|Capitolo 4: 13 Aprile|

238 23 12
                                    

(...)

«Chi c'è di sopra ho detto».

Il ticchettio dell'orologio che scandisce i secondi oltre la mezzanotte sembra rallentare, ho sentito perfettamente un tonfo provenire dal piano di sopra, ma Keigo mi si è piazzato davanti e mi impedisce di passare, sta decisamente nascondendo qualcosa.
«Aelin ti prego vai v-». Tiro uno schiaffo alla sua mano per allontanarla da me, tenendo lo sguardo basso. «Io non vado da nessuna fottutissima parte finché non mi dai delle spiegazioni». Vorrei strappargli una delle penne che tiene composte dietro la schiena, ma non voglio fargli male inutilmente, non avrebbe senso e non sarebbe decisamente da me.

Punto lo sguardo sul suo volto, cercando i suoi occhi, che mi risultano totalmente sfuggenti, sta evitando il mio sguardo per rendermi impossibile l'utilizzo del mio quirk. «Aelin ma che cazzo di paranoie ti fai?
Non ti devo nessuna spiegazione!». Dal tono di voce adottato da Hawks evinco parecchio nervosismo, a conferma dei miei dubbi, mi sta nascondendo qualcosa e non sa più come sfuggire da questa sua sceneggiata. «E allora se non hai nemmeno nulla da nascondermi, guardami». Il mio tono di voce assume una sfumatura decisamente irritata quanto strozzata, odio dover fare tutto ciò ma sento che in questo momento la verità è più importante del rispetto dei suoi confronti.

Prendo il suo volto tra le mani spingendolo a girarsi verso di me, mi basta anche solo un istante e poi non potrà sfuggirmi. Per un momento riesco a guardare nei suoi occhi e, appena vedo il filo viola trapassargli le iridi, capisco che ha funzionato. «Aelin basta con questi giochetti! Non ti nascondo nulla!». Con una mano si copre gli occhi mentre con tutto il braccio libero continua a sbarrarmi la strada, è evidente che non si sia reso conto dell'attivazione del mio quirk, potrei usare questo a mio vantaggio. «Ah sì? C'è qualcuno di sopra nella tua stanza?».

Incrocio le braccia alzando un sopracciglio, voglio mascherare i veri sentimenti che sto provando ora con una falsa sicurezza, ma dopo il falso dell'altro giorno sono seriamente preoccupata del possibile risultato, dentro di me spero con tutta me stessa che questa volta non ci siano spiacevoli sorprese. «Ancora con questa domanda?! Ti ho detto che oltre a me e te non c'è nessuno!». Il suo alzare il tono di voce mi fa passare un brivido lungo la schiena, ma non mi impedisce di tenere gli occhi aperti, mentre il mio cervello elabora in qualche millesimo di secondo la risposta che da un lato mi aspettavo, ma dall'altro penso mi distruggerà.

Falso

Il respiro mi si blocca tra gola e polmoni, in cui trattengo a stento l'aria per evitarmi un qualsiasi urlo o pianto improvviso. «Keigo, E-eri da s-solo in casa?».

«Aelin sì cazzo smettila!». Il suo urlarmi conto non scaturisce in me nessuna emozione, bensì il risultato nuovamente negativo mi iniziano a preoccupare, la situazione perché è così complicata? Perché Keigo mi sta nascondendo qualcosa di così importante a pochissimo giorni dal matrimonio che, tra l'altro, ha proposto lui?

Falso.

«Keigo cazzo dimmi la verità!
Con chi cazzo stavi scopando?!». Le emozioni ormai mi investono come un fiume in piena, trattenermi diventa impossibile e cercare di controllarmi di certo non mi aiuta. Dai suoi movimenti capisco che si senta con le spalle al muro, quindi il mio quirk non ha mai sbagliato, mi sono fatta delle paranoie totalmente infondate, ho sempre avuto ragione io.

«Aelin io p-». La mia mano si infrange contro la sua guancia, producendo un suono veloce ma talmente intenso che continua a rimbombare nelle mie orecchie. Indietreggio guardandomi il palmo rosso per non rivolgergli più nemmeno uno sguardo, per me lui non esiste più, dovevo capirlo mesi fa che c'era qualcosa sotto.

Esco dalla porta ancora aperta a passo svelto, sentendo la voce fioca di Keigo richiamarmi all'interno, tutto quello che voglio ora è respirare aria pulita, in quella casa mi sembrava di soffocare.
Procedo per qualche metro mantenendo la stessa andatura, respirando affannosamente per sopprimere le lacrime, che continuano a scendere silenziosamente lungo le mie guance, facendomi rabbrividire. Mi accascio con la schiena contro al muro di quello che riconosco essere un locale per la musica all'interno, scoppiando a piangere con la fronte premuta a forza contro le ginocchia per nascondere il mio volto, sono stata una completa idiota, ho pensato che il problema fosse il mio quirk e invece il problema era lui, mi sento così stupida.
Il cellulare inizia a vibrare incessante, ho troppa paura di trovarmi sullo schermo il suo nome, ma non posso ignorare chiunque per colpa sua.

When I was your Man|| Aizawa ShōtaWhere stories live. Discover now