1 - La lettera dall'eroe

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Prima estate dopo il terzo anno di liceo, casa di Midoriya Izuku

Midoriya si svegliò alle 09:00 di mattina precise, grazie alla sua sveglia appoggiata al comodino. Viveva in un appartamento appena fuori dalla città in cui era cresciuto. Non era particolarmente largo, ma, in compenso, era accogliente e sapeva di casa, nonostante ci vivesse da pochi mesi. L'aveva arredata con l'aiuto dei suoi amici e il risultato era abbastanza elegante: una cucina moderna bianca e grigia; un salotto con un divanetto, la TV, una libreria e un tappetino; il bagno bianco e grigio, con una doccia spaziosa; una camera da letto che, anche dopo la fine della scuola, era ancora tappezzata da foto, actionfigure e poster di All Might, il suo eroe preferito di tutti i tempi.

Si alzò e si diresse in cucina per farsi una piccola colazione. Era ancora mezzo addormentato, per cui il suo istinto non era pronto per riuscire prevedere la sorpresa che stava arrivando alla porta.

Si sedette al tavolo con il suo pasto: pane appena tostato, marmellata, biscotti, succo d'arancia. Intanto con il telefono in mano guardava notizie della mattina, novità, scontri e disordini. Non c'era stato nessun caso di rilievo quella mattina, quindi sospirò sollevato. In un paese come il Giappone, non incredibilmente grande ma con un tasso di criminalità molto alto (cresciuto a dismisura dal pensionamento di All Might), potevano esserci attacchi terroristici su larga scala o gruppi di villain per strada tutte le mattine e Midoriya doveva tenersi pronto per il peggio. Ma, fortunatamente, da quando si era diplomato, non era successo niente di tutto ciò.

Il campanello suonò. Il ragazzo andò ad aprire la porta, dove c'era il postino con una lettera apparentemente normale in mano. Aveva una faccia assonnata, proprio come quella che pensava di avere Midoriya. Mormorò un "Grazie e buona giornata" prima di prendere la lettera e chiudere la porta.

Tornò in cucina a prendere il cellulare, si sedette di nuovo e esaminò la lettera. A primo sguardo poteva sembrare una bolletta. Era bianca e lunga. Poi però notò il mittente: Endeavour. Midoriya quasi si strozzò con il suo succo. Cosa poteva avergli mai scritto Endeavour?

Per un attimo pensò si trattasse di Todoroki Shoto, il suo amico, nonché figlio dell'eroe. In seguito, però, notò subito che in realtà quella che gli aveva mandato era una richiesta di partecipazione ad una missione segreta architettata dallo Stato giapponese. Sgranò gli occhi per la sorpresa inaspettata. Era molto incuriosito: perché mai l'eroe numero uno avrebbe richiesto l'aiuto di un ragazzo appena diplomato che doveva ancora finire gli studi? Non poteva chiamare qualche eroe di livello più alto, come Hawks, secondo in classifica? Forse era stato scelto dagli uomini dei piani alti, pensò, ma scartò subito l'ipotesi, poiché non trovava un motivo per cui la sua presenza e il suo Quirk avrebbero potuto influenzare questo tipo di lavoro parecchio importante.

Provò a cercare più informazioni riguardo alla busta e alla missione, ma era tutto pulito. La busta era una di quelle comunissime che si potevano trovare anche al supermercato o alla posta. La lettera, formale, non faceva trapelare nessuna informazione tranne quelle del luogo e della data dell'incontro per discutere delle strategie, e probabilmente anche dei dettagli.

La famosa riunione era fissata tre giorni dopo, il 3 agosto, in un palazzo di un quartiere non troppo lontano alle 16:15. Orario e data non erano sospetti e visto che si trattava di un incontro in pieno giorno, doveva supporre che il posto fosse sorvegliato o che fosse un avamposto della polizia.

Dato che non c'era altro, Midoriya pensò che una lettera simile era stata mandata a tanti eroi, almeno una ventina, tutte allo stesso modo, e che uno poteva decidere se presentarsi o no. Certo, l'invito poteva anche essere rifiutato, ma in quel caso l'eroe in questione sarebbe stato votato alla segretezza o ci sarebbero stati addirittura provvedimenti. Naturalmente, Midoriya ci sarebbe andato, segreto o non segreto. Non sapeva chi avrebbe incontrato una volta lì, ma non gli importava. Avrebbe portato a termine il lavoro richiesto.

In quel momento, suonò ancora il campanello. Chi era questa volta?

Il ragazzo si incamminò verso la porta d'ingresso di casa sua e aprì la porta al suo eroe preferito, nonché suo ex-insegnante, mentore, predecessore e amico: All Might. Lui era tutto serio, però completamente sveglio. Midoriya notò che tutta la sua stanchezza di prima era svanita all'arrivo della lettera e che adesso avrebbe potuto affrontare qualsiasi criminale della zona o del mondo. Quasi quasi sorrideva.

Fece entrare All Might e, dopo i saluti, si accomodarono entrambi sul divano in salotto, collegato con la cucina.

- Giovane Midoriya, ti devo parlare di una cosa che penso abbia ricevuto anche tu -disse, prima di mostrare la busta bianca, uguale a quella che aveva ricevuto lui. Cominciarono a parlare di quello che Endeavour aveva scritto loro, delle poche informazioni che avevano e se ci sarebbero andati. Naturalmente entrambi erano decisi a saperne di più. Per dispiacere di Midoriya, però, All Might non aveva più informazioni di lui.

Dopo aver messo insieme tutti i pezzi, tirarono fuori una teoria alquanto basica: - Quindi... secondo te, giovane Midoriya, Endeavour ha mandato questo messaggio per invitarci a partecipare ad una missione segreta richiesta dallo Stato giapponese, senza però dirci molti particolari poiché non li sapeva neanche lui. E poi, sempre secondo il tuo ragionamento, ci saranno altri tuoi ex-compagni di classe. Non mi pare molto logico invitare a partecipare ad una missione alunni diplomati questa primavera, ma chi sono io per andare contro lo Stato? Nonostante la cosa mi puzzi un po', non posso fare nient'altro che andare a vedere cosa hanno da dire.

Midoriya, a quel punto, disse: - All Might, cosa sarà questa missione? Di difesa da un attacco terroristico? Un attacco a sorpresa ad una base della yakuza? Oppure un intervento contro un gruppo di villain appena salito in superficie? Tu cosa ne pensi?

- Non so cosa dirti, ragazzo. Se lo Stato ha richiesto l'aiuto degli eroi non dev'essere una cosa da poco, come un disordine in una città. Io mi aspetto un attacco vero e proprio, un assedio da parte di persone poco ragionevoli che vanno contro alle regole imposte o addirittura una battaglia. Penso che siano coinvolti più di 20 eroi professionisti, magari con sidekick e tirocinanti del terzo anno.

- La penso anche io come te -disse Midoriya pensieroso. Non era rimasto sorpreso dal fatto che neanche il suo mentore sapesse più di lui. Al contrario, aveva fatto un salto e un verso meravigliato quando All Might gli aveva fatto vedere la lettera. Non avrebbe mai pensato che avessero chiamato anche lui, ormai in pensione da quasi tre anni. Anche da questo, si capiva l'importanza della missione che stavano andando a svolgere.

In quella stanza aleggiava una tensione palpabile: quella missione non sarebbe stata semplice.

Per allentare la tensione, Midoriya propose: - All Might, perché non andiamo a farci una corsetta al parco, giusto per toglierci un po' d'ansia, allenarci e mantenere la normalità della giornata?

Lo aveva fatto anche per non allarmare la gente che di solito lo vede passeggiare per quell'ora al parco e per non andare in agitazione completa; lo aveva proposto per non impazzire lui stesso, diciamo.

All Might fece una risata e accettò l'invito: - Certo, ma l'unico in ansia qui sei tu.

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⏰ Last updated: Jan 02, 2021 ⏰

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