Come si organizza un trasloco?

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L: “Tancredi, dove cazzo hai messo il cartone per le scarpe?”

Ed eccoci lì, dopo quasi un anno in quel minuscolo alloggetto ad andarcene in una casa nuova, a ricominciare tutto da capo. Non ero particolarmente in ansia, ma lasciare quel posto mi creava un senso di malinconia. Avevamo vissuto così tante cose lì, che mi sembrava quasi di star lasciando un amico indietro, uno di quelli che conosci da quando sei piccolo.

T: “Sotto il tuo naso, rincoglionito. Poi non abbiamo tutta sta fretta, è fra una settimana, possiamo anche, che ne so... rilassarci assieme?”

Lo fulminai con lo sguardo. Gli sembrava davvero il momento adatto? DAVVERO? Camera nostra era diventata un cartone gigante, non avevamo spazio sul letto se non giusto per stenderci e lui voleva divertirsi?

Perché dovevo avere un fidanzato del genere?

L: “Ma ti sembra il caso? Con tutto quello che abbiamo da fare, TU PENSI A QUELLO?”

T: “Madonna che palle, Le stai sempre appresso a sti cartoni e mollala un po’”

L: “Per forza che ci sto sempre appresso, tu non fai un cazzo e mi ritrovo a fare tutto anche per te”

T: “Perché io ho altro da fare”

L: “Cosa sarebbe questo altro da fare? Perchè mi sfugge”

T: “Controllare che tu faccia le cose per bene, visto che da solo ti perdi in un bicchiere”

Avevo già detto di odiarlo? Perchè mi mandava in bestia. Lavoravo per entrambi e lui doveva fare così? Non che mi aspettassi qualcosa da diverso da Tancredi, ma un minimo di collaborazione sì. 

L: “Io non mi perdo in un bicchiere d’acqua, sei tu che sei solo pigro”

T: “Disse quello che si prepara i vestiti al fondo del letto la sera, per non alzarsi la mattina e infilarseli direttamente da coricato”

L: “Ti sto solo chiedendo di darmi una mano, nulla di più”

T: “Ti sto solo chiedendo di fermarti un secondo e smetterla di correre di qua e di là come una trottola. Ci sono anche Diego e Gianmarco, non devi fare tutto tu.”

L: “Ovviamente tu escluso, mi pare ovvio”

T: “Ovvio, sono il supervisore supremo. Serve sempre un capo per dirigere un buon cantiere”

Sbuffai guardandolo, ma decisi che probabilmente potevo fermarmi un secondo. Lo guardai alzando gli occhi al cielo e andai a sedermi vicino a lui.

T: “Fai sempre quello che dico, assurdo”

L : “Mi chiedo perchè io continui a farlo, visto che hai sempre pessime idee”

T: “Perchè sei follemente innamorato di me e sono la luce delle tue giornate”

Lo guardai attentamente, indeciso sulla risposta da dargli. Il suo volto sorridente, però, mi fece subito sciogliere. 

Ero un cazzo di sottone? Le cose non cambiano mai, sfortunatamente.

L: “Purtroppo...”

Dissi semplicemente e godendomi la sua espressione soddisfatta. 

 Eravamo felici, ma nel senso vero della parola. Eravamo sempre noi, con i nostri due caratteracci, i nostri problemi, ma era diventata ormai una routine, a volte noiosa, ma che ci faceva stare bene. Non avevamo mai troppi pensieri e avevamo ormai una nostra quotidianità divisa fra lavoro, amici e vita di coppia.

Avevamo trovato un nostro equilibrio dopo tutto quel tempo insieme. 

T: “A volte penso che mi mancherà sto buco di merda”

Mi girai a guardarlo e semplicemente annuii. Chi, più di noi, poteva dire di aver vissuto quel posto? Quelle mura erano state il nido della nostra storia disastrata e probabilmente un po’ incasinata. 

L: “Anche a me e mi preoccupa pensare che non saremo solo più noi quattro. Vuol dire comunque cambiare di nuovo le proprie abitudini”

Si lasciò cadere sul letto come improvvisamente stanco e lo imitai, sapendo che fossero più pensieri e dubbi, che una vera fatica fisica. 

T: “Può essere. Avevamo ormai preso il nostro giro e mi fa strano pensare di aggiungere altre due persone alla nostra piccola famiglia. Non fraintendermi, voglio bene sia a Zoe sia a Valerio, ma so che vorrà dire cambiare di nuovo tutto. Reinventarsi e tu non sei molto bravo nei cambiamenti...non li vivi bene...”

Lo guardai confuso: ero io il problema? Nel senso, si stava davvero preoccupando che quella cosa potesse causarmi ansie?

Vederlo così cambiato e così attento a volte ancora mi stupiva. Era il solito Tancredi, solo con un cuore molto più aperto verso gli altri e verso di me. 

L: “Penso di potercela fare..avanti sono Zoe e Valerio, sono sicuro che andrà bene”

T: “Ti conosco come le mie tasche Lele, potrei giurare su mia madre che siano giorni interi che pensi a come sarà e come andrà”

L: “Da quando sei telepatico?”

T: “Da quando sto con Mr ansia e affini, ecco da quando”

Ridacchia leggermente e appoggiai la testa sulla sua spalla. Ovviamente si spostò, ma non gli diedi peso, non gliene diedi quanto avrei fatto una volta. 

L: “Scusa, a volte dimentico di stare col principino intoccabile”

T: “Cerco di conservarmi al meglio per il futuro e la tua testona addosso sarebbe solo un peso”

L: “D’accordo d’accordo, non ti tocco”

Dissi semplicemente per poi mettermi mezzo sopra di lui, per infastidirlo. Lo sentii dimenarsi sotto di me, ma volevo solo ridere: non mi importava.

T: “LELE SCENDI ORA, DIO MI SCHIACCI”

L: “Ti sto dimostrando il mio amore, luce delle mie giornate”

T: “SCENDI ORA DA ME, BRUTTO COGLIONE”

Ridacchiai continuando a  rimanere abbracciato a lui. Sapevo che avrebbe ceduto e che avrebbe iniziato a coccolarmi, ormai lo faceva sempre: era diventato normale.

T: “Le, veramente, sono stufo che assalti alla mia vita col tuo dolce peso. Ti amo eh, ma sei il doppio di me e prima o poi mi ucciderai davvero”

L: “Mi fai le coccole?”

T : “No, non ti faccio le coccole”

L: “Dai, se no non ti scendo da in braccio”

T: “Davvero, non ne ho un cazzo voglia”

Alzai gli occhi al cielo, per poi sollevarmi e guardarlo. 

L: “Coccole e in cambio ci “rilassiamo assieme””

Dissi guardandolo e vedendo subito la sua espressione cambiare. Che avevo detto? Era sempre il solito Tancredi, ma a tratti più tenero. 

T: “Due minuti”

L: “Cinque”

T: “Tre”

L: “Tre e mezzo, ultima offerta.”

T: “Va bene, metti il timer”

Risi afferrando il cellulare e impostandolo sul cronometraggio che avevamo pattuito. 

Eravamo felici, che ho detto?

Il problema è che ancora non sapevo come avrebbe davvero significato nelle nostre vite la Chillhouse e a cosa ci avrebbe condotto. 

In quel momento non mi importava: mi bastava lui, un orologio dal ticchettio assordante, degli scatoloni stracolmi di roba e un trasloco che chissà come e quando avremmo organizzato. 

Someone’s note

Ciao a tutti ed eccomi qua. Inaspettatamente ho deciso di pubblicare il terzo e definitivo capitolo di queste storie. Abbiamo avuto Storie sul presente, Origini sul passato e ora questa, sul futuro della nostra coppia preferita. 

Leggete, lasciate un commento e, sì, che gli anticorpi siano con voi. 

Someone.

Futuro per i Tankele//Part ThreeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora