CAPITOLO 7

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Sébastien osservò la stanza del loro appartamento che avevano trasformato in studio. Le alte finestre si affacciavano su una parte dei giardini del palazzo reale, il cosiddetto 'Giardino dell'Arciduchessa' perché era stato progettato appositamente come regalo di nozze per la moglie di un loro antenato alla fine del XVI secolo. Il suo stile classico comprendeva un laghetto rettangolare per i pesci e una casetta estiva di fattura italiana.

Nevaeh, dal canto suo, non stava badando affatto a quella vista spettacolare. Stava lavorando al computer completamente assorta, i capelli biondi raccolti dietro la nuca.

Benché avesse un conto aperto in parecchi negozi d'alta moda, in Europa o negli Stati Uniti, preferiva ancora vestirsi in modo casual quando erano soli, optando per dei semplici jeans e una maglietta. Gli abiti firmati li conservava per l'ufficio e per le rare occasioni formali.

Non era stato lo stesso per Tamara, che aveva passato le sue giornate a fare shopping e aveva avuto l'abitudine di cambiarsi più volte nello stesso giorno per fare sfoggio del suo lussuoso guardaroba.

Sébastien aveva cercato di avvertire il cugino che le stravaganze della moglie avrebbero potuto suscitare un certo antagonismo nella popolazione che aveva così poco denaro a disposizione.

Tuttavia adesso era Nevaeh che lo preoccupava e colmava i suoi pensieri. Negli ultimi giorni era stata eccessivamente tranquilla e di umore cupo e meditabondo. Dipendeva forse dall'enormità della sfida che si erano accollati decidendo di modernizzare il paese? Le stava chiedendo troppo, sperando che condividesse la sua visione per il futuro d'Illyria?

Di notte, tra le sue braccia, si comportava in modo diverso rispetto al giorno e la sua sensualità si manifestava con più passione del solito. Facevano l'amore con una tale intensità che li portava a toccare ogni volta nuove vette del piacere più assoluto.

Ciononostante, Sébastien percepiva una certa distanza fra loro, simile ad una sottile lastra di vetro di cui ci si accorge solo quando ci si sbatte contro. Ed era lui la causa di quella barriera, perché aveva dato la sua parola ad Arnaud.

Sicuramente, da un punto di vista razionale, Nevaeh capiva che era stato obbligato a fare quella promessa al cugino, ma era evidente che nel profondo, la considerasse un atto di tradimento nei suoi confronti.

In un certo senso, aveva ragione, ammise Sébastien. Ma quale alternativa aveva avuto? Arnaud stava morendo fra atroci sofferenze! C'erano persone capaci di ignorare un impegno preso sul letto di morte, ma lui di certo non era una di quelle. Per quanto si sentisse in colpa, era certo che non avrebbe più commesso un altro errore riguardo alla questione dell'erede sollevata da Nevaeh.

Dopo la loro discussione, aveva ragionato molto seriamente sul futuro del paese ed era arrivato alla conclusione che ne avrebbe discusso con sua moglie chiedendo la sua opinione. Purtroppo non era tanto sicuro che sarebbe stata d'accordo con quello che aveva in mente...

"Come sta andando il progetto per l'orfanotrofio?" le domandò, accantonando i suoi pensieri nella convinzione che il miglior modo per abbattere la barriera tra loro fosse dimostrarle quanto fosse importante per lui.

"Un po' a rilento, purtroppo," sospirò Nevaeh, scostando una ciocca di capelli dal viso e girando la sedia per guardarlo. "La scarsità di terreni è un problema serio, ma credo che si possa risolvere costruendo palazzine di quattro piani, in modo che occupino meno spazio. Le case saranno alte e strette, anziché basse e larghe. L'unico mio timore è che tutti questi piani possano in effetti, limitare il legame tra i bambini. Di solito la cucina, il salone e la stanza per lo studio sono sullo stesso livello, mentre così bisognerà spostarli su due."

PER TUTTA LA VITA (2 LIBRO - "DE MONFORT DYNASTY")Where stories live. Discover now