CAPITOLO 43

10 4 3
                                    

<Selina!!!??> gridò allora mentre scansava la mano dell'anziana signora che aveva sul braccio cominciando a correre per i labirinti che erano i corridoi.
<Signore deve andarsene... subito> lo riprese la signora correndogli dietro.
<Selina!?> urlava per farsi sentire, per farle sapere che ci sarebbe stato.

***

Le contrazioni erano ogni 3 minuti.
Un grido di dolore.
Si piegò a terra e strinse forte i denti.
Con la mano si tenne al muro.
Poi un urlo. Una voce. La sua voce.
Quasi pianse dalla gioia.
Lorenzo! Era lì, lì per lei.
Dopo qualche secondo un'altra contrazione.
<AAAAHHH> gridò nuovamente.
La sua voce la sentiva sempre più vicina, sempre di più.
<Lorenzo sono qui!> esclamò cercando di farsi sentire.

***

<Lorenzo sono qui!> .
Selina, era lei.
Cominciò a correre nella direzione di quella voce così melodiosa quanto sofferente.
Stava succedendo qualcosa... ma che cosa?
D'un tratto trovò una porta in fondo alle scale.
Sembrava quasi una di quelle porte che facevano da entrata alle celle per gli schiavi di una volta.
Affrettò il passo, ma non si accorse che dietro alla porta c'era qualcuno. Alberto.
Un pugnale gli arrivò a graffiare la spalla destra.
Mugugnó di dolore e prese la sua arma angelica, che si portava sempre e dovunque.
<Chi sei?> cominciarono a combattere con sottofondo le urla della donna che amava.
<Alberto... ucciderò quella puttana nonché figlia dell'assassino di mia madre> ringhió.
Questo gli fece perdere le staffe: nessuno, nessuno doveva azzardarsi a toccarla!
<Bastardo adesso ti uccido!> gli si avventó contro con tutta la forza che aveva.
Sfortunatamente Alberto non si trovò impreparato: si difese e cercò di pugnalarlo sulla schiena, senza risultati.
I suoi occhi si erano tinti di un arancione, come se i suoi occhi fossero quelli di un demone.
<Cosa sei?> ringhió continuando a combattere.
<Un fortissimo mezzosangue, cacciatore> ammiccó spavaldo.
<Beh, allora mi dispiace per la tua dolorosa morte>.
Lorenzo sorrise e cogliendolo di sorpresa fece una finta e poi, con un affondo la sua spada gli trafisse il petto.
Alberto si ritrovò d'improvviso senza fiato.
<Ma che caz-...> non riuscì a finire l'imprecazione che un fiotto di sangue gli impestó la bocca facendolo sputare.
<Arrivederci Alberto. Potremo ritrovarci all'inferno> lo salutò Lorenzo andando via.

<Selina!!!> gridò ancora.

Dopo qualche minuto di strani suoni simili a quelli di due spade, Selina risentí la sua voce chiamarla.
<Sono qui, Lorenzo! Sono qui!> un dolore improvviso le attraversò il ventre.
Proprio adesso, proprio quel giorno doveva partorire?
Ebbene si.

Lorenzo la cercò su tutte le celle.
Dopo aver preso le chiavi ad Alberto, aveva liberato tutti.
C'era solo un giovane uomo dai capelli biondo platino e degli occhi azzurri.
<Sai dov'è Selina?> gli domandò.
<Certo, seguimi. Alberto l'ha torturata in quest'ultimi mesi. Comunque sono Cristiano> si presentò.
Lorenzo annuì distrattamente e lo seguí per il buio corridoio.
<Questa> affermò lui e gli prese le chiavi via dalle mani e aprí la porta di metallo.
<Selina?!>  esclamò.
Incinta... aspettate.
INCINTA?!
<T-tu... sei i-incinta?> chiese sorpreso.
Con in faccia un'espressione dolorante annuì.
<Di te... Lorenzo... sono in travaglio, cazzo!> esclamò tenendosi il ventre.
Lui guardò Cristiano come per accertarsi che tutto fosse vero.
Lo sguardo riandó alla giovane donna.
Gli occhi si inumidirono di lacrime.
Piangendo si inginocchió dinanzi a lei e le prese il viso tra le mani.
<Ti ho cercato dappertutto> e dopo la bació.
Quel bacio sapeva di bisogno e desiderio.
La passione respinta tutti quei mesi.
Ci mise tutto l'amore che provava.
Si baciarono fino a che non arrivò un'altra contrazione.
<I-io... devo partorire... sento che devo spingere... sennò potrei morirne> piagnucoló lei.
Lorenzo e Cristiano la aiutarono ad alzarsi e la portarono in un posto un po più comodo: una camera da letto.
L'appoggiarono su quel materasso comodissimo.
<Adesso sono ogni due minuti!> gridò tutta sofferente.
Nubi del cielo... ogni due minuti... tra un paio d'ore avrebbero potuto vedere loro figlio.
Selina cominciò a piangere.
<Mi sei... mi sei mancato Lorenzo... quando ti ho visto con quella> fece una smorfia sofferente e schifosa, <mi hai dimenticato più in fretta di quanto... AHHH> non finí la frase perché sentiva che doveva cominciare a spingere.
<Io... io spingo... comunque... sono felice che tu sia qui> sorrise appena.
Cristiano e Lorenzo si misero ai lati del suo corpo e gli diedero la mano.
Caspita quanto stringeva!
Credeva che gli avrebbe rotto la mano, addirittura.
Selina si dimenava come se fosse posseduta dal diavolo in persona.
<Sel, calmati> mormorò Cristiano.
Sel? Ma che soprannome era?
Lorenzo fece una smorfia e le strinse più forte la mano.
Arrivò una contrazione e spinse gridando.
<AHHHH....>
Selina chiuse gli occhi e strinse i denti tanto da farli digrignare.
<Respiri profondi... fai respiri profondi, Selina> le disse accarezzandole la guancia.
Lei fece quello che le era stato consigliato.
Spinse... spinse per ore.
Sembrava che fosse un'eternità.

Nessun domestico, nessuna anima viva si aggirava per casa: sembravano tutti spariti.
C'erano solo lui, Selina con le sue urla strazianti e Cristiano.
Già... Cristiano.
Non sapeva come etichettarlo.
Ma lasciò perdere perché quest'ultimo si era spostato in mezzo alle sue gambe.
<Forza Sel! Lo vedo, lo vedo! Devi spingere ancora...> esclamò, <saranno le ultime spinte se ti impegni di più!>.
Selina alzò lo sguardo su Lorenzo.
Era stanchissima.
<Non ce la faccio> mormorò cominciando a chiudere gli occhi.
<No, no. Tu ce la fai! Ce la fai!> la spronó.

Le prese il volto sudato tra le mani.
<Guardami> l'ammomí, <Ce la fai, Selina. Ce la stai facendo! Tra poco avrai tra le braccia il nostro bambino!> esclamò baciandola.
Lentamente aprí gli occhi e sorrise appena.
Annuì con un gesto impercettibile del capo.
Strinse la sua mano, il lenzuolo e i denti.
<AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH> gridò.
Dopo poche spinte, nel silenzio della casa, escluse le grida di Selina, un pianto si destó.
<Weeeeeeee> un versetto la fece sorridere e piangere.
Cristiano alzò un bambino tutto insanguinato e urlante.
<È femmina> sorrise sornione.
Lorenzo, insieme a Selina pianse.
Pianse di gioia: aveva ritrovato l'amore della sua vita.
Aveva scoperto che aspettava un bambino: sarebbe diventato padre.
Adesso avevano una bambina.
Cristiano la passò alla madre che la guardò sorridente.

Ma passarono pochi secondi quando la giovane donna, stremata dal parto cominciò ad impallidire.
<H-ho... tanto freddo> battè i denti.
Gli misero sopra una coperta.

<I-io... Lorenzo.. lo so che> si leccó le labbra divenute secche, <so che ti sembrerà strano... ma mi sto spegnendo, lo sento... Alberto mi ha torturata in questi mesi> non capiva dove voleva andare a parare, <non mi ha nutrito a sufficienza, non ci ha nutrito a sufficienza. E adesso... guarda le lenzuola Lorenzo>.
Lo sguardo cadde su dove l'aveva chiesto.
Intrise di sangue.
<Ma è ovvio che sia impregnante di sangue, hai appena partorito!> esclamò.
Lei sorrise stanca tenendo tra le braccia la bambina.
<Il sangue continua ad uscire Lorenzo> disse, <è diverso>.
<Amelia...> sussurrò.
Capí che si stava riferendo alla bambina ed annuì felice.
Entrambe, cominciarono a chiudere gli occhi.
<Ti amo Lorenzo. Ti ho sempre amato e ti amerò per sempre> bisbiglió mentre alla piccola Amelia si fermava il cuoricino.
Si vedeva, anche se con difficoltà, che il suo piccolo petto non si alzava o abbassava a dovere.
Non faceva nessun tipo di movimento.

<Cosa? No, no, no, no!> le scosse la testa mentre Selina apriva con difficoltà quegli occhi dorati.
<Ti amo... e anche Amelia> chiuse gli occhi.
Non li aprí più.
La stretta con cui teneva la neonata era ceduta che quasi quest'ultima cadde.

Selina... Amelia... erano morte.
La prima per il parto: aveva perso troppo sangue.
Amelia invece... la sua bambina... perché non era stata nutrita a sufficienza.

<Ti prego...> bisbiglió mentre baciava Selina.
Le scosse il viso mentre le lacrime gli rigavano le guance.
<Non morire... non lasciarmi!> piagnucoló baciandole tutto il viso ormai pallido e freddo, <.. non ora che ti ho ritrovato! No, ti prego, ti prego... no...>
Pianse su di loro: sulla donna che amava fin dal profondo e sulla sua bambina appena nata e morta subito.

Pianse, pianse e pianse.
Tutto il dolore scoppió su quei corpi ormai inermi.
Con la coda dell'occhio vide pure Cristiano piangere.
Certo, non come Lorenzo ma si era comunque commosso.
Lorenzo non ci credeva.
Selina... Selina era morta.
Era morta davanti ai suoi occhi!
La strinse a sé mentre il dolore lo vinceva.
Mentre si pentiva di non essere venuto prima, di non averle detto che l'amava prima che morisse.
Fino a quando non si addormentò su i due cadaveri.

Non gli restava più niente.

Se non il nulla.

/MY CORNER/
Sto piangendo.
Tantissimo.
Selina... e la piccola Amelia sono morte.
Anche Alberto fortunatamente.
Mi sento malissimo...
Finalmente, meglio tardi che mai, Lorenzo e Selina si sono ritrovati.
Lei gli ha giurato amore eterno.
Vi giuro che adesso piango come non mai!
Comunque vi ringrazio e bla, bla, bla.

Buona lettura

Ale❤️

WAR OF LOVENơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ