CAPITOLO 8

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Erano sull'Argo II da alcuni mesi e Gea stava per svegliarsi completamente. Attualmente, erano diretti a Roma per chiudere le porte della morte. Nico Di Angelo, il figlio di Ade, era stato un fantasma intorno alla nave negli ultimi giorni, a malapena riusciva a dire poche parole. Alla fine, arrivarono a Roma e andarono dove Nico credeva fossero le porte. Scendendo, incontrarono mostri, statue arrabbiate e fantasmi. Frank divenne pretore e Hazel usò la sua abilità per trovare tunnel utili. Erano vicini alla fossa del Tartaro e stavano parlando quando i sette udirono uno sbuffo da destra.

"testa di manzo ..." ringhiò Percy, estraendo la spada. Il minotauro, nella sua straordinaria gloria da pannolino, non mirava al figlio di Poseidone, ma piuttosto alla dea. essa cadde verso il pozzo, Percy le prese la mano all'ultimo secondo. Stavano scivolando, non c'erano dubbi.

"Percy, torna su. Starò bene. Qualcuno deve chiudere le porte. Lasciami andare." lo supplicò Artemide.

"No." Il figlio del dio del mare era troppo testardo per il suo bene.

"Sono il tuo tutore, Arty, e il tuo campione, sarò con te fino alla fine." Artemide sorrise tristemente.

"No, non lo farai." Gli lasciò la mano e dalla fossa si udirono le parole "Ti amo ...". Percy si mise a sedere, le lacrime che minacciavano di fuoriuscire dai suoi occhi. Si rivolse a Nico.

"2 settimane. Andate alle porte della morte, noi saremo dall'altra parte. Buona fortuna, amici miei." Con quel semplice messaggio, ha fatto un drammatico backflip nella fossa.

Perseus Jackson : l'eccezioneWhere stories live. Discover now