Capitolo 2

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Ante pov

"Allora Ante, come sta Vanessa? Ci sono novità?" chiese Davide a fine allenamento. Tutti i compagni di squadra smisero di parlare concentrandosi su di lui.

"Purtroppo no, la situazione è stabile, ancora nessun miglioramento. Continua a respirare attaccata alla bombola di ossigeno parecchie ore al giorno e la stanchezza non la abbandona. Almeno la febbre è da un paio di giorni che sembra essersene andata."

"Vedrai che piano piano starà meglio, salutala tanto da parte di tutti noi, mi raccomando." Il capitano diede una pacca sulla spalla ad Ante in segno di incoraggiamento. Era così grato ai compagni per il supporto che gli stavano offrendo. Non c'era una sola persona all'interno di Milanello, che fossero giocatori, allenatori, dirigenti o semplici operai, che non cercasse di aiutare Vanessa in quel momento così delicato per lei. D'altronde non si sorprendeva dell'aiuto che tutti gli concedevano visto l'affetto che provavano verso la sua fidanzata. Nonostante la pandemia era venuta spesso a Milanello, approfittando della possibilità di infiltrarsi sia in qualità di ragazza di Ante sia in quello di dipendente del tour operator che organizzava le trasferte. Lei di certo non si faceva pregare e capitava spesso che a fine allenamento la trovasse a chiacchierare abilmente con i giardinieri o con i cuochi e si faceva benvolere da chiunque. Per quello la notizia del contagio di Vane e delle condizioni di salute precarie avevano allarmato tutti e Ante aveva ricevuto una quantità di affetto incommensurabile. Lei usava poco il cellulare, per via del forte mal di gola e della tosse preferiva non ricevere chiamate se non quelle dei familiari o amici più stretti e quindi le persone sfruttavano il numero di Ante o il profilo Instagram per chiedere notizie o mostrare tutto il supporto necessario.

Appena varcata la soglia di casa fu accolto dalle coccole di Pepe, il gattino che avevano deciso di prendere e a cui avevano finito per affezionarsi in maniera incredibile. Ante ad Imotski era sempre stato abituato ad avere cani e gatti e Vanessa idem nelle Marche, perciò la sua proposta fu subito accolta positivamente e, col senno di poi, non avrebbero potuto fare scelta migliore.

"Andiamo insieme da Vane, come sta oggi? L'hai tenuta sott'occhio come ti avevo chiesto sabato? Lo sai che conto su di te," disse accarezzando Pepe con la solita vocina idiota che tutti gli esseri umani hanno quando parlano con un animale domestico. 

"Amore, sono tornato finalmente. Come ti senti?" chiese entrando nella camera degli ospiti che avevano riconvertito per l'occasione.

"Come stamattina, ma già solo vederti mi fa sentire meglio," una voce flebile e roca arrivò dal buio della stanza. Ante accese l'abat jour sul comodino e baciò Vanessa con delicatezza, come se potesse farle del male. Ormai avevano chiarito che non aveva senso ridurre i contatti tra i due, visto che Rebić svolgeva periodicamente dei controlli che assicuravano la presenza di anticorpi che impedivano di contrarre il virus di nuovo. Aveva dovuto discutere a lungo con Vane perché lei voleva evitare ogni possibilità di stare insieme o condividere oggetti per paura che lo contagiasse con la variante, ma alla fine l'aveva convinta, seppur avesse dovuto chiamare direttamente il medico del Milan per fidarsi. Oltre ai sintomi che la destabilizzavano si sentiva in colpa perché non riusciva ad essere autosufficiente e doveva pesare sulle spalle di Ante. Era incredibile quanto riuscisse ad essere così altruista e a pensare a lui pur in quelle condizioni. Spesso fingeva di sentirsi meglio per non destare alcuna preoccupazione, soprattutto quando era in trasferta, per poi trovarla al ritorno riversa a letto con una cera pessima. I primi giorni si arrabbiava da morire, ma era riuscito anche in quel caso a farle comprendere che non doveva dire bugie per donargli tranquillità. Era incredibilmente testarda, seppur ormai avesse imparato ad apprezzare anche ogni suo piccolo difetto a cui non avrebbe saputo rinunciare.

In your eyes #2 ~ Ante RebićWhere stories live. Discover now