Capitolo Tredicesimo

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''Lei deve credermi, controlli meglio'' la giovane ragazza quasi supplicava il poliziotto che osservava il tutto impettito. Doveva essere sulla quarantina o giù di lì pensò Victoria, aveva una calvizie incipiente nascosta dal copricapo, portava dei baffi grigiastri con una spruzzata di bianco. Gli occhi verdastri parevano del tutto fuori contesto rispetto al resto, l'uomo continuava a muoversi avanti e indietro per la stanza osservando il tutto dall'alto in basso.

''Signorina vuole prendermi in giro?'' l'agente adesso cominciava a perder la pazienza, la casa era in ordine e nulla fuori posto. Se fosse stato come avesse detto la ragazza, un presunto rapimento, allora il malvivente avrebbe lasciato qualche prova del suo passaggio. Per non parlare del fatto che la donna che la giovane nominava non era conosciuta da nessuno nella zona, se non da lei.

''Le dico che è scomparsa, questa era casa sua e lei non sarebbe mai riuscita ad allontanarsi da sola...'' Victoria Morrison abbassò lo sguardo, quasi come in segno di vergogna.

''Lei è?'' insistette il poliziotto ormai fuori di sé, quante balle ancora doveva raccontare quell'insulsa ragazzina?

''La signora era...'' la signorina Morrison alzò nuovamente lo sguardo verso l'agente.

''Storpia?'' concluse lui, dopodiché fece un risolino per poi tornare nuovamente serio. ''Mi vorrebbe dire che una donna anziana storpia è fuggita o stata rapita da qualcuno? Per quale oscura ragione poi?''

''Io... questo non lo so'' la tristezza riempì il volto di Victoria, la quale si sedette sul divanetto del soggiorno in cui si trovavano.

''Glielo dico io signorina, la donna che voi affermate vivesse qui non esiste. Questa casa è una proprietà della famiglia Davis, onestamente non so neanche come voi facciate a possedere una chiave, adesso se volete scusarmi'' Il poliziotto così girò sui tacchi e uscì di casa.

La giovane restò seduta per ore, il tempo sembrava scorrere celermente attorno a lei. Il suo sguardo era fisso in un punto nel vuoto, Pensava e ripensava a come Elen Palmer potesse essere scomparsa nel nulla, come una donna avanti con l'età e per lo più invalida fosse riuscita ad andarsene senza lasciar traccia del suo passaggio. Ciò che però lasciò Victoria Morrison perplessa fu il ritratto. Quel ritratto della signora Palmer in cui adesso non vi era più. Le colonne sullo sfondo parvero intoccate, così come il resto del paesaggio desertico e desolato.

La ragazza si portò le mani in volto, la voglia di piangere e sfogarsi con qualcuno erano immensi, il dolore quasi la spezzava. Finché non ricordò. Un'intera civiltà scomparsa nel nulla, nessuna traccia del loro passaggio, niente ritrovamenti di campi o qualcosa che potesse ricondurre l'uomo a loro. Possibile che un popolo vissuto prima della nascita di cristo centrasse qualcosa con la signora Palmer? Le domande assillavano la ragazza senza sosta. Decise così di alzarsi dal divanetto e dirigersi dall'unica persona che forse avrebbe potuto aiutarla, l'unica persona che forse avrebbe potuto capirla.

La notte incombeva, portava il gelo con sé. La Luna si levava alta nel cielo, eppure c'è chi avrebbe affermato che quel giorno fosse più vicina, così vicina da riuscire quasi a toccarla. La signorina Morrison affrettò il passo, la dimora del signor Wrath non distava molto dall'università in cui insegnava e Victoria questo lo sapeva bene. In passato il docente aveva invitato la giovane e altri sette ragazzi del suo corso a cena, per congratularsi con loro degli ottimi risultati ottenuti. Dopo circa venti minuti di camminata Victoria Morrison si ritrovò di fronte alla porta del signor Wrath, con intagli raffinati incisi su di essa. Esitò un po' prima di riuscire a prender coraggio e bussare.

Un rumore di passi, il click della serratura e William Wrath apparve dietro di essa. Gli occhi azzurri si posarono sulla ragazza.

''Signorina Morrison? A cosa devo la sua visita? Il nostro appuntamento se non sbaglio è previsto pe-'' l'uomo non riuscì a concludere la frase che la ragazza gli gettò le mani al collo lasciandosi andare a un pianto disperato. l'insegnate parve sorpreso ma poco dopo strinse la ragazza in un abbraccio e richiuse la porta.

''Che cosa è accaduto Victoria?'' il tono del docente era acato e dolce, rassicurante pensò la ragazza, la quale una volta ricomposta iniziò a raccontare dell'accaduto. L'ingresso distava pochi passi dalla sala da pranzo e dal soggiorno, le pareti beige e i lumi sparsi per la casa davano anch'esse un impressionante sensazione di calorosità. Il tavolo a cui si sedettero successivamente in sala da pranzo era di un pregiatissimo legno di noce, intagliato anch'esso al meglio con simboli e raffigurazioni che la giovane Morrison non riusciva a interpretare.

Dopo il racconto di Victoria il signor Wrath parve preoccupato, disse di non ricordare la signora Palmer, disse anche di non averla mai sentita ma nonostante ciò credette alla ragazza.

''Forse io so cosa sta accadendo, signorina Morrison'' I ricci d'oro spento ricaddero sull'occhio destro dell'uomo mentre questo parlava, la ragazza osservava il docente intimorita da ciò che avesse mai potuto dirgli. Il signor Wrath si alzò e si diresse verso il proprio studio, poco più in fondo nel corridoio principale. Ne uscì con il manoscritto, lo poggiò sul tavolo proprio di fronte alla giovane.

Un nodo in gola, Victoria Morrison aveva sospettato che la civiltà scomparsa centrasse qualcosa ma adesso pareva quasi surreale.

''Signor Wrath io non capisco...'' le guance arrossate della ragazza erano ancora un po' umidicce per le lacrime versate poco prima sull'uscio di casa.

''Victoria, credo di dover accelerare i tempi purtroppo. Pensavo avrebbe impiegato di più a compiere la prossima mossa ma a quanto pare mi sbagliavo'' l'insegnante poggiò entrambe le mani sul tavolo chinando il capo, come stesse per spostare una pedina nel gioco degli scacchi.

''Di cosa parla signore?'' gli occhi di lei guizzavano dal manoscritto al volto dell'uomo come a cavar fuori risposte ad ogni battito di palpebre.

''Credo sia tempo che ti parli del Culto del Dimenticato''

Spazio Autore :
Forse dovrei fare più spesso un angoletto riservato a me, chissà. Comunque sono curioso di sapere ciò che pensate di questo nuovo capitolo (o della storia in generale) se vi fatemelo sapere con un commento, spero vi piaccia, ciau.
Lu-

Il Venditore di SogniWhere stories live. Discover now