Non senza prima inciampare nei suoi stessi piedi e quasi schiantarsi contro il muro, ovviamente.

Taehyung aggrottò la fronte e si convinse ad aprire gli occhi, arreso all'idea che il suo sonno si fosse concluso dal momento stesso in cui avevano bussato alla porta; fece sbucare la testa da sotto la coperta posatagli addosso da JK e si issò sul gomito, puntellandolo sul petto di JK mentre si massaggiava un occhio con l'indice. La trapunta scivolò sulla sua testa con un lieve fruscìo e si annidò poco più sotto delle spalle, scoprendolo parzialmente; con la mano libera si spostò i capelli dalla fronte e si schiarì la voce.

«Non è carino rivolgersi in questo modo alla servitù. Avresti potuto chiederle di uscire un po' più gentilmente» lo riprese bonariamente, biasciando le parole con voce impastata e sorprendentemente roca. Sbadigliò silenziosamente contro il suo palmo e si stiracchiò appena, arricciando il naso alla piccola fitta alla schiena e all'indolenzimento generale. 

Con fare naturale, le braccia di JK gli si avvolsero attorno alla vita per convincerlo ad abbandonare l'idea di alzarsi dal letto ed, invece, assecondare la -sicuramente più allettante- ipotesi di distendersi nuovamente su di lui; sentì i pollici di JK lasciargli qualche carezza sulla parte bassa della schiena e Taehyung strisciò appena per posare il capo nell'incavo del suo collo. Un brontolio roco gli riecheggiò nell'orecchio e sorrise tra sé percependo la punta del naso di JK passare contro la sua spalla su cui, successivamente, venne lasciato un piccolo bacio. 

«Invece è carino che la servitù entri in stanza senza permesso per portare la fottuta colazione e, in più, godere della vista del tuo corpo?» obiettò quindi con fastidio palese.

Taehyung sistemò il viso nell'incavo tra la spalla e la gola e scosse vagamente la testa, portando una mano sul suo volto per potergli lasciare piccole carezze sullo zigomo. «Non è colpa sua, sono le regole. Che poi tu abbia minacciato tutta la servitù del palazzo in cui viviamo più l'intera armeria per evitare di essere disturbato al mattino è un'altra storia» lo rimbeccò Taehyung, anche se il mezzo sorriso era fin troppo percepibile per risultare come un vero e proprio rimprovero.

Sentì le labbra stendersi ancora di più in concomitanza con l'espandersi nel petto di un calore confortante e piacevole per come le dita di JK avevano preso a scorrere lungo la linea della sua schiena per poi fermarsi sulla nuca, insinuandosi tra i suoi capelli per iniziare una sorta di coccola che non si aspettava. 

Non avrebbe mai immaginato che JK si sarebbe potuto abituare così in fretta dall'essere vezzeggiato e coccolato e che, a sua volta, lo facesse con lui. Era una sorpresa così piacevole che gli sembrò quasi di potersi sciogliere al contatto. 

La sorpresa per quei gesti non era solo di Taehyung; anche per JK era sconosciuto il motivo per cui le sue mani sembrassero muoversi da sole come preda di volontà propria per assecondare quei gesti da cui, incredibilmente, traeva conforto a sua volta. Gli piaceva sentire la mano di Taehyung contro la propria guancia, era proprio come ricordava: piacevole, confortante e quasi tranquillizzante. Come un'abitudine che si rivive dopo tanto tempo, così erano per lui quei gesti rivolti a Taehyung. 

Coccolarlo, parlargli, ascoltare i suoi piccoli mugugni contenti in risposta a qualche carezza in qualche punto particolarmente gradito, o anche l'essere semplicemente insieme era una cosa che amava per una moltitudine di motivi- il primo tra tutti, perchè sembravano essere parte di un mondo che apparteneva solo a loro in cui nessun altro esisteva.

Come caduti in un universo parallelo, era in momenti come quello che a JK sembrava che il mondo avesse smesso di girare, il tempo di scorrere, gli eventi di accadere e le voci di accavallarsi; a ricoprirli, invece, solamente una quiete in cui crogiolarsi e da cui lasciarsi lambire con la stessa serenità del sospingersi delle onde sulla riva. 

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Where stories live. Discover now