CAPITOLO 2

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'Il disastro causato dalla bomba... Cosa significa esattamente?' si chiese Nevaeh in preda all'ansia.

Non le era mai stata simpatica Tamara, ma la sua morte violenta risvegliò in lei ricordi sulla scomparsa altrettanto traumatica di sua madre e del fratellino alla quale aveva assistito in tenera età, quando erano stati investiti da un camion.

Per anni, si era sentita in colpa perché lei era sopravvissuta, mentre loro, no. Nel momento in cui avevano iniziato ad attraversare la strada con la carrozzina, la madre la stava sgridando e, ad un certo punto, Nevaeh era corsa indietro. Quel gesto le aveva salvato la vita.

Soltanto l'amore di Sébastien era riuscito a farla venire a patti con il trauma di quell'incidente. Era stato lui quello che aveva curato il suo disturbo post-traumatico da stress. Era lui quello che l'aveva salvata da una vita buia, senza gioia e senza nessuna meta.

Povera Tamara... Non aveva importanza quanto fosse stata egoista e sgradevole. Di sicuro non meritava una fine così crudele. E povero Arnaud... che stava lottando tra la vita e la morte.

Doveva vivere... Doveva salvarsi... Per il bene di tutti... Per il bene di Sébastien, che teneva ad Arnaud come ad un vero fratello.

*****

Nella stanza dell'ospedale, Sébastien guardò suo cugino attaccato alle macchine. La testa era bendata e il corpo immobile sotto le lenzuola.

"Purtroppo, ha perso entrambe le gambe," gli aveva detto l'infermiera davanti alla porta. "E ha riportato lesioni serie agli organi interni."

"Sopravvivrà?"

"Signor de Monfort, le prometto che tutto lo staff medico sta facendo tutto il possibile per tenerlo in vita," gli aveva risposto la donna, ma Sébastien aveva letto la verità nei suoi occhi.

"Sei qui... Sapevo che saresti venuto, Bastien... Ti aspettavo... mon frère..." sussurrò Arnaud con voce appena udibile.

Sollevò faticosamente una mano e Sébastien la strinse fra le sue mentre si sedeva accanto al letto.

"Bastien... Voglio che tu mi prometta una cosa..."

Lui serrò le labbra. Se gli avesse chiesto di badare a Tamara, nel caso fosse morto, avrebbe annuito senza rivelargli la verità. Il cugino amava profondamente la moglie, anche se lei non aveva fatto mai nulla per meritarsi quell'amore.

"Tutto ciò che desideri, Arnaud..."

"Voglio che tu mi prometta... che ti occuperai del nostro paese... e della nostra gente... per me... Voglio... che tu prenda il mio posto... come regnante e che assicuri la continuità della dinastia con un erede... Il dovere... deve venire... prima di tutto..."

Sébastien chiuse gli occhi. Governare Illyria era l'ultimo dei suoi desideri e lui aveva sempre avuto la certezza che niente di simile sarebbe mai accaduto. Secondo i piani, ci avrebbe pensato Arnaud, che era più giovane di lui, ad avere dei figli con Tamara.

Senza contare che nemmeno Nevaeh voleva dei bambini. Lo avevano stabilito fin dall'inizio del loro matrimonio... Una decisione a cui erano giunti a seguito delle esperienze traumatiche della loro infanzia e che aveva permesso loro di instaurare un legame ancora più forte.

Come poteva discutere adesso di un argomento così delicato, quando suo cugino stava per morire e con l'ultimo respiro che aveva in corpo chiedeva il suo aiuto e una promessa?

Cosa doveva fare? Rifiutare? Arnaud aveva toccato un nervo scoperto pronunciando la parola dovere. La loro famiglia regnava su Illyria da innumerevoli generazioni, ma la cosa più importante era l'affetto che Sébastien provava per il cugino morente il quale, se non fosse stato per lui, non avrebbe mai conosciuto quella donna e adesso non si sarebbe trovato in un letto d'ospedale in fin di vita.

PER TUTTA LA VITA (2 LIBRO - "DE MONFORT DYNASTY")Onde as histórias ganham vida. Descobre agora