Capitolo 3: Amy

Comincia dall'inizio
                                    

"Brie, tesoro, hai mai provato a non cercare? Magari vi state rincorrendo in cerchio e non vi incontrerete mai se uno dei due non si ferma ad aspettare"

"E se ci fermassimo nello stesso momento cosa risolverei?"

Discussione sterile quella dell'amore se fatta con una innamorata dell'idea di ricevere amore. Non mi resta che alzare gli occhi al cielo e finire il pranzo che, Brie ha ragione, sa proprio di suoletta delle scarpe.

"Vieni da me a studiare" dico per cambiare argomento.

"Sì con piacere, nel dormitorio stanno succedendo un po' di drammi familiari ultimamente"

Mentre torniamo verso casa mi racconta che una delle sue vicine di stanza aveva ospitato una sua amica all'insaputa dei genitori solo perché potesse stare vicina al suo ragazzo. Il padre della povera innamorata è andato a riprendersela per riportarla a casa, trascinandola per un braccio mentre lei dichiarava il suo amore per un certo Anthony e veniva osservata da una schiera di inquiline affacciate lungo tutto il corridoio del dormitorio. Così Brie ha capito che era meglio svignarsela piuttosto che discutere la propria opinione in merito alla sceneggiata.

"Almeno lei ha un padre che ci tiene alla sua verginità" dichiaro con freddezza.

Una volta tornate mi concedo una lunga doccia e, siccome siamo alla fine dell'estate e fa ancora caldo, mi permetto di girare scalza per l'appartamento con un asciugamano attorno al corpo e i capelli bagnati.

Era l'ora di concentrarsi per riascoltare le lezioni registrate e riscrivere tutto al computer. Per fortuna ho una buonissima agilità nelle mani e una coordinazione occhio orecchio molto forte. Il mio primo ragazzo mi aveva insegnato come tenere le mani sulla tastiera in modo da non lasciare alla mano destra la maggior parte del lavoro e ora mi stava tornando davvero utile.

Cuffiette: messe.

Dita: scrocchiate.

Audio: on.

Parto e per una decina di minuti dimentico perfino della presenza di Brie allo stesso tavolo. Fin quando

"Amy" ... "Amelia ti ho chiamata 5 volte" dice togliendomi una cuffia. "ho un'idea"

"Spero sia buona perché dovrò mandare indietro la registrazione e non riuscirò mai a trovare il punto preciso con questa macchinetta antica del cavolo" (già era una di quelle cose dall'aspetto vintage e con i tasti che rimangono incastrati se primi troppo forte)

"Ti ho trovato un lavoro"

"Impossibile" ma ha comunque la mia completa attenzione.

"Tutor di studio" dice mimando in aria con le mani uno striscione, come se quel lavoro esistesse e potesse essere pubblicizzato su uno di quei cartelloni enormi lungo le strade.

Abbasso lo sguardo per vedere a che punto della registrazione ero arrivata.

"Guarda che è una cosa seria! Potresti trascrivere anche le loro lezioni... Tanti ragazzi e ragazze del mio corso faticano a studiare bene tutte le materie con i soli appunti striminziti che hanno e molti non sbobinano perché sono pigri, anche se è una cosa a mio parere molto comodo."

"E come pensi che potrei farmi pubblicità?! Hei ciao se mi dai dei soldi ti scrivo tutte le lezioni che registri! Non mi inventerei mai un lavoro solo perché la gente non ha voglia di farlo da sé"

"Amy la maggior parte dei lavori sono così... dimmi allora perché ordini del cibo al ristorante se puoi cucinartelo da sola?"

"Ok ok farò dei pezzi di carta con mio numero di telefono e li appenderò per il campus, contenta? Non mi chiamerà nessuno fidati"

Proteggimi da teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora