CAPITOLO 9

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La mia faccia colava sudore in continuazione, da far invidia al getto dell'acqua che usciva dal soffione della doccia. Faceva così caldo che le mie mutande si erano bagnate talmente tanto da diventare tutt'uno con la mia pelle. Giocare a basket a mezzogiorno non era stata proprio un'ottima idea. Facevamo in continuazione dei break per dissetarci. Deo si era scolato due bottigline d'acqua, Lele e mister simpatia Elio, passavano in continuazione il capo sotto al rubinetto dell'acqua per bagnarsi i capelli. Oli era nella mia stessa situazione, con la piccola differenza che si era messa in bikini. Massi l'aveva rimproverata diverse volte ma la spuntò sempre lei. La migliore di tutti fu Brigida, si inventò di avere mal di stomaco. Si era seduta a guardarci giocare a diventare dei ghiaccioli sciolti al sole. Anche la reginetta di 'sto cazzo Astrid, stava giocando e aveva fatto pure due canestri. Mio malgrado, non ero brava nello sport e di conseguenza mi limitavo a passare la palla a Deo o a Elio in quanto erano i più bravi. Lele era un po' impacciato, quasi quanto me. Riccardo per tutto il tempo cercava una scusa per venirmi addosso, a modo suo cercava di stuzzicarmi e ci stava riuscendo.

Il momento più bello fu alla fine della partita quando noi perdemmo. Come pegno, ci toccava pulire tutto il campo con annessi spogliatoi e spalti.

     «Siccome siete completamente bagnati e puzzolenti, andate a fare un tuffo.» Annunciò Massimiliano e dalla nostra parte, non esitammo nemmeno un secondo ad eseguire ciò che aveva appena detto.

Improvvisamente ci fu il caos generale. C'era chi si buttava in acqua con tutti i vestiti e chi si spogliava direttamente in campo per poi prendere la rincorsa e tuffarsi. Oli e i ragazzi si stavano già avviando, lasciandomi indietro. Diedi un'occhiata a Brigida che si stava spogliando per raggiungerli.

     «La moribonda si è ripresa!» Urlò Elio voltandosi verso di lei.

     «Dai, andiamo Brig.» Cercai di metterle fretta.

Che poi, dovevo ancora svestirmi.

     «Dovresti rimanere lì, bambulè.» Continuò Deo buttando una scarpa per aria che atterrò direttamente addosso alla mia amica.

     «No Brigid, tu non hai giocato e quindi niente bagno. Hai anche mal di stomaco.» Le ordinò Massi dirigendosi verso il mare.

Era anche lui a conoscenza del fittizio malessere di Brigida. La gang cominciò a prenderla in giro mentre si dovette vestire di nuovo. Mi sedetti su una delle panche e mi tolsi i calzini poggiandoli sulle scarpe.   Nel mentre mi abbassavo, qualcuno mi prese in braccio e cominciò a correre. Successe tutto così in fretta che non ebbi modo di vedere chi fosse perché mi ritrovai direttamente sott'acqua ancora fra le sue braccia. Dal suo tocco e dalla corporatura sapevo chi fosse. Emergemmo in superficie e mi ritrovai a fissare gli occhi blu di Elio, dove al suo interno c'ero io riflessa. Anche lui mi stava fissando, più che altro mi stava esaminando. Se non ci rompevamo le scatole almeno una volta al giorno, non eravamo noi.

     «Guarda che stavo venendo.» Iniziai a fare questione, fingendo di essere arrabbiata. A dirla tutta, amavo discutere con lui. Era il mio passatempo preferito. Mi divertivo un mondo e lui mi dava corda dandomi le risposte più adatte. Aveva sempre una frase pronta e di un certo calibro. Alcune volte mi chiedevo se ci pensasse la notte o se gli venissero sul momento.

     «Appunto: stavi. Ti ho evitato di camminare fin qui. Dovresti ringraziarmi, baby.» Rispose strofinandosi i capelli e schizzò un mucchio di acqua sulla mia faccia.

     «Ah sì? Tu mi hai scaraventata in acqua contro la mia volontà.» Cercai di dar peso alla cosa e continuai ad essere arrabbiata.

     «Andiamo Ari. Non ti ho di certo rapita o stuprata.»

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