Rialzò gli occhi su di lui in cerca di una spiegazione e rischiò che gli insulti dovuti alla sua negligenza e mancata attenzione gli fuoriuscissero dalle labbra... prima di attenzionare un altro particolare rilevante almeno quanto quello che stringeva tra le mani.

Gli occhi di JK non erano gli stessi che aveva visto quella mattina né quelli dei giorni scorsi, non erano gli stessi che lo avevano guardato durante il pranzo né quelli che avevano accompagnato la sua uscita di scena dal pranzo. C'era un qualcosa, in quelle iridi scure imperturbabili, dure e corazzate, che gli istillò il dubbio che qualcosa di brutto fosse accaduto perché, se stava leggendo bene tra le righe di quei momenti inespressi, JK sembrava fosse stato ferito.

Ma non fisicamente.

Sembrava stesse lottando contro un qualcosa, ed il suo voler nascondere ciò che stava provando stava invece rendendo tutto ancora più palese, così tanto che Taehyung non diede voce ai suoi rammarichi ma piegò leggermente il capo di lato pur mantenendo la mano di JK tra le sue.

I pollici strofinarono sulla pelle scoperta del polso e gli occhi di JK saettarono sulle sue dita come se avesse preso la scossa; le spalle, irrigidite per qualche motivo a lui sconosciuto, si rilassarono via via che si rendeva conto che a toccarlo e quasi solleticarlo sui percorsi bluastri- in passato minacciati da cocci taglienti o lame affilat- non fosse nessun altro che Taehyung.

«Cosa ti è successo? Come mai ti si sono riaperte le ferite...?», gli chiese in un sussurro, sperando che -se proprio JK non voleva parlargliene- almeno non lo insultasse o lo spingesse malamente via.

Aveva notato che quando accadeva qualcosa, nella vita di JK, il cui impatto era tale da ferirlo, da scuoterlo o da colpirlo particolarmente, questo tendeva a rimanersene in silenzio come faceva Jungkook. Quell'aspetto comune veniva a mancare solo con Kookie -chiacchierone per natura e disposto a rivelare qualsiasi cosa pur di rendere tutti felici.

E infatti, da JK non si levò nient'altro che un brontolio indistinguibile e appena accennato che però Taehyung si fece bastare. «D'accordo, allora...Vieni, dobbiamo toglierle immediatamente o ti faranno infezione» sospirò, avvolgendogli le dita attorno al polso per assicurarsi che lo seguisse verso il bagno.

Lo fece sedere sulla tazza chiusa del water e tornò indietro, suonando la campanella per chiedere alla servitù privata di fornirgli una serie di cose che JK non ascoltò perché intento a fissarsi le mani con aria assente. Sentiva Taehyung parlare, ma le voci nella sua testa erano più forti e non gli permettevano di ascoltare nulla se non loro, pretendendo tutta la sua attenzione. Ciò che era successo nelle stalle non lo aveva lasciato indifferente, si era sentito quasi tradito da Woosung, la persona che -per anni- aveva rappresentato ciò che per lui era la felicità.

Ma poteva davvero dire di aver conosciuto la felicità? Non si sentiva così fortunato, e frugando nei meandri e più reconditi angoli della sua memoria, gli venne quasi da ridere al pensiero che no, non sapeva cosa significasse essere felice.

O meglio, in passato lo era stato sapendo che Kookie e Jungkook stavano bene, lo era stato per lungo tempo a saperli al sicuro. Non avevano importanza  quante cose brutte capitassero al suo corpo fintantoché loro sarebbero stati bene perché ai mostri ci pensava lui. Era felice di poter dire che era riuscito a portare avanti tutto il sistema e di aver riservato alla sua famiglia i momenti migliori che la vita offriva loro, ma...

Forse aveva sbagliato nel riporre in Woosung la sua felicità. Aveva creduto che bastasse averlo vicino per poter assaporare attimi di gioia, che grazie a lui un sorriso sarebbe spuntato anche sul suo volto ma adesso, proprio in quel preciso istante, tutto sembrava essersi spogliato delle rassicuranti consapevolezze per mostrare un aspetto che aveva mancato di notare fino al momento stesso in cui Woosung era stato insistente.

Let Me Get Lost In You [TaeKook]✔︎Where stories live. Discover now