3.1 Occhi blu

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"Hai mai pensato di andare via e non tornare mai più? Scappare e far perdere ogni tua traccia, per andare in un posto lontano e ricominciare a vivere, vivere una vita nuova, solo tua, vivere davvero. Ci hai mai pensato?"
-Luigi Pirandello

ALEK
un anno fa...

«Figliolo è davvero la scelta giusta partire per L.A?» sospiro appoggiandomi allo schienale della sedia guardando mio fratello in cerca di aiuto, sbuffa una risatina e appoggia una mano sulla spalla di nostro padre «Padre penso che sappia cosa sta facendo. Tra un anno sarà di nuovo tra i piedi come sempre»

Gli alzo il medio sentendo chiaro e tondo il disappunto di nostro padre ma alla fine annuisce arrendendosi.

Mi alzo dalla sedia del suo ufficio e lo ringrazio dicendogli che non se ne pentirà, «Lo spero Alek, lo spero davvero. Ora puoi andare, ti conosco so che odi stare chiuso in un ufficio, mi domando da chi tu abbia preso..»

Strappa una risatina sia a me che a mio fratello ma comunque non me lo faccio ripetere due volte, mi dileguo concedendomi un sorriso, con tanto di fossette, una volta fuori dallo studio.

Partire per L.A è sempre stato il mio sogno fin da bambino, l'ho sempre vista come la terra delle mille opportunità e io so che lì troverò la mia strada senza ombra di dubbio. Infondo amo fare foto e trovo che ogni singolo oggetto inanimato abbia il suo perché da fotografare.

Però i miei soggetti preferiti sono da sempre le persone, sono le uniche che possono mostrare le emozioni in modo sincero, senza nasconderlo, se lo permettono ovviamente ma anche quando provano a nasconderle ci sarà sempre una piccola differenza a fregarle.

Cammino per il corridoio dell'istituto passandomi una mano tra i ricci ancora corti ma spero che fra un anno siano lunghi almeno fino alle spalle.

Una volta all'entrata mi fermo notando un ragazzo e una ragazza guardarsi intorno nervosamente, il primo a notarmi è il ragazzo, mi fa sogghignare il modo in cui mi squadra.

Non ho tempo di dirgli niente che Javor mi spunta di fianco pronto a fare gli onori di casa, cazzo proprio adesso, solitamente non è mai lui ad accogliere i pazienti all'entrata ma altri pazienti così da farli sentire a loro agio. Perché cambiano le abitudini quando qualcuno cattura il mio interesse?

Sospiro lasciando perdere ma senza spostarmi minimamente anzi prendo la macchina fotografica attorno al collo per vedere quale delle foto sono perfette per l'articolo, il giornalismo non è mai stato nei miei piani ma ogni tanto mi chiamano per qualche scatto e di certo un po' di soldi in più non li rifiuto.

Devo essermi perso tra le mie foto poiché una voce appena matura ma piuttosto tagliente, anche senza volerlo, mi richiama.

«Scusami, dovrei passare» alzo lo sguardo dallo schermo a due occhi blu che cercano di mantenere sicurezza di fronte ai miei.

«Scusa occhi blu non ti avevo notato» corruccia lo sguardo mostrandomi delle rughette ai lati degli occhi che lo rendono ancora più carino e fanno sorridere anche me.

Non fa domande, aspetta solo che mi sposti e lo faccio con tanto di inchino che gli fa spudoratamente alzare gli occhi al cielo.

La ragazza dai capelli rossi mi passa affianco dopo di lui e mi guarda un po' intimorita così il mio sorriso si fa più dolce, non ho idea di cosa devono passare questi ragazzi ma posso capire che si trovino intimoriti dalla cosa.

Non riesco però a non guardare il culo di quel ragazzino, dio devo farmi decisamente una scopata e non sono l'unico a pensarla così.

«Puoi evitare di guardare i miei pazienti come se volessi sbranarli?» sorrido divertito senza spostare gli occhi da quella figura finché non sparisce dietro ad un corridoio.

«Macabro Javy, non ho bisogno di un ragazzino per soddisfarmi. Tu però sembra che non scopi dall'anticristo»

Non mi risponde nemmeno, si limita a seguire i due probabilmente per andare nel suo ufficio, amo provocare mio fratello perché non risponde quasi mai e quindi il mio scopo è portarlo all'esasperazione.


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Dovrei essere già a casa a far le valigie ma un paio di occhi blu e un culo da paura mi hanno trattenuto più del previsto.

Sono appoggiato al muro della mensa come un cane da guardia per tutti i pazienti, anche se non sarebbe il mio compito, ma i miei occhi tornano sempre su quel ragazzino, sta ridendo con la ragazza dai capelli rossi mentre le racconta qualcosa di così simpatico da farle portare le mani sulla pancia per trattenere le risate.

Corruccio lo sguardo, non dovrei essere infastidito, non so neanche il suo nome eppure quando la sua risata mi accarezza le orecchie chiudo istintivamente gli occhi inebriandomi di quel dolce rumore.

A mia sorpresa, quando riapro gli occhi, i suoi sono puntati sulla mia figura e gioca con la forchetta nel piatto.

Ghigno leggermente avvicinandomi a lui, noto piacevolmente il suo corpo irrigidirsi e la rossa domandargli cosa c'è che non va ma ora mai sono troppo vicino per tirarmi indietro, così mi sporgo al suo orecchio stando dietro di lui e le mie labbra gli soffiano dentro «Non si gioca con il cibo, occhi blu», il suo corpo rabbrividisce contro la mia voce e gongolo internamente prima di andare via e tornare alla posizione iniziale.

Troppi occhi sono su di noi e su quella scenetta, a me importa poco ma probabilmente a lui sì perché si stringe contro la sedia e mi basta un occhiataccia per mettere a tacere ogni voce all'interno di quel posto.

Cristo, se lo baciassi cosa accadrebbe? Non so il suo nome e voglio già baciarlo, devo proprio farmi una bella scopata o una doccia fredda.

Quando finalmente mi decido di uscire di lì per tornarmene a casa devo necessariamente passare vicino al loro tavolo, solo che appena passo di lì la sua voce entra fin troppo liberamente nelle mie orecchie destabilizzandomi e non poco.

«Dahlia, non è divertente, sembro un quindicenne che si arrapa per uno stupido sguardo»

Non mi fermo, continuo comunque a camminare, sogghigno e non vedo l'ora di tornare in questo posto.

Oh occhi blu, ci divertiremo molto insieme perché sei diventato la mia nuova sfida e tra un anno farò in modo che ti ricordi ancora di me.

SPAZIO AUTRICE

Heylà! come avrete capito questo non è un capitolo vero e proprio, di fatti è più corto degli altri tre però mi sembrava carino metterlo per farvi comprendere il primo incontro tra Alek e Sebastian a cui si riferivano nel terzo.

Detto ciò, spero vi sia piaciuto, vi avviso che non sarà così facile fra loro due... ma poi lo scoprirete da soli😉

Dal prossimo torna Ivory... siete pronti?

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(se ci sono eventuali errori li correggerò!)

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