Capitolo 12

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Thomas entrò a scuola e, come tutte le mattine, superò il corridoio centrale per dirigersi all'aula della prima lezione di giornata. Non appena svoltò l'angolo, una mano gli afferrò la spalla e lo costrinse a voltarsi.
«Amico, dove scappi?» gli chiese Philip Turner, wide receiver titolare della squadra di football. Thomas gli sorrise, guardandolo negli occhi verdi.
«Non mi piace fermarmi con la squadra fuori scuola. Ancora mi guardano male tutti, mi trattano come un usurpatore di chissà quale posizione. Preferisco starmene in aula ad aspettare la campanella» spiegò, riferendosi alla classica sigaretta di squadra che i giocatori erano soliti fumare all'esterno della scuola prima dell'inizio delle lezioni.
«Tommy, è normale. Devi solo dargli tempo di abituarsi. Appena vedranno di cosa sei capace, manderanno a fanculo Tyler e legheranno anche con te. Fanno così solo per... rispetto» spiegò il biondo. Thomas annuì, abbassando lo sguardo sulle loro scarpe. Era contento di aver trovato Philip, dopo quel giorno al campo. Avevano stretto un bel legame e continuavano a sentirsi giornalmente. Escludendo Andrew, il ragazzo dell'alimentari col quale andava a scuola la mattina, Philip era il primo amico che si era fatto a Myrtle Point.
«Beh, finché non se ne accorgeranno, preferisco non essere guardato male fuori scuola» ribatté, sorridendo all'amico. Questi annuì, afferrandogli una spalla.
«Come vuoi. Tanto si tratta di aspettare fino a stasera. Se il coach ti farà giocare, li manderai tutti a fanculo» gli ricordò quindi Philip. Quella sera avrebbero avuto la trasferta decisiva, il ritorno contro i Rhinos a Coquille, e si sarebbero giocati il proseguo della stagione.
«Spero che mi faccia giocare» rispose Thomas, scuotendo il capo. Aveva seri dubbi che il coach riuscisse a tenere in panchina il figlio del preside, ma sperava gli desse una chance di mostrare il proprio valore a tutta la squadra.
«Sicuro. E vinceremo di brutto. Già stiamo organizzando la festa post-partita. Tu sarai la star, non ho dubbi. Ci sarai, vero?» lo spronò il biondo. Thomas, però, non gli prestò molta attenzione. Il suo sguardo cadde su due ragazze che parlavano vicino all'ingresso di un'aula. Una di esse aveva i capelli scuri e lunghi, raccolti in una coda di cavallo da un elastico rosa. Lei, sentendosi osservata, si voltò e sorrise, incastonando i suoi occhi color miele nelle pupille azzurre del ragazzo. Questi arrossì, mordendosi un labbro e distogliendo lo sguardo. «Amico, ci sei?»
«Cosa? Io... sì, ci sarò alla festa» disse poi, riprendendosi. Philip aggrottò la fronte e si guardò attorno, poi scosse il capo e sorrise a trentadue denti.
«Thomas Garrington, hai idea del guaio nel quale ti stai cacciando?» chiese. L'altro scoppiò a ridere, rialzando lo sguardo sulla ragazza. Notò che lei lo stava ancora fissando e sorrideva, producendo due bellissime fossette sulle guance.
«Ci sarà anche lei?» si informò, ignorando la sua domanda. L'amico scrollò le spalle.
«Suppongo di sì, è l'ex di Tyler» spiegò poi, facendo spalancare gli occhi a Thomas.
«Cazzo! Quindi tutta la squadra mi odierà se ci provo con lei?» domandò a quel punto. La prima volta che l'aveva vista era all'Helen's Bar, quando aveva cenato con Jackson al suo arrivo a Myrtle Point. Era una ragazza davvero bella, con due occhi sinceri e un sorriso luminoso e splendido. Aveva anche un corpo perfetto, e ogni volta che Thomas pensava a lei andava su di giri. Non aveva ancora avuto il coraggio di parlarle, sperava di farlo dopo aver compiuto qualche grande azione in campo, così da avere più chances, ma scoprire che era l'ex di Tyler l'aveva reso dubbioso.
«Solo finché non ci farai vincere la partita successiva. A quel punto, si dimenticheranno tutti di questo tradimento» suppose Philip, dandogli un pugno sulla spalla. «Tyler dice che scopa bene.»
«Evidentemente uno dei due non era soddisfatto, se si sono lasciati» commentò il moro. L'altro alzò le spalle.
«L'ha lasciato lei, non si sa esattamente perché» raccontò il biondo. Thomas sorrise, guardandola ancora un momento e facendole un cenno con la mano.
«Lo immaginavo. Merita sicuramente di più di uno sfigato popolare grazie al padre» ribatté, mentre lei rispondeva al cenno di saluto, abbassando gli occhi imbarazzata. La campanella suonò, quindi Thomas tornò a guardare Philip. «Le mie doti la soddisferanno di più.»
«Sei un coglione» rispose il biondo, scoppiando a ridere, quindi i due si separarono, dirigendosi ognuno alla propria aula.

Un Nuovo InizioWhere stories live. Discover now