CAPITOLO 2

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     Il profumo del mare era una fragranza unica e genuina nel suo essere. Era la più naturale e fresca che avessi mai sentito, fatta di elementi sconosciuti a tutti. Era un misto di molte cose: del vento, del sole, dell'acqua fresca e del sale. Tutto questo contribuiva a renderlo la fragranza più pregiata e odorosa, che nemmeno i profumi più costosi sarebbero in grado di tenergli testa. Il mare riesce a trasmettere serenità solo nel guardarlo. Non so bene come ci riesca ma lo fa. Se è per questo, il mare è una tra le cose più importanti del nostro pianeta e dovremmo tutti impegnarci per salvaguardarlo.

Avendo vissuto a Londra e Madrid, negli ultimi anni, non andavo spesso al mare, ma solo durante le vacanze quando mamma riusciva a prendersi le ferie dal lavoro. Altrimenti per tre giorni, andavo a Barcellona con Candelaria, la migliore amica della mamma. Mi ero sempre dispiaciuta di essermi goduta così poco il mare. Il lato positivo di questo campo estivo era proprio questo: finalmente potevo farlo!

Ero sul ponte della nave che ci stava portando all'Isola di Spargi e lasciavo il permesso al vento di scompigliarmi i capelli. I miei polmoni si riempirono di quella fragranza naturale e chiudendo gli occhi mi immaginai tutti i pesci che erano immersi al suo interno. Nemmeno la terapia zen sarebbe stata in grado di vincere contro lo stato di relax rilasciato dal mare. Era qualcosa di magico, inspiegabile e calmante...

«Vedo che hai scoperto cosa faccio per rilassarmi.»

Sentii la voce di Elio e aprii gli occhi. Era accanto a me con le braccia poggiate sulla ringhiera che guardava all'orizzonte. Il vento tirava la sua canotta spostandogliela da destra verso sinistra in maniera molto veloce. I capelli biondissimi che gli ricadevano dalla fronte, gli finivano ripetutamente negli occhi.

«Credo di essermene innamorata.» Ammisi guardando un gabbiano che si poggiava sull'acqua per poi riemergere con un pesce in bocca. Questa era la catena alimentare...

«Benvenuta nel mio mondo, baby.» Annunciò estraendo un pacchetto di sigarette dalla tasca dei bermuda e se ne portò una alla bocca per poi accenderla. Si avvicinò ancora di più a me e mi accarezzò un braccio sorridendo.

Mi sentii davvero scossa da quel gesto. Non avevo mai permesso a nessuno di toccarmi in quel modo, riuscivo a tenere lontani sempre tutti. Ma non so perché, con quel ragazzo era diverso.

«Devo assegnare un punto a favore del campo estivo.» Sussurrai a bassa voce e lo guardai.

Aveva già una leggera abbronzatura.

«Per il mare? Per questo tutti noi lo amiamo.» Aprì le braccia indicandomi l'immensa distesa d'acqua che avevo avanti agli occhi.

«Ora vi riesco a capire.»

«La maggior parte di noi vive in città e riusciamo a goderci questa grande ricchezza che è il mare, solo grazie al campo estivo. Olly e Tancredi, che conoscerai domani, vivono a Roma. Gabriele a Milano come te e Brigida a Firenze. Anche lei arriverà domani. Deo è l'unico fortunato perché vive a Napoli. Lui vive il mare tutto l'anno. I genitori hanno un ristorante a Posillipo e a pochi metri c'è casa sua.» Si passò una mano nella folta chioma, spostandosi la fila verso il retro del capo e strizzò un po' gli occhi colpito dal sole quando si girò a guardarmi.

«Tu di dove sei?» Chiesi curiosa.

Aveva menzionato le città di tutti ma non la sua.

«Vivo un po' qui e un po' lì. Scherzo. Ho una situazione un po' complicata.» Spiegò accennando una piccola risata che fecero emergere delle piccole rughe attorno alla bocca, lo rendevano davvero tenero. Ma lessi nei suoi occhi il disagio e il nervosismo.

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