rebić?" domandò Vanessa con aria da maestrina.

"Sto solo tentando di elemosinare qualche coccola dalla mia fidanzata cattivissima che non vuole dormire con me," piagnucolò Ante, fingendo anche di singhiozzare.

"Sai perché preferisco che tu dorma nell'altra stanza, scemo. Appena sarò guarita passeremo ogni notte abbracciati, non ti lascerò neanche per un istante!"

"Anche quando sarò in ritiro?"

"Certo, mi vestirò da cameriera per poter entrare negli hotel, mentre quando sarai a Milanello corromperò il custode per consegnarmi le chiavi della tua camera," rispose convinta Vanessa, suscitando le risate di Ante.

"Va bene, fingo di crederci. Buonanotte ghiretto," disse stampandole un bacio leggero sulle labbra.

"Buonanotte stronzo," ribatté mostrandogli il dito medio. Vanessa non fece in tempo a spegnere la luce e a girarsi che già si era assopita.

L'indomani si svegliò alle 11. Ante sarebbe tornato per pranzo, dunque aveva a disposizione un paio di ore in solitaria e ne approfittò per farsi una doccia. Dall'inizio della malattia era stata così male da non riuscire a concedersi un bagno caldo perché avrebbe richiesto uno sforzo enorme. Quel giorno, però, si sentiva stranamente di buon umore e volle azzardare. Impiegò un'ora e mezza per portare a termine quel compito, ma non appena finì di asciugarsi i capelli si specchiò e, per la prima volta nelle ultime settimane, si sentì felice. Senza neanche rendersene conto vide il volto riempirsi di lacrime, ma finalmente erano un segno di gioia e non di dolore. Il percorso sarebbe stato ancora lungo e pieno di difficoltà, ma non aveva la febbre da qualche giorno, la saturazione sembrava iniziare a stabilizzarsi e il medico gli assicurò che il peggio fosse ormai alle spalle. Colta da quella felicità insolita decise di colorare le labbra con un rosso acceso e di usare la matita nera per gli occhi. Quando Ante tornò a casa con il pranzo da asporto e la trovò seduta in salotto con un maglione attillato e una gonna nera si bloccò in mezzo alla stanza, incapace di muoversi o di aprire bocca.

"Ciao amore," lo salutò Vanessa sorridendo.

"Stai bene," disse quando fu finalmente in grado di riprendersi dallo stupore. "Stai bene, finalmente ti senti meglio!" esclamò correndole incontro per abbracciarla. La strinse forte a sé, inspirando l'odore di vaniglia che le era tanto mancato, e iniziò a ridere a crepapelle in maniera nervosa. Vanessa non si aspettava una reazione del genere, ma lo lasciò sfogare. Quando si ricompose ammise di essere stato terribilmente preoccupato per lei. "Avevo paura che ti dovessero ricoverare o che la situazione degenerasse. Mi sentivo in colpa perché ti abbandonavo spesso per andare agli allenamenti o alle partite, mentre io volevo restarti accanto sempre. Ho cercato di essere all'altezza, ma non ne sono stato capace. Tornare a casa e vederti così è stato un colpo al cuore."

"Ante, non devi neanche pensare queste cose," lo ammonì Vanessa. "Sei stato perfetto dal primo giorno. Mi hai aiutata, rincuorata, sostenuta. Ti sei dedicato giorno e notte a me, anche quando avresti dovuto riposare in vista di un match importante. Senza di te non ce l'avrei fatta, davvero. Grazie di tutto, ti amo ancor di più di prima, sempre se sia possibile." Lo abbracciò forte e gli diede un bacio appassionato, di quelli che non si scambiavano da troppo tempo ormai. Decisero di pranzare sul divano e di guardare un film su Netflix, nonostante Vanessa non fosse sicura di riuscire a resistere sino alla fine. Trascorsero il pomeriggio parlando, scambiandosi le coccole e guardando la tv. La situazione non era tornata alla normalità perché continuava ad avere molti sintomi, alcuni ancora gravi, e aveva dovuto ricorrere alla bombola di ossigeno per diverse ore, ma anche solo un assaggio di routine rappresentava un sogno ad occhi aperti. Non aveva idea di quando sarebbe uscita da quel tunnel così stretto e buio, ma finalmente riusciva ad intravedere uno spiraglio di luce al termine del percorso. 

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In your eyes #2 ~ Ante RebićNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ