Capitolo V

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Rachel Whittemore era una donna molto vivace, sulla sessantina, chiunque l'avesse incrociata sul suo cammino non faceva mancare parole di elogio per quella signora così carina e disponibile. Aveva una grande passione per gli animali e i dolci, che adorava portare ai suoi vicini di casa, ma, cosa più importante, viveva alla porta affianco a quella di Lexie.

JJ e Rossi quando bussarono alla sua porta per interrogarla sull'accaduto vennero accolti da una valanga di centrini cuciti a mano e chincaglierie varie che si possono trovare solo nella casa di una nonna, oltre che da un profumo invitante di torta fatta in casa.

«Quindi, signora Whittemore, potrebbe raccontarci cosa ha visto la scorsa notte?» chiese JJ dopo aver rifiutato cordialmente per la quinta volta un pezzo della torta al cacao che la donna aveva da poco sfornato.

«Ho già detto tutto alla polizia»

«Lo sappiamo, signora. Ma ogni dettaglio che le viene in mente può esserci di molto aiuto»

«Va bene, vediamo. Era molto tardi, verso l'una o le due di notte e in genere io a quell'ora dormo, ma quella sera non riuscivo proprio ad addormentarmi, così mi sono fatta una tisana per calmare i nervi» iniziò il racconto la donna.

«Ha sentito qualcosa? Qualcuno gridare o rumori molesti?» incalzò la profiler.

«Credo di non potervi essere di aiuto in questo. Porto l'apparecchio acustico ormai da anni e la sera prima di andare a letto lo levo sempre» il viso della donna si rabbuiò «Avrei potuto aiutarla, non è così? Se solo avessi sentito...»

«No, signora, non dica così. Non è colpa sua se Lexie è stata rapita. La colpa è di chi commette certe azioni.» la rassicurò l'agente.

«Vada avanti col racconto. Come si è accorta che era successo qualcosa?»

«Allora, non avevo l'apparecchio acustico messo per quell'orario, ma verso le tre di notte continuavo a non riuscire a prendere sonno, e quindi ho deciso di guardare un po' di TV qui in salotto. Appena l'ho accostato all'orecchio ho sentito distintamente un miagolio inferocito e qualcosa grattare la porta di casa mia» fece un respiro profondo «Era Tommy, il gatto di Lexie» e come se si fosse sentito chiamare, un gatto rosso spuntò da una delle stanze della casa e si accoccolò sulle gambe di Rachel.

«Sembrava molto spaventato, ho controllato e la porta di casa sua era aperta. Sono entrata per vedere cosa fosse successo, ma c'era tanto disordine ed era molto strano. Sapete, Lexie mi tiene molta compagnia, a volte lei passa pomeriggi interi qui e altre volte invece vado io da lei e casa sua è sempre stata molto ordinata. Poi dopo aver visto il sangue ho chiamato immediatamente la polizia.» finì il suo racconto.

«Quindi la conosceva bene?» chiese JJ «Perché non ci parla di lei? Che tipo è Lexie?»

«Oh è una cara ragazza. Sapete, ha salvato Tommy l'anno scorso, voi lo vedete ciccione, ma questo piccolino era pelle e ossa quando Lexie lo ha portato a casa.» disse accarezzando l'animale, che si beò di quel tocco. «Poi studiava molto. Stava per laurearsi, povera ragazza» una lacrima scappò dal controllo dell'anziana «Scusatemi» disse asciugandola via con un colpo di mano.

«Non si preoccupi. Che lei sappia Lexie aveva una relazione o qualcosa di simile?» chiese JJ.

«Non si confidava su queste cose con me, però una volta, stavamo prendendo a casa sua un tè, quando arrivò una sua amica, Suzie mi pare, e non smetteva di prendere in giro un ragazzo che evidentemente andava dietro a Lexie»

«Si ricorda il nome?» provò a chiederle David.

«Mi chiedete troppo, purtroppo no, è stato un po' di tempo fa»

Poco dopo i due profiler andarono via, dopo aver rifiutato ancora una volta il dolce di Rachel e andarono dritti verso il resto della squadra.

Spencer e Derek appena arrivati al quartier generale dal luogo del ritrovamento dell'ultima vittima, vennero accolti da un Aaron Hotchner e una Emily Prentiss molto preoccupati.

«Cosa avete scoperto?» chiese Morgan, permettendo a Prentiss di spiegare tutto quello che le aveva illustrato il medico legale.

Durante quella spiegazione, Hotch si allontanò dal suo team per rispondere al telefono, tornando da loro poco dopo.

«Sono arrivati gli amici di Lexie, quelli che erano con lei ieri sera. Reid, Prentiss interrogateli, se riesce ad entrare in casa loro non è da escludere che le segua nella quotidianità. Forse ieri era con voi in quel locale.»

Suzie era solita mangiarsi le unghie nelle situazioni che le procuravano un forte stress ed essere nella base operativa dell'FBI perché la tua migliore amica è stata rapita rientrava decisamente in quelle situazioni.
Reid entrò nella sala riunioni dove avevano fatto accomodare la ragazza e lei lo riconobbe subito.

«Sei il tipo carino» le sfuggì in un sussurrò.

Spencer fece finta di non averla sentita e Suzie gliene fu grata.

«Suzanne Andrews, giusto?» al cenno di assenso della ragazza, continuò «Sai perché sei qui?»

«Perché un pezzo di merda schifoso ha rapito la mia migliore amica» non riuscì a nascondere la rabbia.

«Cosa sai dirmi di lei? Qualcuno di nuovo era entrato nella sua vita di recente o aveva dei nemici?»

«Nemici? Per carità, no. Insomma, non si può piacere a chiunque, ma addirittura dei nemici, mi sembra eccessivo»

«Allora, qualche spasimante?» riprovò lui.

«Non so cosa dirle, agente» sottolineo l'ultima parola «fino a due secondi fa, avrei giurato che quel pezzo di merda fosse lei» Spencer restò un attimo di stucco, per poi tornare a rilassare i muscoli del viso. Suzie aveva ragione, era lui l'estraneo con cui aveva lasciato Lexie la sera prima e ora la sua amica era scomparsa.

«Comprendo perfettamente cosa stai passando. Sto facendo il possibile per trovare Lexie.» sospirò «Le avevo lasciato il mio numero e stamattina ho trovato un messaggio in segreteria. Ho sentito cosa le ha fatto quel bastardo e so cosa le starà facendo adesso perché lo ha già fatto ad altre cinque donne. Quindi se sai qualcosa che possa aiutarci, per favore, dimmela.» Suzie abbassò lo sguardo.

«C'è un tipo che le viene dietro da un po' di tempo, Marcus, fa il cameriere al Magician. È un tipo strano, le fa sempre delle battutine per attirare la sua attenzione, ma non le ha mai chiesto di uscire» disse con cautela.

«E lei, come reagisce?» chiese Reid.

«Non gli dà corda. Lexie è di animo buono, non darebbe mai false speranze ad un tipo per cui non prova il minimo interesse»

«Qualcun altro?» provò a chiedere.

«Non che io sappia. Lexie è abbastanza riservata. Insomma, le piace divertirsi, come chiunque a vent'anni, ma insomma...»

Suzie non riusciva ad immaginarsi quale mente malata avrebbe potuto avercela con la sua amica. Il solo pensiero di non rivederla mai più le creava un groppo in gola.

Dopo qualche altra domanda di routine, Spencer fece per andarsene, ma venne fermato dalla voce della giovane.

«La troverete, vero?» chiese la ragazza, speranzosa.

Spencer ebbe qualche difficoltà a guardarla negli occhi, «Faremo il possibile» e abbandonò la sala riunioni, lasciandola sola con la sua malinconia.

Magician/Criminal MindsWhere stories live. Discover now