6 Luci

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Ciao, mi chiamo Jimin e questa è la mia storia, la storia di come loro hanno migliorato la mia vita...

Ho 16 anni e frequento il terzo anno di liceo, mi sono appena trasferito d'istituto quindi non conosco nessuno ma nonostante abbia passato solo pochi giorni dentro la mia nuova scuola sono già riuscito ad essere preso di mira, di nuovo, non so per...

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Ho 16 anni e frequento il terzo anno di liceo, mi sono appena trasferito d'istituto quindi non conosco nessuno ma nonostante abbia passato solo pochi giorni dentro la mia nuova scuola sono già riuscito ad essere preso di mira, di nuovo, non so perché ma tutti mi trovano il bersaglio perfetto, forse perché sono insicuro, non saprei... l'unica cosa di cui sono certo è che in qualsiasi scuola io vada mi succede sempre qualcosa di brutto, infatti il motivo principale del mio trasferimento è stato il bullismo da parte dei miei ex compagni di classe che secondo i professori non adagiava la "mia condizione", come se cambiare scuola avrebbe cambiato qualcosa... Le persone hanno la più pallida idea di quello che devo subire anche a casa? Beh no... Nessuno mi ha mai capito e nessuno mi capirà mai, del resto sono solo il "ragazzo strano" oppure quello depresso, le persone giudicano e non smetteranno mai, ma hanno la più pallida idea del dolore che si prova a causa di quelle parole? A volte vorrei soltanto che smettessero, che tutto si fermasse ma per farlo c'è solo un modo o almeno così credevo...

Pov Jimin
<JIMIN! ALZATI, SEI IN RITARDO > urlò una voce maschile dal piano di sotto facendomi svegliare. Come ogni giorno sono andato a farmi la doccia per prepararmi ad un'altra giornata monotona e successivamente mi sono vestito e ho raggiunto mio padre come sempre già ubriaco <Sto uscendo > ho sospirato non osando alzare gli occhi da terra per la paura <Oggi escono i risultati del test, ti conviene aver preso il massimo o ci saranno delle conseguenze, HAI CAPITO? > mi urlò contro tirandomi i capelli e costringendomi a guardarlo negli occhi, quegli occhi mi hanno ricordato chi è la causa di tutti i miei problemi... se lui non avesse mai picchiato la mamma, lei a quest'ora sarebbe con noi, con me, ma ormai è troppo tardi, mi ha lasciato, mi ha abbandonato nelle mani di questo mostro. Per evitare il peggio sono scappato ma ormai sono abituato, qualche schiaffo non farà mai più male della cicatrice che ho nel cuore. Come sempre ho preso il bus dove mi sembrava di avere tutti gli occhi addosso e minuti dopo sono arrivato nelle vicinanze della scuola, conosco benissimo le strade di Seoul quindi non ho avuto problemi nel trovare la strada, infatti, minuti dopo, sono giunto a destinazione.
Una volta entrato sono stato travolto dalla folla il che era strano poiché generalmente  qui è sempre tutto calmo, ma approfittando della situazione sono riuscito ad arrivare in classe completamente inosservato.
<Hai sentito??? I Kim sono tornati a scuola > disse una ragazza poco lontana da me <sì, certo che si sentiva la loro mancanza, senza di loro la scuola è un mortorio> <infatti, inoltre... Sono così attraenti, quanto vorrei dichiararmi ma... Non so chi scegliere, hahaha> i Kim? Chi sono? Questa domanda mi tormentava ma la mia attenzione venne improvvisamente attirata dalla prof che stava consegnando i test <complimenti Park Jimin, nonostante tu ti sia trasferito da poco sei già il migliore, continua così > disse la prof e confortato da quelle parole ho guardato il foglio davanti a me ma... 90/100... Improvvisamente le lacrime hanno iniziato a scorrermi dagli occhi e sono corso in bagno, ditemi che è uno scherzo, mi ucciderà, non posso tornare a casa, non posso, aveva detto il massimo, il massimo...
Le lacrime continuavano a scorrere e senza che me me accorgessi arrivò l'ora di pranzo e sperando di non incontrare nessuno mi sono recato vicino al mio armadietto ma... <Bene, bene, pensavamo fossi scappato> disse uno dei ragazzi che mi circondavano di cui ancora non sapevo il nome ma effettivamente c'era un modo per chiamarli... Bulli.
<cosa volete da me? Lasciatemi in pace, non vi ho fatto niente> ho detto fra le lacrime ma come se quello che avessi appena detto fosse aria iniziarono a picchiarmi <Ancora non hai capito chi comanda qui? Come ti permetti di dirci quello che dobbiamo fare? > <Sei così grasso che mi sembra di colpire un maiale> loro non potevano capirlo ma quelle parole erano peggio delle botte <che noia, sai solamente piangere > continuò un altro fra i ragazzi e poco dopo tutti si allontanarono lasciandomi solo, recuperando un po' di forze sono riuscito ad alzarmi ma ormai non avevo più voglia di mangiare anzi improvvisamente un senso di vomito mi prevalse e corsi in bagno <Hai sentito del nuovo ragazzo? Pare che la madre si sia uccisa perché il marito la picchiava> <si, poverino, che pena> <vero, ma conviene tenerci alla larga da quel ragazzo problematico, potrebbe farci del male > ragazzo problematico? Adesso sono diventato anche un mostro? Quando vi renderete conto che i veri mostri siete voi che dite queste cose? Perché invece di aiutarmi mi accusate? Mi sono stancato di gridare aiuto ed essere ignorato.
Sopraffatto dalla tristezza mi sono abbandonato alle lacrime che anche questa volta sarebbero state ignorate.
Arrivò il pomeriggio e mentre tutti si recavano alle attività pomeridiane io tornavano a casa nonostante fossi a conoscenza di quello che mi avrebbe aspettato. Poco tempo dopo arrivai a destinazione dove, oltre la porta, seduto sul divano c'era mio padre che a quanto pare aveva avuto una brutto giornata a lavoro <Alla fine sei tornato... Pensavo te me fossi andato, come lei > <No, ho appena finito le lezioni> <Quindi? Il test? Fammelo vedere > a quelle parole presi il foglio e già con le lacrime agli occhi glielo porsi <I-io farò di meglio... La prossima volta h-ho> <La prossima volta? LA PROSSIMA VOLTA?> improvvisamente l'uomo si alzò in piedi e iniziò a togliersi la cintura per poi mettersi dietro di me e sussurrarmi alle orecchie <sai oggi il mio capo mi ha richiamato, a quanto pare avevo sbagliato a scrivere un documento, io l'ho implorato di darmi una seconda possibilità e lui mi ha licenziato, capisci? NON C'È UNA SECONDA POSSIBILITÀ > a quelle parole la cintura mi colpi la schiena così forte da farmi uscire sangue ma nonostante le lacrime e le urla, il mostro continuava senza tregua a colpirmi, dopo un po' di tempo ho sentito una voce, era calda ma non capivo cosa diceva fin quando qualcuno non buttò giù la porta,  6 luci erano davanti a me e qualcuno mi stava prendendo in braccio per portarmi fuori, volevo vederli ma avevo così sonno che non sono riuscito a individuare il loro volto, ma una voce interiore mi portò a pronunciare queste semplici parole "Salvatemi"





Chapter 1 by Edith200602💜💜💜

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⏰ Last updated: Jan 17, 2021 ⏰

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