CAPITOLO 8

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Ero terrorizzata e tremante al fatto di andare dal preside con il professore che più temevo, mi dava brividi. Ero nel corridoio, davanti a me il professor Piton e Silente diretti subito all'ufficio per chiarire il mio gesto.

Fu in quei momenti che pensai a mia madre, mio padre e tutto ciò che fecero per tenere al sicuro il mio segreto, ed io, invece, in soli quattro giorni avevo capovolto la vita di tutti ad Hogwarts.

"entri signorina Cooper, o dovrei dire Riddle?" queste furono le parole pronunciate da Piton; io ero lì, immobile, non riuscivo nemmeno a pensare, quelle parole mi sconvolsero la mente come mai mi era accaduto prima. Non riuscivo nemmeno a tremare, e iniziai a pensare che tutti avrebbero iniziato a trattarmi come mio padre, perché ero diversa.

Silente mi schioccò le dita davanti il mio viso, era come se mi avesse svegliata da un trans; "io.... Non... io..." iniziai a balbettare, incosciente di pronunciare una parola completa.

Piton mi prese per il braccio e mi buttò sopra la sedia davanti la scrivania di Silente, quest'ultimo  iniziò a parlare: "signorina Cooper, io lo sapevo; sono un grande amico di tua madre, fin dall'infanzia. Mi raccontava di tutto, i segreti più oscuri, compreso questo. Il tuo gesto di salvare Draco è stato ammirevole ma immaturo, a tal punto da far rivelare il segreto a vari professori, come in questo caso al professor Piton"

"ma se mia madre stava con Tom, il tuo peggior nemico, perché parlava con te?" riuscii a dire solo questo, concentrandomi alle parole su mio padre e non al fatto del mio segreto.

"incosciente ragazzina, non devi fare nessun tipo di domande sul passato" disse Piton con quella voce disgustosa e arrogante di "so tutto io".

Mi alzai di scatto, non ero capace di iniziare una conversazione, Silente lo capì subito e mi fece uscire. Corsi subito nella mia stanza, senza far caso a tutti gli studenti del corridoio che mi fissavano mentre il mio viso si ricopriva di lacrime.

Sbattei la porta della mia stanza, mi sdrai sul letto sommersa di pensieri negativi e dopo ore mi addormentai. Mi svegliai e non ero affatto nella mia stanza ad Hogwarts. Le pareti erano fatte di roccia scura, il freddo penetrava all'interno, non vi era una finestra ma solo una porta chiusa a chiave.

Cercai di aprirla ma qualcuno al suo esterno la aprì entrando nella stanza. Potevo sentire la pelle d'oca in tutto il mio corpo: era VOLDEMORT, mio padre.

"figlia mia, abbracciami, vieni qui da me" disse fissandomi negli occhi. Era come se mi avesse ipnotizzata e inconsapevolmente mi buttai su di lui. Mi prese il viso con le sue mani e lo alzò affinché lo guardassi negli occhi. E iniziò a parlare:
"non credere alle voci che girano su di me, non sono cattivo, o almeno non lo ero. Ad Hogwarts cercavo di socializzare ma nessuno mi voleva come amico. Venivo deriso, bullizzato, picchiato solo per le mie differenze. Alcuni erano gelosi, altri impauriti ma io ero solo un ragazzino che non sapevo nulla sulla magia o su ciò che potevo fare. L'unica che mi capiva era tua madre, una bellissima ragazza che stava sempre con me fino a quando non arrivò Silente, lui me la rubò, la fece allontanare da me ma io non potevo permetterlo, per questo incantai tua madre per farla allontanare da quel lurido ragazzino e averla tutta per me"

"perché mi stai dicendo queste cose?" lo interruppi con sguardo severo ma allo stesso tempo dispiaciuto e sorpreso.

Lui ribatté: "voglio dirti la mia vera storia, dal mio punto di vista. Dopo che tua madre non parlava più con Silente, lei stava solo con me e si affezionò a tal punto che andavamo a letto insieme ed avevamo una vera storia; fino a quando lei diventò incinta; la prima persona a cui lo disse fu Silente, lo invitò nella sua stanza senza considerare un opzione: io potevo entrare in qualsiasi momento, e fu così. Entrai nella stanza di tua madre per chiederle di uscire ma la vidi nel letto accoccolata con lui. Il mio cuore si spezzò e l'unico mio desiderio fu la VENDETTA. La mia parte oscura, che non volevo che prendesse il controllo del mio corpo vinse. E poi il resto lo sai già..."

Io ero in lacrime, non sapevo cosa dire ma sembrava che lui stesse ascoltando i miei pensieri ed era così.

"Y/N COOPEEEER" sentii da lontano e mi svegliai di botto. Ero nella mia stanza ed Izi era accanto a me cercando di svegliarmi. Ed io capii: ERA TUTTO UN SOGNO, ma era così reale. Per questo decisi di correre subito dalla professoressa di divinazione Sibilla Cooman.

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