|Capitolo 2: 11 Aprile|

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(...)

«Buongiorno signorina Aelin!».
Saluto con un sorriso distratto le mie colleghe dirigendomi con gran fretta verso il mio ufficio per evitare le loro chiacchere, richiamando la mia segretaria per il consueto programma di inizio giornata che oggi più che mai ha bisogno di un cambiamento.
«Emi che appuntamenti ho per oggi?». Chiedo alla ragazza che, dopo aver dato un veloce sguardo all'agenda, mi ricorda di un paio di riunioni piuttosto noiose e un intervista fissata per fine giornata con un nuovo Hero emergente, l'unica cosa interessante di oggi a quanto pare.

«A che ora è fissato il primo appuntamento?». Domando prendendo tra le mani il numero uscito oggi, sfogliandone le pagine per controllare che in fase di stampa sia andato tutto bene, cosa che ormai faccio da anni perché una virgola messa male può far succedere di tutto. «10 e 20 signorina Aelin». Mi richiama all'agenda la mia collaboratrice, facendomi incurvare leggermente le labbra verso l'alto, alle 10:15 ho dato appuntamento a Shōta per prenderci un caffè ed è decisamente un incontro a cui non ho assolutamente intenzione di rinunciare, qualcuno potrà sicuramente sostituirmi per quell'ora e farsi la riunione al posto mio, e la cosa non può rendermi più felice.
«Bene. Annulla la mia presenza, verso le dieci ho un incontro piuttosto importante a cui non posso mancare».

La giovane passa la penna sulla pagina del giorno con un espressione piuttosto perplessa stampata in volto, le ho solo chiesto di annullare un appuntamento mica di mettersi in contatto con il presidente del Giappone. «Ma qui sull'agenda non c'è scritto nulla».

Sospiro posando il giornale sulla scrivania incrociando le gambe, non posso arrabbiarmi con lei, è proprio per la sua attenzione e il suo rigore che l'ho scelta. «È un fuori programma Emi, tu pensa solo a trovarmi un sostituto per questa mattina». La ragazza resta interdetta per un istante, poi mi rivolge un sorriso iniziando a segnare sull'agenda ciò che le avevo richiesto con tutta fretta. «Chiedo scusa per la mia insistenza signorina Aelin! Mi erano passate di mente le vostre imminenti nozze! Divertitevi e prendetevi pure tutto il tempo che vi serve, al resto ci penso io».
Non mi da nemmeno il tempo di controbattere che esce dal mio ufficio, lasciandomi parecchio spiazzata dalle sue parole e dal suo travolgente entusiasmo scoppiato all'improvviso, l'importante è che qualcuno di competente presenzi alla riunione al posto mio, il resto è un contorno irrilevante.

Prendo il cellulare nell'attesa che lo schermo del computer si accenda, per permettermi di controllare le notifiche, tra cui però non ce n'è nessuna del mio ragazzo; È da ieri sera che non mi risponde eppure il suo ultimo accesso risale a cinque minuti fa, è un atteggiamento strano da parte sua, ma magari sarà solo impegnato come lo sono io.
Entro su Instagram iniziando a scorrere tra le varie stories, trovandone a sorpresa una proveniente dal suo profilo postata piuttosto di recente, che cattura la mia attenzione, è in un bar a fare colazione e a giudicare dalla quantità di cibo sul tavolo non sembra essere da solo.

Scuoto la testa bloccando lo schermo del cellulare per buttarmi a capofitto sul lavoro, mi sono già distratta abbastanza e visto l'appuntamento che mi aspetta devo pure portarmi avanti.
Presto poca attenzione all'orario per tutto il resto della mattinata, venendo interrotta solo nel bel mezzo della chiusura di un articolo dal telefono del mio ufficio squilla.
«Aelin Ogawa». Porto la cornetta tra l'orecchio e la spalla salvando il file con il testo per una cronaca del prossimo numero.
«Signorina chiedo scusa. Aveva detto che alle 10:00 aveva un appuntamento, sono le 10:05». Lascio quasi cadere il telefono contro il legno della scrivania, lo salvo per un pelo ringraziando la mia segretaria velocemente e mettendo giù la cornetta, per fortuna avevo detto ad Aizawa che per le dieci e un quarto sarei stata lì, ho ancora 10 minuti per prepararmi e uscire.

Chiudo l'articolo e spengo il computer raccogliendo in fretta le cose sparse sulla scrivania e recuperando la mia borsa, infilandomi il cellulare nella tasca della giacca e uscendo dall'ufficio, chiamando l'ascensore schiacciando il pulsante con particolare insistenza. «Dai cazzo muoviti». Mi fiondo nell'abitacolo schiacciando il tasto per il piano terra e per far chiudere le porte, tirando un sospiro appena inizio a scendere, quando diventerò capo di questo posto farò installare un ascensore privato direttamente nel mio ufficio così da non essere mai in ritardo. Sistemo i vestiti e raccolgo i capelli in uno chignon piuttosto ordinato dandomi un ultima sistemata al trucco, non voglio presentarmi tutta trasandata. Il bar non dovrebbe essere molto lontano da qui, almeno non dovrò nemmeno camminare più di tanto per arrivarci.

When I was your Man|| Aizawa ShōtaUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum