Closer

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Capitolo 6

Closer.

Mi sfioro le labbra tenendo ancora gli occhi chiusi, e se mi concentro, posso quasi sentire le labbra di Louis posarsi delicatamente sulle mie, morbide e dolci. Mango, è questo il sapore che avrebbero. Succose e vellutate, con un retrogusto tropicale. Purtroppo, posso solo immaginare che sapore hanno le sue labbra rosa e fini.

Sono a un soffio da lui. basterebbe appena un ultimo slancio e le nostre labbra si toccherebbero, finalmente.

“Harry..fermati”

La sua voce è flebile e insicura, riesco a distinguere una nota di terrore intrisa tra le lettere che compongono la frase che ha appena pronunciato.

“Mi dispiace” affermo, scostandomi immediatamente dal suo corpo, ponendo almeno una decina di centimetri di distanza dai nostri corpi, che anche se non è molto, è comunque tanto di più di quanto non fosse prima.

“Io..io, non so cosa mi sia preso..Louis, ti prego..” non odiarmi, non picchiarmi, non fuggire via adesso.

Sono in preda al panico, e l’unica cosa che mi impedisce di strapparmi via tutti i capelli dalla testa, è il dirigere la mia attenzione al copri divano consunto e lercio che ricopre il sofà su cui sono seduto. Le mie mani si sono artigliate ad esso con una forza tale, da farmi sbiancare le nocche.

Non ho il coraggio di voltarmi a osservare lo sguardo di Louis in questo momento, ho troppa paura di leggervi dentro rabbia, o peggio ancora, disgusto nei miei confronti.

Non oso immaginare cosa possa succedere se Carol venisse a scoprire quello che ho cercato di fare. Che diavolo mi è saltato in mente!? Tentare di baciare suo figlio, il mio quasi fratello! Cazzo, Harry.

Il tempo sembra trascorrere in loop, mentre continuo a osservare le nocche delle mie mani farsi sempre più chiare, causandomi degli spasmi fino a tutte le braccia, in attesa di una qualsiasi reazione da parte di Louis.

“Harry..” inizia, e il suo tono è appena più sicuro di quanto non fosse prima.

Non rispondo, troppo insicuro sulla mia voce in questo momento.

“Noi.. noi, non possiamo, lo capisci vero?” la sua voce è calma, ma non mi sfugge il tono autoritario che si nasconde dietro.

“Perché?”

Tra tutte le cose che avrei potuto rispondere, l’unica domanda che riesco a far uscire dalle mie labbra, è anche quella che, una volta conosciuta la risposta, potrebbe farmi più male.

Lo sento trattenere il respiro e nonostante abbia posto quei centimetri a separarci, mi accorgo subito del suo corpo che si irrigidisce.

“Non possiamo e basta” afferma adesso molto più sicuro di se, questa volta il tono duro non è nemmeno lontanamente celato.

Sto per rispondere, magari per porgli l’ennesima domanda, ma la porta che viene aperta davanti a noi mi blocca.

“Heyyy”

La voce di Nick è di un paio di toni più alta del suo solito, e il suo trascinare le lettere alla fine della parola, accompagnato dal suo barcollare all’interno della piccola stanza, mi fa capire che ha bevuto, parecchio.

“Ho interrotto qualcosa dolcezze?” ci chiede senza vederci davvero, puntando i suoi occhi vacui a causa dell’alcool verso di noi, ma osservando il muro dietro le nostre teste.

SCARSWhere stories live. Discover now