Capitolo 1 - 2 Marzo 2021

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Vanessa pov

Appena aprì gli occhi Vanessa impiegò qualche secondo per realizzare dove fosse. Ormai i giorni non avevano più un senso e le sembravano identici. Le ore scorrevano lente e aveva l'impressione che durassero più del dovuto. Spesso non ricordava se fosse un giovedì o un martedì, tanto per lei la differenza non esisteva. Non riusciva a leggere, scrivere, guardare un film o una serie tv, cucinare, lavorare...era costretta a stare a letto tutto il tempo, spesso attaccata alla bombola di ossigeno, e delle azioni elementari come fare pipì le costavano una fatica immensa. Era in quelle condizioni da un paio di settimane, ovvero da quando aveva iniziato ad avvertire i primi sintomi del Covid. Ante lo aveva preso a gennaio, ma lei lo aveva evitato perché era tornata a casa per Capodanno, dunque non avevano avuto contatti nei giorni precedenti alla positività. Guarda caso anche Rade era stato contagiato, ma Vanessa non aveva dubbi a riguardo: abitavano nello stesso palazzo e trascorrevano molto tempo insieme, ormai erano inseparabili, soprattutto quando entrambi rimanevano da soli senza le rispettive fidanzate, come in quella occasione. Lei e Ivana ci scherzavano su affermando che fossero le terze incomode nella relazione tra i due ragazzi. Fortunatamente Rebić era totalmente asintomatico e si era negativizzato dopo appena due settimane, dunque non aveva neanche perso troppe partite. Vanessa si era considerata anche fortunata visto che sarebbe tornata a Milano il 7 gennaio, ovvero appena due giorni dopo aver scoperto la positività di Ante, ma non immaginava minimamente che di lì a poco si sarebbe contagiata a lavoro con la temibile variante inglese.

Erano cambiate molte cose negli ultimi mesi, alcune in peggio. Ad ottobre, quando ormai si iniziava già ad intuire che a Natale e Capodanno non si sarebbe potuto viaggiare, il tour operator in cui lavorava decise di mettere tutti in cassa integrazione. Lucio convocò singolarmente ogni membro del team per analizzare la situazione in maniera diretta. Con Vanessa fu tremendamente sincero e lei apprezzò molto le sue parole perché non si nascose dietro le solite frasi di circostanza. Con il turismo ormai fermo da settembre non avevano più lavoro e i mesi successivi si prospettavano ancor più bui. All'orizzonte si intravedevano solo nubi scure e piene di incertezze. Non la licenziarono per via del blocco, ma appena fosse stato possibile Lucio non avrebbe avuto altre chance. Purtroppo, era una delle ultime arrivate e se doveva sacrificare qualcuno doveva per forza iniziare dai giovani come lei. Mentre le confidava quei piani aveva gli occhi lucidi e assicurò che appena le cose fossero tornate ai soliti livelli Vanessa sarebbe stata richiamata, ma al momento non poteva fare altrimenti. "Non sai quanto mi dispiace, davvero, spero che io e tutti i colleghi ti abbiamo dimostrato quanto teniamo a te e quanto apprezziamo il tuo lavoro. Non è semplice trovare una ragazza così giovane piena di entusiasmo, educata e con una gran voglia di lavorare e mettersi in gioco." Erano ormai trascorsi quasi cinque mesi dall'ultima volta in cui aveva messo piede in sede e le sembrava passata un'eternità. Le mancava tutto dell'ufficio: i colleghi, le pause caffè o pranzo, le feste, gli appuntamenti di gala, perfino i giorni di sclero quando un problema improvviso compariva all'ultimo. Vanessa amava il suo lavoro e si era sempre considerata una privilegiata perché si concedeva il lusso di seguire la sua passione in un ambiente familiare. Sentiva spesso storie di amici che faticavano ad alzarsi al mattino per via del proprio impiego che odiavano o che erano costretti a trascorrere le giornate in un luogo in cui la gelosia e l'invidia la facevano da padrone. 

Il Covid, però, aveva rovinato tutto e Vanessa cadde presto in depressione. Cercò di concentrarsi sull'università, ma le lezioni e gli esami online non la aiutavano di certo perché faticava a mantenere alta la concentrazione e arrivò a pensare seriamente di smettere ad appena tre esami dal traguardo finale. Poi intervenne Lucio, chiamandola a novembre per proporle un altro lavoro. Un suo caro amico aveva una scuola di italiano per stranieri a Milano che ovviamente stava soffrendo terribilmente per via delle restrizioni nei viaggi dovute al Covid. Avevano deciso di reinventarsi e di proporre dei corsi settoriali online, tra cui uno incentrato sul turismo, ma c'era bisogno di una nuova docente di lingua per stranieri che conoscesse il portoghese e il tedesco perché le richieste di iscrizione provenivano in particolar modo dalla Germania e dal Brasile. Era a quel punto che Lucio si era ricordato del periodo che Vanessa aveva svolto come assistente di italiano a Lisbona e l'aveva messa in contatto con il direttore della scuola. All'inizio tentennò perché non aveva mai pensato di insegnare nonostante la sua esperienza in Portogallo. Lì era affiancata da una professoressa esperta, mentre si sentiva incapace di tenere a bada una classe di dieci persone di età diverse, oltretutto online. Poi, confrontandosi con gli altri giovani che già insegnavano da tempo, si convinse quantomeno a provare. Avrebbe dato il via ad un corso sul turismo diviso in due classi, in base alla lingua madre di appartenenza. Dopo un paio di settimane Claudio, era quello il nome dell'amico di Lucio che dirigeva tutto, la chiamò entusiasta perché aveva ricevuto già diverse richieste di iscrizioni per i mesi successivi, spinti dal passaparola e dai commenti entusiasti degli alunni su Vanessa. 

In your eyes #2 ~ Ante RebićWhere stories live. Discover now