🌊 Viaggio nel tempo 🌊

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Non emotivamente però, o almeno cadenti emotivamente e ti spiego il perché. Le scene in sé sono ben pensate e per una segreta romantica che fa pena a mantenere i segreti come la sottoscritta, certe scene sono luce per i miei occhi. Ma ciò che costruisce l'emotività di una scena, è la sua contestualizzazione. Due protagonisti possono essere fatti l'uno per l'altra, o l'uno per l'altro, o l'una per l'altra, ma se non ho un motivo per sperare con tutte le mie forze che stiano assieme, se non vedo una compatibilità o qualcosa che mi faccia sclerare davanti alla pagina e dire "dei miei, baciatevi e fatela finita!", se il momento non viene costruito con una crescente tensione emotiva, distribuita anche in più scene, che raggiunge il culmine in quel momento specifico, il fatto che flirtino fra di loro o che un personaggio trovi affascinante un altro, mi lascia impassibile. Forse impassibile non è la parola giusta, diciamo che non mi smuove. E questo è un peccato, perché il potenziale c'è. Eccome se c'è.

Il mio consiglio è quindi quello di soffermarti maggiormente su quello che i personaggi provano, e non solo per le relazioni romantiche, ma anche i per i conflitti interiori, che altrimenti perdono potenza, e dare più contesto. Ho capito che due protagonisti stavano assieme, o almeno uno ha ferito profondamente l'altra, ma se non mi viene descritto bene almeno l'impatto emotivo che la protagonista ha riguardo al fatto, capisco ciò che accade, ma non lo sento.


Un altro punto, sempre legato al contesto, ma in questo caso è un contesto macro, riguarda la storia in sè. Il segreto di un buon story telling è quello di non rivelare tutto subito, ma creare del pathos, lasciando indizi che sembrano spiegar, ma non spieghino mai abbastanza, dando ad un lettore assetato piccole gocce che dovrebbero quitare la sua sete, ma non fanno altro che aumentare il desiderio di un bicchiere d'acqua ancora di più. Insomma, torturare intellettualmente il lettore. Diciamolo. E per questo non spiegare volutamente molto aspetti della storia subito, è una scelta che condivido pienamente.

Ma qualche goccia va lasciata trapelare. Nel senso, il conflitto fra luce ed oscurità è presente, ma perché è presente? Quale motivazione hanno per continuare a combattere? E se non c'è, perché lo fanno? Hanno tutta questa voglia innata di combattere fra di loro? Un oscuro vede un guerriero della luce ed il suo primo pensiero è "se non ti distruggo fisicamente e mentalmente nei prossimi due secondi, la mia unica alternativa è suicidarmi perché sono un fallimento per il mio popolo" e viceversa? Lo posso accettare, ma perché questo odio immotivato? É propaganda impartita sin da quando sono nati? Probabilmente è spiegato successivamente, ma un minimo deve essere presente sin dall'inizio.


Un altro aspetto che ti faccio osservare è il "worldbuilding". Questo innominato che molti autori odiano e rinnegano mentre altri ci si tuffano a nozze, è un aspetto essenziale in una storia ambientata in una realtà che differisce dalla nostra, anche se solo in parte. Non deve essere spiegato tutto nel minimo dettaglio (Tolkien sto guardando te e le tue ventordici pagine sull'erba pipa, sappilo), ma è un elemento essenziale per l'immaginazione del lettore. Esistono molti modi per descriverlo, una è l'infodump, che se non si sa usare con estrema bravura, è una di quelle cose che mi fanno prendere un libro e lanciarlo dalla mia finestra. Sì, sono il terrore dei passanti, sappiatelo. Un'altra è quella di descrivere le cose man mano che vengono incontrate dal protagonista, che si divide in una modalità esplicativa, quando il protagonista scopre il mondo e non sa nulla su di esso (vedi Harry Potter o Percy Jackson), o in una modalità di semplice descrizione quotidiana, descrivendo qualcosa che si finge che sia il protagonista che il lettore conoscano già, e si descrive per dare una semplice ambientazione contesto. Vedo che hai scelto quest'ultimo, che è uno dei miei preferiti. In alcuni punti, soprattutto negli ultimi capitoli, è ben usato e la lettura è scorrevole, ma nei primi, in cui è forse necessario più che negli altri, è quasi totalmente assente, o carente.


Per quanto riguarda lo stile, non sono riuscita a crearmi una vera e propria opinione, perché cambia spesso. Sicuramente quello che hai utilizzato nel sesto e settimo capitolo lo preferisco a quello dei primi capitoli. Negli altri ho note molto diverse. Nel primo capitolo (dopo il prologo) hai scelto di utilizzare un paragrafo solo, che rende la lettura leggermente confusa. In questo caso ti consiglio di utilizzare la tecnica "tip top" per suddividerlo, ovvero cambiare paragrafo ogni qualvolta cambia il TIme, Place, TOpic e Person. Ho sempre considerato che la struttura debba esse libera, ma questa non è una tecnica così malvagia. Il secondo capitolo è invece formato da molti paragrafi compost da una sola frase. Non è una cosa malvagia in sé, ma è davvero un netto contrasto con il capitolo precedente. Visto che nei capitoli successivo hai trovato una via di mezzo che sembri mantenere, ti consiglierei di riguardarli tenendo in mente quello stile.


Altri appunti he non sapevo dove inserire nella recensione sono i seguenti.

Per quanto riguarda invece il prologo, nel primo paragrafo ripeti "guerrieri della luce" tre volte, ti consiglierei di utilizzare un sinonimo.

Nel primo capitolo invece, quando descrivi la leggenda, rende poco. Non tanto il contenuto, ma proprio la struttura del paragrafo. Ti faccio due esempio di ristrutturazione del paragrafo.

Esiste un'antica leggenda, che narra di un antico manufatto. Un manufatto che si racconta celi dentro di sé un potere immenso, utilizzabile soltanto da una fanciulla, dotata anch'essa da poteri formidabili. Tale prescelta, quello era il nome che veniva tramandato di generazione in generazione, non aveva solo il compito, e l'onore, di sprigionare tale potenziale, ma anche quello di utilizzarlo per ritrovare la sovrana di Ethis, il mondo devastato da una guerra millenaria. Solo la sovrana avrebbe potuto fermare il conflitto.

Il manufatto però, era scomparso ormai da un anno.

Oppure

Ethis, un mondo devastato ormano da una guerra millenaria. Solo una leggenda era rimasta come spiraglio di speranza ai suoi abitanti, una leggenda che parlava dell'avvento di una regina, la sola che avrebbe potuto portare la pace. La prescelta, un nome, un ruolo, che veniva tramandato da generazioni, era un fanciulla dotata di straordinari poteri il cui compito era quello di trovare la regina, tramite l'utilizzo di un antico manufatto, destinato a lei di diritto. Lei sola poteva sprigionarne l'immenso potenziale.

Tale manufatto però, era scomparso ormai da un anno.

Non sono un gran che, ma vedi come spostando l'ordine delle informazioni (anche se fatto male) la resa già è molto diversa? (Entrambi sono stati pensati non avendo in mente che la prescelta fosse un incarico dato a più fanciulle nel corso del tempo, e non ad una specifica)



Il parere finale quindi quale è? Non è negativo, né positivo. É in quella grigia nebulosa che si trova a metà. La storia ha un ottimo potenziale, e i personaggi sono ben costruiti e particolarizzati. Inoltre alcune descrizioni sono ben costruite, davvero. Ma la resa è molto sottotono.

Per questo il mio giudizio finale è un rimandato. Sfrutta il potenziale della tua storia, contestualizza di più e sono sicura verrà fuori davvero un'ottima storia. E no, non lo dico tanto per dire. Le basi sono molto buone, ed ho notato un miglioramento della tua scrittura andando avanti nei capitoli. Quindi so che sei assolutamente in grado di dare una resa migliore.

Spero che non prenderai questa recensione come una mera critica, ma come un occasione per lanciarti e migliorare. Per qualsiasi dubbio, non esitare a scrivermi. 



Da Kelpie, per oggi, è tutto.

The Legendary BookWhere stories live. Discover now