Neoliberalismo

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Una guida semi-formale al sistema socio-economico della Terra C

JANE: E' questo quello che vuol dire essere adolescenti, no? Prendere decisioni sbagliate, abbracciare una causa con tutto te stesso, anche se non la conosci così tanto bene...

Jane alzò gli occhi al cielo.

JANE: ah, questa devo scrivermela...

Capitolo 1. Jane

Erano le nove manca un quarto. Era questa l'ora che segnava precisamente il suo orologio da polso con il cinturino di pelle – un regalo di suo padre – ed era anche quello che segnava, con un minuto di sfasamento, quello del suo ufficio alla Betty Crocker Corp. ©.

Jane detestava dove aspettare. Detestava aspettare anche se stessa, il tempo di elaborare alcune idee e metterle nero su bianco, o almeno costituire un buon circuito nei suoi neuroni da poter utilizzare per esporlo a qualcuno.

Da un po' di tempo aveva a cuore il sistema economico della Terra C. Sì, non era come parlare di che pasticcini portare all'ora del tè, e il senso di responsabilità che aveva la tediava come il guanto di gomma che le si appiccava sulla mano mentre lavava i guanti.

Ebbene, non c'erano tante aziende sul pianeta C. A parte la sua, di un marchio rinomato già sulla vecchia Terra B. Aveva avuto estrema difficoltà a vedere la sua impresa come uno strumento facinoroso di un'antichissima imperatrice aliena – aveva avuto la sua dose di meditazione, durante il gioco. Ora doveva prendere le redini in mano e condurre quel carro in un posto sicuro, senza che i cavalli si spaventassero troppo.

A quanto sapeva, in quel mondo la scarsità non esisteva. Era tutto nuovo, più lustro di una fruttiera in ceramica regalata a un matrimonio. Il sistema capitalistico sarebbe anche potuto essere abrogato, per come stavano le cose. C'erano alcune imprese alimentari e di brand come la sua, ma erano in mano a lobby e multinazionali.

Tutto il sistema economico era stato ribaltato dai boondollars di SBURB. Gli otto umani che erano passati attraverso la porta per il loro "premio", avevano soldi infiniti alla fine della sessione. Il sistema videoludico di SBURB le aveva fatto capire quanto il denaro fosse futile e una semplice invenzione dell'uomo per rendere più semplice il baratto in una società complessa.

Nel corso dei secoli, il denaro è diventato sinonimo di ricchezza e dunque di potere...e lei, la reginetta erede della corporazione, aveva sentito il sapore dell'oro in bocca molto presto nella vita. Il gusto non le era amaro, ma ormai ci era così avvezza che non avrebbe avuto senso farne a meno, neanche in un mondo come quello.

Che fosse un espediente, come il cibo, di sopperire ai suoi bisogni sentimentali? Che fosse l'unico modo di rimanere ancorata a qualcosa, per lei che era così importante avere stabilità e una certa "corporalità" del proprio status?

Jane aveva una bella scrivania di cedro scuro. Una di quelle scrivanie di legno intarsiato e lucidato che ti fa venir voglia di accarezzarlo. La sedia costruita in tre blocchi, anch'essa di legno, di pregiata manifattura antiquaria. Anche quella sedia le faceva venir voglia di allungare una mano e toccarla, come prova tangibile della sua posizione.

Visto che non c'era nessuno, Jane sobbarcò tutta la scrivania del suo peso, buttandosi in avanti e allargando le braccia sul legno fresco. Piegò la faccia di lato, in modo da poter respirare.

JANE: Cavolo, non riesco proprio a raccapezzarmi su quest'idea.

JANE: CI ho pensato un sacco di tempo! Se questa società dovrà diventare neoliberista come lo desidero, la mia azienda diventerà l'emblema di un apparente ordoliberalismo anarchico (prendendo un potere governativo in quanto in grado di esercitarlo), e le persone mi odieranno.

NeoliberalismoWhere stories live. Discover now