22: Chiunque osa toccare nostro fratello, è un uomo morto.

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Attraverso la finestra minuscola sopra il muro, posso vedere chiaramente la luna che si sta formando.

A poca distanza da me, James ha la testa appoggiata al muro. Tiene gli occhi chiusi, la sua espressione sembra sofferente.

Vederlo così mi fa stare male.

«Quanto manca?» gli chiedo.

«Poco.» dice, senza accennare ad aprire gli occhi.

Cameron ha lasciato la luce accesa, ma non ho pensato nemmeno un secondo che il suo sia stato un gesto di gentilezza.

«Sappi che non mi lascerò sbranare.» dico.

Nonostante la situazione, la tensione e la paura in cui siamo adesso, mi sembra di scorgere un accenno di un sorriso sul suo viso.

«Lo so.» dice soltanto.

Dalla sua voce calma, traspare stanchezza.

Ho passato ore cercando di liberarmi da queste maledette corde, ma Cameron deve aver usato sicuramente qualcosa per renderle così difficili da spezzare.

Osservo il profilo di James.

I suoi occhi chiari, dai colori sorprendenti sono ancora chiusi. Le labbra sono dischiuse. Solo ora, guardandole così attentamente, mi rendo conto di quanto siano belle. Sono scure, grandi.

«Se continui a fissarmi così mi sciupi.» dice d'un tratto.

«Non ti sto fissando.» mento.

Lui scuote la testa ma non dice niente.

Che situazione del cazzo.

Non so quanto tempo passi, prima che una stanchezza improvvisa mi costringa a chiudere gli occhi.

Cerco di rimanere sveglio, ma non ci riesco.

«Tranquillo, avrò la decenza di svegliarti prima di provare a mangiarti.» sento le parole di James, prima di chiudere definitamente gli occhi.



» sento le parole di James, prima di chiudere definitamente gli occhi

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Dei rumori piuttosto forti mi costringono ad aprire gli occhi.

Sbatto le palpebre più volte quando la luce mi arriva dritta in faccia.

«Chaz.»

La voce di James mi porta a girare la testa verso di lui.

Quello che mi trovo davanti, mi fa svegliare completamente.

Le corde che gli tenevano i polsi sono spezzate; mentre quelle ai piedi si stanno spezzando lentamente.

Il viso di James è contratto.

«Devo liberarti prima che sia troppo tardi.» dice, con un tono di voce che non gli appartiene.

Alcune vene sono in rilievo sul suo collo arrossato.

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