The Omega's Crown|ᴋᴏᴏᴋᴛᴀᴇ

By Swetty_Kookie

106K 9.7K 2.3K

[ᴛʜᴇ ʟᴇɢᴇɴᴅ ᴏғ ʀᴇᴅ ᴛʀᴇᴀsᴜʀᴇ: ᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀ] [ᴜɴᴛɪʟ ᴛʜᴇ ᴇɴᴅ ᴏғ ᴛʜᴇ ᴡᴏʀʟᴅ: ɪɴ ᴄᴏʀsᴏ] Da generazioni ormai, nel pacif... More

The Legend of Red Treasure
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24- prima parte
Capitolo 24- seconda parte
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 30
Capitolo 31 [Fine Prima Parte]
Until The End Of The World
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Capitolo 47

Capitolo 29

2.3K 196 32
By Swetty_Kookie

Lo stridio dei gabbiani fu il primo rumore che riuscì a sentire dopo aver schiuso gli occhi infastidito dalla luce del giorno che illuminava la stanza attraverso una finestrella circolare. I suoi occhi, infatti, non appena riuscirono a rimanere aperti senza richiudersi a causa del sonno, si focalizzarono proprio su quell'ultima, là dove i raggi solari entravano dolcemente illuminando il pavimento scuro e rendendo visibili ad occhio nudo quei granelli di polvere che svolazzavano per la stanza. Il calore che si era creato in quelle quattro mura presagiva che il sole fosse sorto da molto tempo ormai e una conferma di quella supposizione furono gli schiamazzi ovattati degli uomini della Esmavros, già a lavoro.

Mosse i piedi sotto le lenzuola fresche e girò lo sguardo verso destra, là dove avrebbe dovuto trovarsi il pirata ma che al contrario trovò vuoto. C'era solo un cuscino spiegazzato che lasciava intendere all'omega che il pirata fosse stato con lui fino a quella mattina e che alle prime luci dell'alba avesse lasciato la sua camera per tornare a lavoro, e a rendere veritiera la sua ipotesi furono le lenzuola che, fredde, lo fecero rabbrividire quando passò la mano sulla parte vuota.

Quella notte avevano finito con l'addormentarsi nella stessa posizione in cui erano stati costretti per una buona ora dopo che qualcosa di strano era successo mentre stavano facendo l'amore. Si portò una mano tra i capelli biondi per scompigliarli e cercare di scacciare via dalla mente ciò che era successo. Si sentiva in imbarazzo al solo pensiero di quante volte avesse ansimato il nome del pirata e di come probabilmente fossero rimasti per tutta la notte uno a contatto con l'altro; al tempo stesso però non poteva fare a meno di sorridere per quanto completo si sentisse. Se immaginava il sé stesso di qualche mese fa non avrebbe mai pensato che avrebbe finito davvero con l'innamorarsi di un alfa, e di un pirata per lo più, visto il suo noto odio per quel genere.

Sentendo le farfalle svolazzare nello stomaco non riuscì a trattenersi dal rilasciare un piccolo urletto esaltato, attutito dal cuscino, e scalciare via le coperte per poter mettersi seduto pronto per scendere da quel letto e iniziare la giornata con un'energia diversa.

Non appena però il suo fondoschiena nudo toccò il materasso, una piccola scossa di dolore si propagò lungo tutta la schiena facendogli stringere i denti per non lasciarsi sfuggire un sibilo di dolore. Immaginò che, nonostante le premure da parte dell'alfa, il suo corpo non fosse affatto abituato a tutto quello e che fosse normale. Inoltre, a rendere il tutto ancor più doloroso, furono gli evidenti segni violacei nel suo interno coscia che non gli permettevano di chiudere le gambe senza sentire un po' di fastidio

Sollevò lo sguardo ancora più imbarazzato, cercando di non pensare a nulla, e si schiarì la voce mentre si mosse per mettere i piedi per terra e per poter ripescare i suoi vestiti. Mentre raggiunse i piedi del letto il suo sguardo venne catturato da un mobile sopra il quale si trovavano varie scartoffie e un piccolo specchio sporco nel quale si rifletté notando i suoi capelli scompigliati e le guance rosse. Sarebbe stato difficile nascondere ciò che era successo quella notte, specialmente a qualcuno attento come Yoongi o furbo come Jimin, ma per la prima volta, che gli altri lo sapessero o meno, non aveva importanza.

Così con un piccolo sorriso sulle labbra finì con il rivestirsi tranquillamente, canticchiando persino qualche melodia mentre abbottonava la camicia, infilandola poi nei suoi pantaloni consumati. Come ultima cosa poi annodò il cinturino dorato in vita e ripesco i suoi stivali, dentro il quale ritrovò il piccolo coltello che Jungkook gli aveva ricordato di prendere prima che ripartissero nuovamente con le casse di cibo. Lo nascose per bene con un cinturino nascosto dallo stivale, e poi si avvicinò a quello specchio per cercare di sistemare la sua zazzera bionda come meglio poteva.

Non appena ritenne fosse abbastanza, sotto i suoi occhi oltre qualche vecchia mappa consumata risaltò quel diario dal dorso rigido che aveva già visto una volta proprio in quella stanza. Sapeva che non erano affari suoi ma la curiosità sembrava più forte del buon senso e così, delicatamente, lo prese tra le mani e lo aprì proprio nel centro. Su quella pagina bianca un ammasso di righe non definite, andavano a formare i contorni di un corpo e di un viso. Con sua grande sorpresa, Taehyung rivide sé stesso tra quelle pagine in pose e situazione che lo ritraevano distratto e inconsapevole che qualcuno da lontano lo stesse disegnando.

Sfogliò più pagine, fino alle ultime, in cui per la maggior parte dei casi il soggetto ritratto era nessun'altro se non sé stesso. Non guardava mai in direzione dell'alfa, ed era sempre indaffarato a fare altro in quei momenti, ma come dei piccoli sprazzi di ricordi la sensazione degli occhi del pirata puntati sempre addosso, anche quando meno se lo aspettava, tornò a fargli visita bruciandogli la pelle.

Ridacchiò quasi e mugugnò un «Era questo che facevi?» ricordando quante volte avesse pensato che gli sguardi che il corvino gli rivolgeva fossero di odio. Mai avrebbe immaginato che per tutto quel tempo il motivo fosse quello.

L'ultimo disegno lo riprendeva da vicino, i capelli scompigliati su un cuscino, gli occhi e le labbra chiuse, le ciglia che lunghe quasi toccavano le guance. Persino quei suoi piccoli nei erano presenti per dare sempre più dettagli a quel disegno.

Si morse il labbro sentendo lo stomaco contorcersi per le emozioni e quella nuova consapevolezza che improvvisamente, mosso da un irrefrenabile frenesia, andrò a ripescare una piuma sporca d'inchiostro e raggiunse le ultime pagine vuote di quel diario sopra la quale diede libero sfogo ai suoi pensieri.

Se per Jungkook, ritrarlo era il modo di dimostrargli che era sempre nei suoi pensieri, lui avrebbe fatto lo stesso nel modo più semplice possibile però: trascrivendo con l'inchiostro come si sentiva conscio che, probabilmente, il momento in cui il pirata avrebbe trovato quella lettera Taehyung sarebbe già andato via.

Soffiò sopra quelle parole così che l'inchiostro si asciugasse quanto prima per poter rimettere al suo posto quel diario, come se non avesse mai scoperto quel segreto del pirata, e solo quando con un piccolo tonfo lo richiuse udì una porta sbattere poco lontano e poi delle voci ovattate. Tra queste riconobbe quella del pirata, così senza pensarci troppo, percosse i pochi passi che lo separavano dalla porta e schiudendola leggermente attirò l'attenzione dei due nella stanza.

Jungkook, da dietro la sua scrivania e Namjoon, rimasto in piedi di fronte a quest'ultima, lo guardarono con la coda dell'occhio quando notarono la sua presenza. Solo in quel momento passò per la mente al principe che, uscire ad un ora tarda del mattino dalla stanza del capitano della Esmavros, avrebbe potuto rendere certi i sospetti che sapeva si fossero già creati sulla nave pirata. Ma il danno ormai era fatto e, non potendo più tornare indietro, uscì da quella stanza per poi schiarirsi la voce imbarazzato.

«Scusate l'interruzione... stavo per andare via.» si chiuse la porta alle spalle e si grattò una tempia a disagio pronto a fuggire via dalla cabina del capitano e poter nascondersi nelle cucine insieme a Yoongi. I suoi piani però vennero mandati in frantumi non appena Jungkook lo bloccò con un «Non è necessario.» indicandogli poi con un gesto della mano di potersi sedere dove desiderava.

Non era ancora abituato a mostrarsi così apertamente e accondiscendente con l'alfa di fronte ad altri, ma l'altro in questione era il vicecapitano per cui presuppose non dovesse sentirsi a disagio.

Invece di sedersi però, come consigliatoli dall'alfa, decise di avvicinarsi alle piccole finestrelle poste sui muri laterali della stanza sgranando poi gli occhi non appena scorse quelle che dovevano essere le grotte di Ehsul. Da lontano avevano un aspetto spigoloso e roccioso, ma al tempo stesso qualche sprazzo di vegetazione selvaggia la riempiva di verde dandole un aspetto meno tetro di quel che immaginava.

«Continua pure.» a distrarlo però dal suo stupore fu Jungkook che, con sguardo serio non aveva smesso di studiare le carte sulla sua scrivania e al tempo stesso porre attenzione a Namjoon. Si girò di poco per poterli guardare da lontano rimanendo in silenzio in modo da non disturbarli.

«Si tratta di Chanwook.» un sospiro rilasciò le narici del corvino.

«Ancora lui. Mi sembrerebbe quasi una falsa notizia se non ci fosse in mezzo quel coglione.» lo vide chiaramente stringere i pugni infastidito, per poi annuire distrattamente come per dare il consenso a Namjoon di continuare.

«A quanto pare questa mattina è uscito dalle sue stanze prima che il sole potesse sorgere e si è recato senza intoppi del magazzino. Non credo mi abbia visto o sentito, c'era—» si schiarì la gola a disagio e abbassò lo sguardo per un secondo, continuando subito dopo «il vostro odore ha distratto tutti in realtà.» e se sulle guance si Taehyung comparve un chiaro rossore, in quello di Jungkook non ci fu nemmeno una piega d'espressione, la sua concentrazione era incentrata su altro.

«Cosa è andato a farci nel magazzino? E perché era in possesso delle chiavi?»

«Sono alquanto sicuro che nasconda qualcosa e il magazziniere, Sungyun, è l'unico ad avere le chiavi. Credo che Chanwook l'abbia convinto o minacciato, non vi è mai andato contro. Anche durante la votazione per Taehyung, è stato tra i pochi a non aver sollevato la mano.»

Corrugò le sopracciglia non riuscendo a ben definire chi tra i volti dei pirati fosse il magazziniere. Si morse il labbro e fece qualche passo avanti per intromettersi nel discorso.

«Sono poche le persone a non aver votato per la mia punizione quel giorno. E se fosse riuscito a convincere il resto della ciurma a sollevarti dall'incarico da capitano?» era preoccupato che in un qualsiasi momento di distrazione Jungkook sarebbe stato troppo vulnerabile e avrebbero potuto ferirlo.

«Non è di certo una novità o la prima volta che provano a farlo. Non hanno mai avuto abbastanza potere o coraggio di sostituirmi per prendere il comando.» rispose prontamente, come a volerlo rassicurare.

«Già, ma è la prima volta che nascondono qualcosa proprio sotto il nostro naso.» ribatté Namjoon, facendo ammutolire Jungkook che, con sguardo basso, annuì concordando con le parole dell'altro.

«Voglio che questa notte ti occupi con Hoseok di Sungyun e scopri cosa si nasconde nel magazzino. Ad ogni modo non credo che vogliano agire in fretta, Taehyung è l'unico che conosce la strada per il tesoro ed io sono l'unico di cui si fida. Se dovesse succedermi qualcosa non riuscirebbero ad arrivare mai al tesoro, quindi per ora c'è tempo.» si portò una mano sul fianco e con quella libera si stropicciò gli occhi stanchi.

«Grazie per l'informazione, puoi andare ora.» congedò il vicecapitano che, dopo un piccolo inchino, compì quei pochi passi che lo separavano dalla porta per poi lasciarli nuovamente soli.

Taehyung venne attirato dal tonfo della sedia sopra la quale Jungkook si era seduto malamente, portando la testa verso lo schienale quando delle fitte gli colpirono le tempie.

«Sarebbe stato troppo facile se fosse andato tutto liscio come l'olio, non è vero?» domandò retoricamente, allungando poi un braccio in direzione dell'omega che colse quel gesto come segno di avvicinarsi.

Quando fu a pochi passi dal pirata quest'ultimo lo tirò all'improvviso sulle proprie gambe e, tenendolo stretto per la vita, la prima cosa che fece fu portare la punta del naso freddo vicino il collo caldo e profumato dell'omega. «Lasciami riposare per un po'.» mugugnò con tono basso di voce, lasciando intendere al principe la sua volontà di voler rimanere in quella posizione fino a quando qualcos'altro non li avrebbe tenuti lontani.

Al contrario però, Taehyung gli afferrò con entrambe le mani le guance, così che i loro occhi potessero incrociarsi e così che il pirata potesse leggere nei suoi un enorme preoccupazione. «Non dovresti essere così tranquillo. E se dovessero davvero farti del male?» corrugò le sopracciglia preoccupato.

«Ho la pelle dura, non mi ammazzeranno così facilmente.» ci scherzò su il pirata, facendo ancor di più preoccupare il cuore dell'omega. La sua paura più grande, in quel preciso momento, era che una volta lontano da lui non avrebbe più saputo nulla della sua vita; non avrebbe più saputo se fosse vivo o morto, ferito o altro. Quella consapevolezza lo tormentava.

«E ho molti uomini fidati. Hoseok e Namjoon sanno controllare la situazione, Jimin scatenerebbe subito una rissa e Yoongi sarebbe capace di avvelenare i loro piatti se solo glie lo chiedessi, d'altronde anche lui è un pirata. Ma per ora non ho nulla di certo che confermi le loro intenzioni, per cui non mi resta che aspettare.»

Per quanto le parole del pirata fossero ragionevoli e veritiere, Taehyung non poté fare a meno di formare un piccolo broncio sulle sue labbra che venne subito deriso dal pirata, il quale andò ad eliminarlo con un piccolo bacio sul labbro inferiore. «Piuttosto, hai dato un occhiata qua fuori?»

Si alzarono entrambi non appena l'entusiasmo del pirata prese a dare allegria alla stanza, e ripescando un cannocchiale di oro e legno da uno dei cassetti di quella scrivania, spinse dolcemente per le spalle l'omega così che potessero tornare entrambi verso le piccole finestre ed osservare le grotte di Ehsul con quello strumento.

«Durante la notte, complice il mare, ci siamo avvicinati alle grotte.» Taehyung lo avvicinò al suo occhio destro non appena l'alfa glie lo porse, potendo osservare da più vicino quelle grotte e non riuscendo a concentrarsi su qualsiasi altro dettaglio quando le mani del pirata furono sui suoi fianchi e il suo mento sulla sua spalla, in modo tale che il respiro si scontrasse contro la sua pelle.

«E' come te l'avevano descritta?» ridacchiò incrociando le mani sul ventre dell'omega quando quest'ultimo allontanò il cannocchiale e poggiò la testa sulla sua spalla.

«L'ho vista in un disegno. Il fratello di mio nonno, nonostante non avesse il diritto al trono per ordine di successione ha lo stesso rispettato la tradizione del regno e ha viaggiato per mesi fino a quando non ha scoperto queste grotte. Nei suoi diari di bordo sono molto più tetre, non c'è alcun segno di vegetazione. Ma il tempo deve averle cambiate.» la sua voce si affievolì verso la fine quando uno schiocco sul collo risuonò nella stanza, calmandolo.

«Non ho mai avuto modo di chiedertelo prima, ma perché il tesoro è ancora lì se in realtà è stato già scoperto dalla tua famiglia?» domandò incuriosito facendo tornare nella mente di Taehyung le parole di suo padre. Aveva posto la stessa domanda al re quando, durante i suoi undici anni aveva iniziato gli studi della navigazione.

«Mio padre e alcuni uomini hanno raccontato che è stato a causa di una terribile tempesta. A quanto pare è scivolato a causa di un'alluvione, lasciando incustodito solo il suo diario. Spaventati i suoi uomini hanno deciso di tornare indietro senza continuare l'espolorazione. E' per questo che conosco solo per metà il percorso per arrivare al tesoro.»

«E' incredibile.» ridacchiò il pirata contagiando il biondo che, girandosi in quell'abbraccio si ritrovò a pochi centimetri dal volto del pirata.

«Cosa è incredibile?» i loro nasi si sfiorarono, quasi come se stessero giocherellando, mentre le loro labbra sembravano sempre le une più attratte dalle altre.

«Poter essere a conoscenza di tutte queste cose. Sai, all'inizio, quando abbiamo iniziato ad avvicinarsi non sono stato del tutto onesto con te.» ridacchiò alzando gli occhi al cielo quando le sopracciglia del biondo si corrugarono confuse «Approfittavo della tua innocenza per prenderti in giro e farti arrabbiare, perché sapevo che se ti avessi lasciato indisturbato avresti elaborato qualcosa per riuscire a scappare.» confessò.

«Già, ero troppo concentrato a maledirti per quante volte le tue azioni mi avessero dato false speranze per poter ragionare lucidamente.» provò a spingerlo scherzosamente, senza davvero offendersi per ciò che il corvino aveva detto, venendo bloccato nuovamente da quelle mani e quel corpo che finirono per schiacciarlo nuovamente contro un muro. Quella volta però sembrava diverso, non c'era timidezza o insicurezza da parte dell'alfa che, senza paletti, non si preoccupò di far sentire chiaramente all'omega l'effetto che gli faceva.

«Allora non posso scusarmi, altrimenti direi il falso.» sussurrò nel suo orecchio, mandando la mente del biondo in confusione per qualche secondo.

«J-Jungkook...» mugugnò facendosi più piccolo nelle spalle e stringendo nei pugni la camicia del corvino, sulla quale cercava di appigliarsi per non cadere succube di quelle provocazioni. «N-noi l'abbiamo già fatto e...» deglutì a vuoto.

«E quindi?»

«Ci sentirebbero e—»

«Sarebbe lo stesso anche se aspettassimo.» non gli diede neanche il tempo di terminare la frase, ma insistette.

«E poi non sappiamo ancora cosa sia successo ieri.» riuscì a fermarlo, per sua fortuna. Sentiva ancora il fondoschiena dolorante.

«Già. Potrei chiedere a Jimin cosa—»

«No!» gli portò le mani sulle labbra per zittirlo. L'ultima cosa che voleva era che quel pirata malefico sapesse cosa tra lui e Jungkook fosse successo. «Non è necessario, solo che f-fa ancora un po' male e—» cercò di trovare quante più scuse possibili ma non fu necessario. Jungkook annuì, ascoltandolo, e lasciandogli un piccolo bacio sulla fronte come a volerlo rassicurare che avrebbe tenuto le labbra chiuse.

«L'importante è che tu stia bene, no?» annuì con le guance in fiamme, sospirando dispiaciuto quando l'alfa fu costretto ad allontanarsi dal suo corpo dandogli le spalle per raggiungere la scrivania.

«Ad ogni modo, credo che entro questa notte riusciremo ad avvicinarci abbastanza per poter salpare con le scialuppe e raggiungere le grotte.» annunciò con entusiasmo il pirata rivolgendogli un fugace sorriso.

«Siamo sempre più vicini, allora.» quella frase presagiva sia la loro meta, sia l'arrivo del giorno in cui si sarebbero detti addio. Sembrò che anche il pirata avesse colto quella frase in quel senso, e anche se il sorriso si modificò in un più rammaricato, annuì semplicemente, conscio che nulla sarebbe potuto cambiare.

Uno strato di tensione e tristezza sembrò appesantire il cuore di entrambi e fu solo grazie all'intervento del biondo che con un «Credo che sia meglio che esca da qui, altrimenti la tua ciurma potrebbe rivoltarsi contro di noi.» provò a lasciarsi quella consapevolezza alle spalle ed uscire dalla cabina del capitano senza prima però aver lasciato un bacio a stampo sulle labbra di quest'ultimo.








Il rumore della pioggia che batteva leggera sul legno faceva da sottofondo nella tetra stanza nei piani più bassi del veliero pirata, là dove legato ad una sedia un uomo respirava in maniera affannata mentre un rivolo di sangue fresco gli colava lungo il naso. La pelle era lucida per il sudore e le lacrime, ma nonostante questo quell'uomo continuava a non voler spiccicare parola così che tutto quello potesse fermarsi.

La spia della nave si allontanò di qualche metro, per ritrovarsi poi dietro un'altra sedia là dove era seduto il capitano con al suo fianco Namjoon. «Può bastare.» disse il secondo tra questi, sollevando una mano verso Hoseok – che si massaggiò il polso per il pugno appena sferrato – e poi alzarsi per avvicinarsi all'uomo.

«Sungyun, credevo che un uomo della tua età fosse abbastanza maturo da non impicciarsi in guai che potrebbero rovinarlo e portare via la sua unica fonte di ricchezza. Non avete una moglie e una figlia al covo che aspettano voi e i vostri soldi?» si piegò un minimo per poter essere a pochi centimetri dal volto di quel beta che, tremante, abbassò lo sguardo timoroso grugnendo di dolore quando il sangue continuò a colargli lungo il mento. «Sarebbe un peccato che per colpa di qualcun altro voi non facciate più ritorno.»

«Capitano, io non—» piagnucolò, venendo subito interrotto da un pugno dell'alfa contro la sedia sopra il quale era seduto. Ciò che lo aveva ridotto in quel modo pietoso era stata la sua tentata – e inutile – fuga, non appena la spia si era presentata di fronte la porta della sua stanza. Aveva reso chiaro che nascondesse qualcosa per la reazione così esagerata e così, ancor più sospettoso, il moro lo aveva trascinato per le scale della nave per rinchiuderlo in quella buia stanza in attesa di interrogarlo.

«Credevo che fossi tra i pochi uomini dalla mia parte, mi sbagliavo per caso?» continuò, ricevendo nell'immediato la reazione del beta che con occhi sgranati scosse la testa, continuando comunque a rimanere nel suo silenzio.

«E allora perché diamine continui a non voler parlare?! Sai cosa nasconde Chanwook, non è vero? Perché gli hai permesso di accedere al magazzino?!» la mano finì con lo stringersi attorno alle ciocche bianche del beta così da poterle tirare e sollevare la testa.

«L-lui ha minacciato la mia famiglia, non posso capitano, non posso—»

«Quello che verrà detto in questa stanza rimarrà qui, nessuno verrà a saperlo, ti do la mia parola.» sgranò gli occhi un minimo quando vide nell'uomo l'intenzione di parlare. Li aveva trattenuti per un'intera ora della notte, rimanendo in silenzio per la maggior parte del tempo. Jungkook credeva che la sua pazienza stesse per raggiungere il limite ma per fortuna di tutti i presenti quell'uomo aveva deciso di parlare.

«Quando la ciurma si è separata ed è rimasta per tre giorni in attesa che il calore del prigioniero terminasse, io sono rimasto a bordo. Una notte sono uscito dalle mie stanze a causa di un malore e ho visto alcuni uomini provenire dalla spiaggia per raggiungere il veliero con delle sacche. Non ho visto bene chi ci fosse o  cosa nascondessero ma uno di loro rimasto a bordo mi ha visto!» strinse i pugni legati dietro lo schienale per cercare di trattenersi dal tremare «Mi hanno tramortito e quando mi sono svegliato il mazzo di chiavi che avevo conservato nelle mie stanze era sparito. Gujae mi ha minacciato dicendomi di stare zitto e non intromettermi, altrimenti al nostro ritorno al covo avrebbero fatto in modo che mia moglie e mia figlia vengano vendute, ed io l'ho fatto!» piagnucolò ancora più forte.

«Ho solo ignorato la questione come mi avevano chiesto, non so nient'altro!»

«Credo dica la verità.» Namjoon lo distrasse dal racconto, facendogli tirare un sospiro pensate per la frustrazione.

«Quindi questo ci porta solo alla conferma che nascondono qualcosa e nient'altro.» grugnì stanco massaggiandosi gli occhi per il sonno che si stava pian piano facendo sentire. In quel momento avrebbe dovuto trovarsi con Taehyung nelle sue stanze, e invece per colpa di quegli idioti stava sottraendo tempo all'unica persona di cui gli importava davvero su quella nave. «Qual è il senso di fare tutto questo a così pochi passi dal tesoro?!» domandò più a sé stesso che ai presenti.

«Se permettete capitano, avete più nemici su questa nave di quanti ne abbiate qua fuori. La morte di Hanjun durante l'attacco di settimane fa e la mancata punizione dell'omega li ha incattiviti maggiormente.» parlò il beta attirando l'attenzione dei tre «Se fossi al vostro posto starei molto attento.» anche se quelle parole avevano lo scopo di avvertirlo gli sembrarono quasi una minaccia.

Lasciò perdere però quella sensazione e, facendo cenno a Namjoon gli comunicò di liberare il beta e ritirarsi nelle loro stanze, cosa che lui avrebbe fatto per primo.

Se avesse agito d'impulso, tentando di aprire il magazzino con la forza per scovare qualsiasi cosa si nascondesse all'interno, la maggior parte degli uomini sul veliero gli sarebbero andati contro e con Taehyung ancora a bordo e senza una vera via di fuga, sarebbe stato come legarsi ai piedi un sacco di pietre e gettarsi in mare.

Doveva aspettare per agire e specialmente doveva mettere a riparo il principe prima di qualsiasi attacco. Anche se odiava ammetterlo era in difetto e se mai gli succedesse qualcosa anche Taehyung ne andrebbe di mezzo. Doveva tenerli buoni fino al momento giusto.

Con quei pensieri per la testa raggiunse nuovamente la superfice che scivolosa a causa della pioggia, ospitava delle nuvole grigie sulle loro teste. Persino il cielo sembrava volergli andare contro.

Le grotte di Ehsul erano indistinguibili nel buio della notte ma sapeva che erano vicini, molto più di quel che riusciva anche solo a immaginare.

Scosse la testa e attratto dal buono odore che ormai aveva invaso le pareti delle sue cabine, si diresse a passo svelto verso il castello di quarto e poi chiudersi la porta del suo studio alle spalle. La porta della sua stanza era aperta e le candele ancora accese. Non aveva avuto modo di mettersi a letto con il biondo quella sera, ma visto l'orario inoltrato quest'ultimo avrebbe dovuto essere già nel mondo dei sogni.

Si avvicinò a passo felpato e, con suo stupore, nonostante la luce proveniente comunicasse il contrario, l'omega era addormentato a pancia in giù sul suo letto. Le lenzuola coprivano solo una gamba, lasciando scoperta l'altra che nuda era piegata in una posizione che la rendesse più comoda. La guancia arrossata era premuta contro il cuscino e un piccolo respiro fuoriusciva dalle labbra dell'omega.

Guardò quell'immagine quasi con insistenza, come a volerne precisare ogni minimo dettaglio per non dimenticare nulla e poterla riprodurre nella sua mente ogni volta che la mancanza dell'omega si sarebbe fatta sentire nei giorni che li avrebbe visti lontani.

"Sei un pirata adesso Jungkook, e i pirati finiscono con il perdere coloro che amano per la maggior parte delle volte. Ricorda le parole del tuo capitano e il tuo cuore sarà più freddo e duro della pietra: inscalfibile." ci aveva provato per tanto tempo a seguire quel consiglio che il suo mentore gli aveva dato poco prima di lasciare quella terra. Quella era stata l'ultima volta che aveva pianto per qualcuno e poi, come se avesse spento ogni sua emozione, come se il suo cuore avesse smesso di battere così le emozioni si erano annullate.

Ma quel principe era piombato nella sua vita e con quei suoi occhi, atteggiamenti e rari sorrisi che gli aveva rivolto, nonostante inizialmente non avessero fatto altro che provocarsi, era riuscito a riaccendere quell'emozione, a far rivivere il suo cuore potendo godere di ogni battito. Ma con tutto quell'amore, anche la paura e la tristezza avevano finito col radicarsi nella sua mente come a volerlo preparare per le pene che avrebbe sofferto non appena tutto sarebbe finito.

Dovette distogliere lo sguardo da quella figura e sbuffare per allentare la tensione che si stava formando sui suoi occhi sottoforma di lacrime, per concentrare invece l'attenzione sui suoi vestiti che prese a slacciare per poter sistemarsi comodamente su quel letto accanto al biondo.

Non appena il peso del suo corpo deformò il materasso, gli occhi del biondo si spalancarono e la sua testa si sollevò come se fosse pronto a scendere da quel letto. Era stato un gesto istintivo che Jungkook capì avesse sviluppato proprio su quella nave.

«Ehi, sono io.» lo rassicurò con voce dolce accarezzando quelle ciocche bionde e ricevendo subito in risposta un assonnato «Ti stavo aspettando... dove sei stato?»

Si sistemò sotto le coperte e, allungando un braccio verso il biondo, quest'ultimo si accoccolò sulla sua spalla richiudendo gli occhi ma rimanendo comunque vigile per ascoltare la risposta del pirata.

«Ho interrogato l'uomo di cui sospettavamo.» lo informò, notando subito come nonostante il sonno il principe avesse sollevato la testa per apprendere le nuove informazioni.

«Allora?» domandò curioso, mentre nel centro della sua fronte si formava una ruga a causa della preoccupazione.

Jungkook lo osservò per qualche secondo in silenzio, prima di prendere la sua decisione definitiva. Un sorriso nacque sulle sue labbra e un bacio andò a stamparsi proprio su quella ruga d'espressione. «Era un falso allarme, non c'è nulla di cui tu debba preoccuparti.» mentì.

«Sul serio?» un piccolo sorriso sereno nacque sulle labbra del biondo che, riaccoccolandosi sulla spalla del pirata continuò con un «Ne sono contento.» stringendo maggiormente le sue braccia attorno alla vita dell'altro, come a volergli comunicare a gesti quando quella notizia l'avesse rasserenato.

«Già.» annuì «Puoi dormire sogni tranquilli.» non era necessario che Taehyung sapesse che la sua vita fosse in pericolo.

Continue Reading

You'll Also Like

31.3K 1.9K 31
«L'universo ci ha presi in ostaggio, Bianca»
9.2K 482 48
Alessia Chiesa, sorella di uno dei più forti calciatori del momento. Si innamorerà di un compagno di squadra del fratello, Kenan Yildiz. Da poco amat...
14.4K 1K 33
Fanfiction holdarah
8.8K 1.9K 38
Can e Demet sono due agenti speciali,che si ritroveranno a risolvere insieme il caso del dipinto rubato durante una notte, al Museo di Atatürk della...