43. "BOOM"

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JUNIOR

Erano passate un paio d'ore dalle informazioni ricevute sulla calabresina. Ero preoccupato anche per lei. Mi sentivo inutile e senza scopo. Cosa avevano fatto a testa riccia? Era ancora in vita? Possibile non si riuscisse a trovare una posizione? Era sola in Marocco e chissà cosa le era accaduto...

'Abbiamo una posizione.' Zio Steven fece il suo ingresso nello studio dove eravamo tutti radunati ad attendere altre notizie. I gemelli Andersen lo seguirono. Ci alzammo tutti in piedi e lo raggiungemmo alla scrivania.

'Cosa vuol dire?! L'avete localizzata?!' Chiesi in ansia. Fu Axel a rispondere.

'No.'

'Parla chiaro, giovanotto!' Sbottò mio padre.

'No, ma abbiamo l'indirizzo della dimora del signor Basil Iflah.' Spiegò lui calmo. Ah. Quella era una notiziona. Il cuore mi batté forte.

'Credo che il signor Iflah non avrà niente in contrario nel ricevere una nostra visitina, vero, caro suocero?' Disse Andreas guardando mio padre che strinse gli occhi.

'Non hai ancora l'onore di chiamarmi in quel modo, che sia chiaro. Ma in una cosa hai ragione... spero che lui prepari del tè con dei biscotti. Avrà sicuramente ospiti.' Strinse i pugni determinato. Mai come quel momento ero contento di avere un padre così determinato.

'Cosa facciamo allora? Partiamo subito? Useremo il tuo jet privato, papà?' Gli chiesi completamente nel panico.

'E tu vorresti farmi prendere un aereo insieme a comuni mortali?' Alzò un sopracciglio. Respirai profondamente. Poi si voltò verso zio Steven. 'Cosa suggerisci, Smith?'

'Direi di dividerci in due gruppi. Non possiamo partire tutti insieme visto che potremmo presto avere informazioni su Giuliana.' Spiegò. 'Vorrei tanto partire con voi, ma ho bisogno di gestire il tutto dal mio ufficio. Andreas ed Axel guideranno la spedizione, dopotutto erano i migliori in questo tipo di lavori. Junior e Valente partiranno con loro, accompagnati da Golìa. Yago e Carlos, ditemi voi come volete dividervi e se volete partecipare.' Chiese loro.

'Ovvio che vogliamo partecipare. Mio figlio è addestrato per qualsiasi evenienza.' Rispose Yago.

'Io vado con loro in Marocco se non ti dispiace, papà.' Rispose Carlos. Sapevo che non mi avrebbe abbandonato.

'Va bene, anche se avrei voluto sdoppiarmi ed essere da entrambi i lati. Ma non esitate a portare chiunque ci sia dietro ciò da me. Sarò felice di sperimentare due o tre tipi di torture...' Tanto male non era avere uno come lui in famiglia in fondo...

'Sta tranquillo, Monteiro. Ci posso pensare benissimo io. Non scordare che sono Marco Valente.' Era il momento di iniziare con la competizione quando la mia ragazza era chissà dove?!

'Va bene, va bene, direi di partire subito.' Mi intromisi prima che si fosse fatto sera.

'Calmi...' Disse zio Steven sorridendo soddisfatto. 'Ho una dozzina di uomini che vorrebbero farvi compagnia. Non si sa mai che vi serva una mano in più...'

'Ottimo. Vediamo il nostro caro Iflah cos'ha da dirci.'

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Atterrammo a Rabat qualche ora più tardi. Avemmo dei problemi ad uscire dall'aeroporto visto che effettivamente nessuno di noi ispirava fiducia alle autorità locali. In più eravamo carichi di armi e munizioni. Ma era bastato qualche sguardo assassino di mio padre e l'autorizzazione scritta di zio Steven per farli desistere e lasciarci passare.

Affittammo delle macchine per poterci mettere in cammino fino alla dimora del parente di testa riccia e non fu difficile localizzarla. Parcheggiammo poco più lontano e decidemmo il piano d'azione. Saremmo stati io e papà a bussare alla sua porta mentre i gemelli Andersen sarebbero rimasti di vedetta all'esterno nel caso di un contrattacco. Gli altri avrebbero aspettato nelle proprie automobili.

Our Neighbors - I Nostri Vicini Di Casa ✔️Where stories live. Discover now