-"Non dovresti parlare così con le persone superiori a te, mezzosangue."

Quella è stata la prima cosa che mi venne in mente di dire, seppur sbagliata ma efficace per scatenare le risate dei miei compagni e per non destare sospetti.

POV HELENA.

Quella frase mi uccide, ogni volta, ma questa volta ancora di più.
In meno di 24 ore, gli avevo dato il permesso di entrare nella mia intimità e di farmi disprezzare.

Complimenti cara Helena,
fatti un grande applauso.

Non avevo il coraggio di dire nulla perché avere davanti i miei occhi Draco e Tom mi intimoriva, purtroppo anni e anni di bullismo sono difficili da dimenticare quindi decisi di sedermi, senza aggiungere altro.

Ma l'incubo non era finito.

-"Ma le mutande di pizzo perché?
Devi fare la troia anche oggi in qualche sgabuzzino?" disse Pansy ridendo.

Guardai i miei compagni, tutti mi stavano fissando, molti di loro erano mortificati verso i miei confronti ma continuarono a stare in silenzio.

Il silenzio non mi aiuta; io mi sento ugualmente sola e chi giudica continuerà a farlo perché sa che può, senza problemi.

Chi non si crea problemi? Draco che continua a ridere anche dopo quello che è successo ieri.
Ma alla fine cosa ti aspettavi da lui?
È chiaro che mi stesse solo usando, non ho niente di diverso rispetto a quelle che già ha.

Non deve farti male, è solo Draco Malfoy..
Non dovrebbe..
Eppure..
Me ne fa.

Non mi perdonerò mai per quello che mi sono fatta, un'altra volta..

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Andai a lezione e Cedric non disse una parola, sembrava imbarazzato, non era il solito, non scherzava, non sorrideva, solo un lungo silenzio durante quelle ore in classe.

Dopo la lezione, mi lasciò un biglietto e aspettai che tutti uscissero dalla classe per leggerlo.

Perché scrivermi?
Forse non voleva mettere altra carne al fuoco perché sapeva che Tom e Draco potessero sentire?

Lo srotolai ma.. quelle mani, le sue mani, lo presero.
Le avrei riconosciute tra mille; Draco.

"Più tardi ti aspetto davanti la
mia sala comune.
Se sei fortunata riuscirò
a farti entrare."

Lo lesse con una fastidiosa cantilena mentre lo poggiò sul mio banco.
-"Entri dentro la mia stanza senza permesso, leggi le mie cose.. Mammina e papino non ti hanno insegnato il concetto di privacy?" lo guardai dall'alto mentre trascinò la sedia posta al mio fianco per sedersi -"Non mi sembrava che ieri volessi la tua privacy." rispose.

Rimasi un attimo a fissarlo, disgustata dal suo modo di essere -"Non ci sono parole per descriverti." mi alzai dalla sedia -"Io me ne vado."
Mi bloccò il braccio -"Dove vai?"
-"Non sono affari tuoi." tolsi la sua mano per dirigermi verso la porta ma che venne chiusa a chiave da un incantesimo pronunciato da lui stesso -"Apri la porta."
-"No." si avvicinò a me e notai che aveva anche la mia bacchetta in mano -"Dammela!"
-"Cosa?" fece un sorrisino.
-"Non fare questi giochetti con me, Draco."
-"Con te?" iniziò a giocare con la mia bacchetta
-"Perché chi sei tu?"

TOXICWhere stories live. Discover now