Marianna, giovane magistrato alla prima esperienza in tribunale, si vede affidare un caso semplice: emettere una sentenza di colpevolezza a carico di un pensionato che, non avendo rispettato il semaforo rosso e malgrado non vi sia stata collisione, è imputato di aver provocato la morte di un motociclista. Nel visionare al rallentatore le immagini di una telecamera stradale, la giudice nota però che il centauro aveva abbandonato il manubrio e riversato indietro la testa in una maniera innaturale. Non sembra la reazione istintiva di chi cercava di evitare un ostacolo imprevisto, quanto la caduta incontrollata di una persona raggiunta da un colpo di fucile. Quando tenta di approfondire, scopre che il corpo della vittima è stato cremato e la motocicletta rottamata, come se una regia occulta si fosse preoccupata di eliminare qualsiasi possibilità di verifica postuma. Una serie di circostanze inquietanti che non può ignorare, tanto più che Marco, l'uomo deceduto, era stato un suo amore adolescenziale e lei sa che faceva parte del mondo della malavita. Sirio, il criminologo e vecchio amico al quale si è rivolta per fugare i propri dubbi, si dichiara pronto ad aiutarla nella ricerca della verità.