Come Pioggia D'Estate

By UnaRagazzaComeMe

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Rebecca ha ventotto anni, una relazione stabile con le gaffes e il sarcasmo che le scorre nelle vene. Condivi... More

Cast
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Epilogo

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By UnaRagazzaComeMe

Tre Anni Dopo

«Luca, non ti azzardare a lanciare quella pallina!»
«N-no! Luca, dalla a me, su! Non lanciarla! Non-»

Un rumore di vetri sfracellati a terra fa da sfondo a questa disastrosa giornata autunnale.
Verranno a cena i nostri amici, stasera, sono in cucina da tutto il pomeriggio e Giordano ha l'unico compito di badare al bambino. Compito che non sta gestendo nel migliore dei modi, a quanto pare.

Vado in salotto e la scena che mi si presenta davanti ha del comico.

Giò sta tenendo Luca sollevato da terra tramite le bretelline della sua salopette;
Luca per tutta risposta sembra essere un astronauta nello spazio: fa ondeggiare braccia e gambe come se stesse cercando di muoversi in assenza di gravità.

«Giò! Ma ti pare il modo di tenere un bambino?»

Mi arriva un'occhiataccia dal moro che sta tentando di raccogliere i cocci da terra, tenendo su quel povero bambolotto come fosse una busta della spesa.

Lo fa sedere sul divano e poi si volta a guardarmi.
«Questa casa è una trappola per bambini, e la colpa è solo tua!» dice adirato.

«Colpa mia un cazzo!»

«Caz...zo»

Ci giriamo di scatto verso Luca, che a quanto pare ha deciso di ampliare il suo vocabolario. Aveva iniziato così bene con mamma e papà, non posso credere che per colpa mia stia già iniziando ad imprecare! Ha poco più di un anno e mezzo, per Dio!

«N-No amore, mi sono sbagliata! Quella parola non si dice, d'accordo?»

«Mam... ma»

«Sì! Bravo! Mamma è una bellissima parola, puoi dirla quante volte vuoi.»

«Pa...pà.»

«Bravissimo! Anche papà è una bellissima parola, anche quella puoi dirla tutte le volte che vuoi.»

«Caz...zo.»

Porca puttana.
Giò mi guarda malissimo, si è messo nella classica posizione da: "E adesso come ne usciamo, bella?" Ovvero mani piantate sui fianchi, gambe larghe e sopracciglia sollevate.

«Non guardarmi in quel modo! È solo un bambino, nessuno penserà che stia dicendo davvero "cazzo".»

«Caz...zo.»

«Allora lo fai apposta!» Giordano si è vagamente arrabbiato.

Impreco a bassa voce e faccio lo slalom tra i vetri sparsi a terra per raggiungere il divano.

«Amore bello, adesso io e te andiamo in cucina e ti do un pezzo grande grande di cioccolato, d'accordo? Ma tu, in cambio, non dovrai mai più dire quella parolina. Ci siamo capiti?»

«Colato!»

«Sì amore, cioccolato! Andiamo a cercare il cioccolato!»
Prendo Luca in braccio e guardo Giordano. «Passa anche l'aspirapolvere, non si sa mai.»

Lo sento scimmiottarmi mentre mi avvio verso la cucina.
«E non farmi le vocine!» lo ammonisco.

Cerco nella dispensa un cioccolatino da poter dare al mio tesorino, che ho momentaneamente messo a sedere sulla sedia in cucina, quando un tonfo sordo mi fa voltare di scatto.

Luca non è più sulla sedia.

Seguono urla disperate e pianti isterici.

Mi precipito a tirarlo su e controllo che non si sia fatto niente -niente di visibile, almeno- quando sento la voce di Giordano alle mie spalle.

«L'hai fatto cadere?»

Cristo santo, ma non stava raccogliendo i cocci in salotto? Non ce l'ha una vita sua, questo?

«Non l'ho fatto cadere, ha deciso di tuffarsi dalla sedia.»

«Fammi vedere.»

Gli passo il bambino, anche se non è che avesse bisogno della sua supervisione! L'avevo già controllato io, ma lui è il solito malfidato quando si tratta di Luca.

«Non guardarmi così, sono pur sempre un chirurgo.» dice per difendersi dall'aria offesa che ho messo su.

«Sì, beh, se ci fosse stato bisogno di un chirurgo penso che me ne sarei accorta anch'io, sai?»

Giordano mette Luca a terra, poi si alza per guardare me.
«Non intendevo questo, ma in caso di ematomi particolari penso di avere un occhio leggermente più allenato del tuo, non credi?»

«Non credi? Gne gne gne.» replico con una smorfia.

Lo so, non sono molto matura a volte.

«E comunque, mentre tu fai tutta questa filippica su quanto sia importante controllare i lividi dei bambini, Luca sta tentando di arrampicarsi al bancone della cucina!»

Altro rumore di cocci infranti sul pavimento.

Ci giriamo in contemporanea e vediamo il bambino seduto sul pavimento, in mezzo alla terra fuoriuscita dal vaso che ha appena fatto cadere, mentre cerca di mettersene in bocca una bella manciata.

«No! Luca, amore, quella non si mangia!»
Dio, finirò per esaurirmi, me lo sento.

Prendo di nuovo in braccio il bambino e sento il suono del campanello di casa.
«Vado io» dico rivolta a Giordano, «Tu raccogli i cocci.»

Va a finire che aveva pure ragione: questa casa è davvero una trappola per bambini.

Apro la porta e trovo Gianlu e Laura tutti sorridenti e rilassati.
Oggi è il loro anniversario di nozze, per festeggiare sono andati a pranzo fuori e si sono tenuti il pomeriggio libero per fare i piccioncini, come facevano quando erano ancora fidanzati.

Guardo il biondo di fronte a me, esausta, e gli passo il bambino.
«Tuo figlio è una peste.» dico con un sorriso angelico che non convince proprio nessuno.

Per tutta risposta lui lo guarda e mette su un'espressione che più dolce di così, c'è solo il diabete.
«Ma cosa ti dice questa brutta zia? È una bugia, vero? Ma sì che è vero, sei un angioletto tu. Di chi sei l'amore tu? Del tuo papà! Oh sì, del tuo papà, e ghirighirighi»

Sì, Gianluca ha chiamato suo figlio Luca, nel caso qualcuno se lo stesse chiedendo. No, nessuno ha ben chiaro il motivo di tale scelta.

Devo dire che vederlo nei panni del papà cucciolotto mi fa ancora un certo effetto. 

Luca è nato alle 3:00 di una piovosissima notte di marzo. Inutile dire che ci siamo fiondati tutti in ospedale quando abbiamo ricevuto la notizia; Gianlu ha telefonato a tutti in preda alle lacrime e ad un mezzo attacco di panico. 

Quando siamo arrivati in ospedale -dove siamo riusciti ad entrare solo perché è lo stesso in cui lavora Giò- era passata poco più di un'ora, e lui era su una sedia con in braccio questo frugoletto meraviglioso che aveva già catturato tutta la sua attenzione. 

Avreste dovuto vedere come lo guardava, sembrava l'uomo più felice della terra.
È un papà meraviglioso, lui e Laura stanno facendo davvero un ottimo lavoro con questo bambino.

«Zia. Caz...zo.»

Spalanco gli occhi non appena sento le parole di questo nanetto infame.

Non era così che ci eravamo accordati, piccola peste che non sei altro!

Sorrido a Gianlu, che ora mi sta guardando con un'espressione poco amichevole, e faccio segno a tutti e due di entrare.

«Si gela, venite dentro, dai.»

Laura scoppia a ridere, mentre lui continua con quello sguardo accusatore.
«Prega il cielo che io abbia capito male, Becca.»

Annuisco guardando in basso con aria colpevole.
Il campanello suona di nuovo, salvandomi momentaneamente da una ramanzina del mio amico. 

Dico momentaneamente perché sono certa che dopo vorrà riprendere il discorso. Ancora mi rinfaccia di aver fatto assaggiare a Luca una cucchiaiata di caffè, una volta. A mia discolpa vorrei precisare che il cucchiaio era molto piccolo, e che Luca stava insistendo davvero tanto per averlo!

Apro di nuovo la porta e trovo i quattro ospiti mancanti.
Saluto Joele con un abbraccio e schiocco un bacio a mio cugino.

Eh sì, stanno ancora insieme! Joele si è trasferito qui circa due anni fa; hanno avuto una relazione a distanza per più di un anno, andavano avanti e indietro nei week end e ogni tanto riuscivano a vedersi durante la settimana, ma erano stanchi di tutto quel tran tran e hanno deciso di fare il grande passo. 

Sono andati a convivere quasi subito e devo dire che, anche se gli alti e bassi non sono mancati, si sono rivelati una coppia formidabile. 

Nonna Caterina adora Joele; l'ultima volta che siamo stati a pranzo da lei ha detto che avrebbe preferito lui e Giordano come nipoti, invece si è dovuta accontentare di me e Lorenzo.

Sì, è sempre un po' stronza, ma l'amiamo con tutto il cuore.

Abbraccio al volo anche Vale e Matteo.

Sì, anche loro stanno ancora insieme e sembrano più innamorati che mai. Lui la guarda ancora con quegli occhi innamorati, come la prima volta che l'ho visto, e lei ovviamente ricambia con altrettanti sguardi sdolcinati. 

Sembrano sempre appena usciti da un romanzo rosa, di quelli dove i due protagonisti si guardano la prima volta e capiscono che staranno insieme per sempre, e si dicono frasi tipo "Tu sei la mia vita; la mia esistenza ha finalmente un senso; non potrei respirare se tu non mi fossi accanto."

«Becky, porca puttana, dal forno esce fumo!»

Ecco, io e Giò siamo un po' meno mielosi di loro due, devo dire.

«Cazzo!» mi ero completamente dimenticata del forno.

«Caz...zo.»
Gianluca mi guarda di nuovo malissimo.

«Scusa, scusa, scusa. Giuro che starò più attenta!»
Scappo in cucina e tento di rimediare al disastro.

****

Sono esausta, le nostre cene settimanali sono diventate ormai una tradizione -che adoro- ma sono veramente sfiancanti, soprattutto dopo una mattinata di lavoro intensa come quella di oggi. 

Doveva esserci anche Alessandro stasera, ma all'ultimo ha disdetto perché è tornato il suo attuale flirt da non ricordo dove. 

Fortunatamente la cotta per Gianlu gli è passata, anche se devo ammettere che ha dovuto vederlo in smoking all'altare per convincersi del fatto che non sarebbe riuscito a farlo innamorare di lui. 

Giordano sta cercando di rianimare la povera piantina che Luca ha deciso di sterminare poche ore fa, mentre io mi godo una bella tisana calda sul divano, alla sola luce che proviene dal fuoco acceso nel caminetto. 

Adoro quest'atmosfera, e adoro questa casa.
Ci è voluto quasi un anno per poterla vedere finalmente completa, ma devo dire che ne è valsa davvero la pena. Ha tutto quello che io e Giò desideravamo, ed è sempre così piena d'amore che non vedo l'ora di farci ritorno ogni giorno.

«Vuoi un bicchiere di vino prima di andare a dormire?»

La voce di Giordano mi riporta alla realtà mentre lo vedo venire nella mia direzione, sedersi accanto a me e prendere le mie gambe per portarle sulle sue, iniziando ad accarezzarle dolcemente.

«No, grazie, stasera ho optato per la tisana.»

Giò mi guarda arcuando un sopracciglio.
«Perché? Bevi sempre il vino prima di andare a letto.»

«Mi fai sembrare un'alcolizzata così.»

Lui scoppia a ridere, poi si sporge verso di me per lasciarmi un bacio e sgancia un sorriso, uno di quelli che mi fa ancora battere il cuore come la prima volta che l'ho visto spuntare sul suo viso. 

Ogni tanto -nelle sere che riusciamo a passare insieme perché lui non è di turno in ospedale- quando rimaniamo così, semplicemente sul divano a chiacchierare o a goderci un film, ripenso a tutto quello che è stato il nostro percorso. 

Tutte le paure che ho superato per stare con lui; tutte le volte che mi ha aspettata; tutte le volte in cui abbiamo dovuto perderci per riuscire a ritrovarci.

Sono stata fortunata.
Siamo stati fortunati.

E quando penso a tutto questo, non posso fare a meno di pensare anche a quanto io sia innamorata di lui, ancora, proprio come il primo giorno.

«È una mia impressione o sei più bella ultimamente? Hai una luce diversa negli occhi.» 

E figuriamoci se poteva non notarlo.
«Forse sono proprio come il vino, miglioro con gli anni.» gli faccio un occhiolino e torno a sorseggiare il mio infuso di cardamomo e non so quale altra porcheria.
Pero è buono, giuro.

«Domani ricordami di mandare un messaggio a Gianlu per sentire come sta Luca.» dice con tono di scherno.

Alzo gli occhi al cielo, quant'è rompiscatole quando fa così.
«Ehi! Ha un anno e mezzo ed è già caduto altre volte, non era la prima e non sarà l'ultima.»

«Certo! Quando avremo un figlio ti terrò d'occhio ventiquattr'ore su ventiquattro! Sarò un papà estremamente attento e vigile!»

Lo guardo con un sorrisetto strafottente.
«Dici?»

«Certo! Perché, hai dei dubbi?»

Faccio spallucce e continuo a guardare il fuoco che scoppietta nel camino.
«Chissà... ce lo sapremo dire tra nove mesi.»



Spazio S. che ringrazia

Ma io non ero pronta a lasciarli ii 😭😭😭
Potevo metterci qualche altro tira e molla per tenerli un altro po' con me, no?
AHAHAHAHAHAH lo so, sono simpaticissima quando dico codeste corbellerie!
Siamo arrivati alla fine, signori e signore, e credo che questa banda di matti mi mancherà davvero tanto!
Mi prendo un piccolo spazio in più per ringraziare chiunque abbia dato un'occasione a questa storia, e a chiunque lo farà in futuro.

Grazie a OneAlterEgo, che si è fatta una maratona di cinquanta capitoli per arrivare all'epilogo con me, rivelandosi una lettrice meravigliosa ❤️

Grazie a RamonaPitty, che mi ha tenuto compagnia con i suoi commenti ❣️

Grazie a orgoglio86, che mi sta aiutando tantissimo a correggere le mille sviste presenti ❤️

Grazie a tutti i lettori silenziosi e importantissimi, spero di avervi strappato una risata ❣️

Grazie alla mia Bucio, prima lettrice, sostenitrice, e amore di una vita intera ❤️

Grazie alle mie compagne di scambi, che mi hanno consigliato come migliorare il tutto ❣️

Grazie a tutti voi, che avete speso del tempo per leggere questo "coso", e grazie a chiunque deciderà di farlo più avanti.

Buona giornata,
Con amore, S.


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