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Rientro alla festa, stordita da ciò che è accaduto con Samuel.
Ho il cuore a pezzi e non solo, io sono a pezzi, vuota. Quelle parole sono uscite dalle mie labbra senza controllo, forse per la paura di soffrire ancora o forse perché le pensavo davvero. In questo momento non riesco a realizzare, so solo che Samuel mi ha fatto molto più male di quanto pensassi, e forse è giusto stare lontani. Aveva promesso di non andarsene, di non lasciarmi in balia di un mondo in cui non so vivere da sola. La paura torna subito ad impossessarsi di tutta me stessa, e non so più cosa fare.
In questo momento ho solo bisogno di trovare le mie amiche e sparire da questa festa. Le cerco in lungo e in largo in quell'immensa villa, solo dopo qualche tempo noto Federica intenta a ballare con Christian. Ballare è un eufemismo, stanno praticamente limonando. Sono felice per lei, non ha mai trovato qualcuno degno di lei e, forse, Christian lo è. Decido di lasciarla nella sua bolla e non rovinarle il momento. Non riesco a trovare neanche le altre ragazze, così decido di andarmene da sola. Invio un messaggio alle mie amiche per non farle preoccupare e sparisco immediatamente da lì. Così, mi incammino da sola verso casa mia, con tutti i miei pensieri e il mio dolore a farmi compagnia. Non sono solita odiare le persone, anche perché penso che ognuno ha i propri dolori e le proprie sofferenze, però Anna scatena dentro di me una rabbia e un odio mai provato. Voleva vedermi debole, voleva vedermi crollare ed è quello che ha ottenuto. Mi chiedo come Samuel possa aver amato una persona del genere. Come puoi amare qualcuno così? Mi ricorda tanto Tatiana, che vive abbattendo gli altri, solo per sentirsi più forte. Penso che Anna faccia la stessa cosa.

Il cielo è nero come me, illuminato solo dai lampi che promettono pioggia, come le lacrime che rischiano di uscire ancora una volta dai miei occhi. Mi chiedo quando finirà la mia sofferenza. Sono quasi a casa mia quando mi sento chiamare da una voce a me molto conosciuta. E' Samuel, così decido di aumentare il passo. Non voglio parlarci, non posso ascoltare altre promesse, non posso. La pioggia inizia a scendere lenta su di me, ma neanche la sento. La mia corsa viene fermata dalla sua mano intorno al mio polso, così sono costretta a fermarmi.
"Emma, ti prego, ascoltami!"

"Non voglio sentire più niente, Samuel." Sussurro.

"Invece ora mi ascolterai. Anna è andata via, l'ho cacciata dopo quello che è successo stasera. Non voglio più vederla."

"Samuel..."

"Fammi finire." Mi interrompe subito.
"Nonostante io l'abbia aiutata, lei mi ha tradito cercando di allontanarmi dalla persona che mi ha rubato il cuore. Tu, Emma. Solo tu, nessun'altra." Urla per sovrastare lo scrosciare della pioggia.

Questa pioggia che mi permette di non mostrare le mie debolezze in questo momento, le mie lacrime. Dovute alle sue parole.

"Tu hai rubato il mio di cuore, ma lo hai anche calpestato. Avevi promesso di starmi accanto, di non abbandonarmi come tutti gli altri. Avevi promesso, Samuel!" Sbraito fra le lacrime.

"Lo so. Cazzo, Emma, ho sbagliato. Non sapevo come dirti di Anna, non potevo dirti la verità perché lei mi ha fatto promettere di non dirlo, ma dopo quello che ha fatto stasera non mi importa più niente delle sue promesse." Fa una pausa e si avvicina a me di un passo. "Ti dirò tutto, però prima dimmi che non ti ho persa davvero. Dimmelo, ti prego." Conclude con voce spezzata.

"Io..." non riesco a continuare la frase, perché il mio cuore mi dice che sono sua, ma la mia testa mi dice di lasciarlo andare per non soffrire.

Non riesco neanche a realizzare che in un secondo le sue labbra sono sulle mie, a togliermi il respiro. Il mio cuore perde un battito, il mio stomaco è in subbuglio e le mie gambe non fanno altro che tremare. Mentre le nostre labbra si muovono e combaciano perfettamente, mi rendo conto di quanto in realtà mi sia mancato. Mi rendo conto di provare per lui un sentimento più grande di me. Le sue mani sono ancorate sui miei fianchi e fiorano di tanto in tanto la mia schiena. Le mie mani accarezzano e tirano i suoi capelli, provocandogli un gemito strozzato che esce involontario dalle sua labbra. A nessuno dei due importa dello scrosciare ininterrotto della pioggia che cade su di noi.

"Mi sono mancate le tue labbra." Soffia sulle mie labbra, per poi tornare a baciarmi un secondo dopo.

Il bacio diventa famelico, i suoi denti stuzzicano le mie labbra e le nostre lingue si fiorano e giocano insieme. La sue mani scivolano lungo le mie gambe, coperte dai collant, per permettermi di avvolgerle intorno ai suoi fianchi. E mi perdo ancora nel suo sapore, nella nostra danza perfetta, mentre i brividi avvolgono tutto il mio corpo.

"Vieni a casa con me." Sussurra Samuel e so che non è una domanda.

Annuisco. Le sue dita si intrecciano alle mie e mi trascina verso casa sua, senza dire nulla. Bastano i suoi occhi a parlare, a sorridere per lui. Ed i miei sorridono più dei suoi.

Sono a casa.

La mia cittàWhere stories live. Discover now