14: Lasciarti affondare.

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«E poi siamo andati... mi stai ascoltando?!»

La domanda di Al viene accompagnata dal movimento della sua mano contro il mio viso.

Mi risveglio dai miei pensieri quando mi accorgo della sua espressione accigliata.

«Sì, continua...»

«Non dire cazzate, a cosa stavi pensando?»

Distolgo lo sguardo dai suoi occhi scuri. Ultimamente penso troppo. Non che prima non lo facessi, ma i miei pensieri erano decisamente diversi. Più positivi, ecco.

Ultimamente, invece, non posso fare a meno di pensare che mi sento strano. Qualcosa non va e la sensazione che provo è opprimente.

È come se ci fosse un pozzo e continuassi a cadere sempre più in fondo.

È strano.

«A niente... sciocchezze.» liquido il discorso con un gesto della mano.

Lui fa una bolla con la cicca che ha in bocca, poi si allunga di scatto verso di me, guardandomi dritto negli occhi.

«Cosa stai facendo?» cerco di tirarmi indietro.

«Voglio scoprire cosa mi stai nascondendo.» annusa qualcosa.

«Non ti sto nascondendo niente, smettila.»

«Ah, no? E allora perché sei così triste oggi?»

«Non sono-»

«Sembri uno zombie.» si intromette Arkell, comparso dal nulla.

Fantastico.

«A volte vorrei andare dai vostri genitori per chiederli come mai quel giorno non hanno fatto altro...» mi lamento.

Aloysius mi scimmiotta, mentre Arkell prende a smanettare qualcosa sul cellulare.

«Avanti, dimmi cos'hai.» continua il biondo.

Sbuffo, ma non gli rispondo.

Alle loro spalle vedo comparire Morales e incamminarsi verso questa direzione. Ha un libro in mano e lo sta leggendo con estrema concentrazione, tanto da non accorgersi del ragazzo proprio davanti a lui. I due si scontrano e Morales fa uno smorfia infastidita. Tipico di lui.

Riprende il libro da terra con velocità, poi alza lo sguardo e lo punta nella mia direzione.

Quando si accorge di me, Morales mi fa un cenno con la testa, invitandomi a raggiungerlo.

Cosa vorrà mai da me?

«Devo fare una cosa, ci vediamo durante la pausa pranzo.» mi rivolgo ai due gemelli.

Al mi segue con lo sguardo mentre mi allontano.

«Che c'è?» domando al lupo mannaro.

Morales si guarda intorno, poi mi fa cenno di seguirlo fino al bagno.

«Perché siamo venuti qui?»

Lui sbuffa, poi apre una pagina a caso del libro.

«Perché voglio baciarti lontano da occhi indiscreti.» la sua affermazione è accompagnata da un'espressione non troppo seria.

Spalanco gli occhi.

«Cavolo, sto scherzando! Da quando non capisci l'ironia?» esclama.

«Allora, mi dici perché mi hai fatto venire qui?» gli chiedo di nuovo, lasciando perdere la sua frase precedente.

Sul suo viso compare un'espressione confusa, ma dura poco.

«Guarda.» indica il libro.

Osservo la pagina e leggo le prime righe.

Lasciati amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora