8 - F*ck you (very very much)

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Canzone per il capitolo:
"F*ck you (very much)" Lily Allen

"Di solito gli uomini quando sono tristi non fanno niente; si limitano a piangere sulla propria situazione; ma quando si arrabbiano allora si danno da fare per cambiare le cose"

(Malcolm X)

OTTO

Harry si preoccupò di sbattere sufficientemente forte la porta prima di uscire. La rabbia bolliva nel suo stomaco. Soltanto cinque minuti con lei ed era già esasperato, non osava immaginare cosa sarebbe accaduto nei giorni a venire.

- Brutta -
E fece cinguettare la sua Audi nera.
- Insensibile -
Aprì violentemente la portiera.
- Bugiarda -
Si gettò sul sedile.
- Traditrice -
Sbatté forte mentre chiudeva.
- Che non è altro! -
Terminò il teatrino suonando il clacson.

Qualche passante lo guardò con occhi confusi e il viso sconvolto (ad un vecchietto quasi esplose una coronaria al suon del clacson) e Harry di rimando, tanto per confermare a costoro che: - Sì! Sono pazzo, va bene?!- suonò il clacson un'altra volta prima di sgommare.

Aveva un po di numeri da chiamare, e un po di veleno, che non aveva intenzione di digerire, da sputare.

- Chiama "Louis" - soffiò velocemente al microfono dell'auto, troppo velocemente.
- Cerco "Louisa" - pausa - Chiamo "Louisa Styles" ? -
- No! Cristo! - strillò spaventato Harry, mancava solo che chiamasse quella bisbetica della sua prozia.
- Cerco "Cristo" -
Per la miseria.
- "Cristo" non trovato -
Non faceva sul serio.

Lasciò sbattere la testa sul volante, non accorgendosi che la luce del semaforo era tornata a brillare di verde.
La sua schiena guizzò all'istante quando il clacson della Mini Cooper retrostante ruppe il silenzio.

- Ehi! Ma che modi - urlò.

Harry, irritato più che mai, accelerò bruscamente per poi inchiodare l'attimo dopo. Dallo specchietto retrovisore vide il panico nel volto dell'uomo, quello stronzo, ridacchiò.

- Così impari a rompermi le palle -

In un giorno come quello poi.

L'auto mangiava velocemente l'asfalto delle strade di Londra, mentre Harry parlò:
- Chiama "Louis Tomlinson" - le labbra a scandire maniacalmente il nome, non si sa mai.
- Cerco "Louis Tomlinson" - pausa - chiamo "Louis Toml..
- SI -

- Pronto.. Harry? Ehi, ciao! -
- Senti -
- Ciao anche a te Styles -
Silenzio.
- Allora, che c'è? -
- Che c'è - fece eco Harry.
- Ehm.. Come è andata? - la voce di Louis si tradiva da sola.

- Come è andata, Louis? Come è andata? Fai sul serio? - le ottave del tono a salire vertiginosamente.
- Ehi ehi ehi, se stai guidando calmati e non fare lo sciocchino, prima la tua sicurezza sulla strada - lo prese in giro la voce al microfono, con finto fare premuroso.

- Louis! -
- E non urlare che mi traumatizzi i timpani -
- Sei un coglione - sputò Harry.
- Oh, grazie tesoro -

Se non l'avesse smessa subito di fare l'idiota Harry gli avrebbe chiuso la chiamata in faccia, giurava sulla sua armonica.

- Ehi Hazza, che c'è, ti si sono lisciati i capelli? -
Cretino. Attaccò il telefono. Louis e la sua voglia di fare lo spiritoso.

- Uno. Due. Tre -
Driiin

- Oh andiamo Harry -
- Louis, quando sei diventato così simpatico? -
- Come è andata con Daisy? -
- Ohw. Abbiamo fatto pace, ci siamo guardati a lungo e poi abbiamo scopato. La scopata del 2015! -
- Davvero? -
- No -

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