Dalle ceneri

By JoTheStrange

1.8K 86 32

Un brutto incidente, una miriade di sogni infranti. Dopo una fatalità ai campionati del mondo di pattinaggio... More

Prologo:
Capitolo 2: La decisione di Lily
Capitolo 3: Prime impressioni
Capitolo 4: Una nuova avventura
Capitolo 5: Giornate infernali
Capitolo 6: La storia di Lily
Capitolo 7: Un nuovo amico
Capitolo 8: Un allenamento durissimo

Capitolo 1: Una proposta insolita

191 8 4
By JoTheStrange


Lasciate una stellina di supporto!

Sei mesi dopo

Mi rigirai nel mio letto per l'ennesima volta, cercando di prendere sonno. Ero stanca morta, per quasi tutta la notte non avevo chiuso occhio e la federa del mio cuscino intrisa di lacrime umidicce ne era la prova. Ogni volta che provavo ad addormentarmi, i suoi occhi verdi pieni di angoscia riempivano la mia mente, facendomi sobbalzare nel cuore della notte e portandomi a piangere sempre di più. Erano passati sei mesi dalla morte di Yuri ma io proprio non riuscivo a superarla.

Un leggero bussare proveniente dalla porta principale delle mie stanze mi riportò alla realtà.

-Avanti – biascicai, atona.

Karen, una delle cameriere, fece capolino dalla porta con aria incerta: -Mi perdoni, signorina, ma ha una visita. Un uomo ha chiesto di vederla, sta attendendo nel salotto principale –

Io sospirai, girandomi dall'altra parte. Non attendevo nessuna visita e, per di più, non avevo proprio voglia di vedere nessuno: -Per favore Karen, potresti dire che sono indisposta? In questo momento non ho voglia di incontrare nessuno –

La cameriera annuì, richiudendo il portone dietro di sé. Sbuffai, come se solo parlare con quella donna mi fosse costato un'immensa fatica, e mi risistemai a letto. Rovesciai il cuscino, in modo tale da non essere più costretta ad appoggiare il viso sul lato impregnato di lacrime.

Stavo finalmente per cedere al sonno quando, improvvisamente, la porta delle mie stanze si spalancò senza preavviso. C'era solo una persona che entrava in camera mia quando e come voleva, senza chiedere il permesso a nessuno, e quella persona portava un paio d'occhialini da aviatore e i capelli rasta.

-Che cazzo fai? – domandai brusca, vedendo mio fratello entrare a passo veloce -Non puoi fare sempre quello che vuoi –

Jude incrociò le braccia al petto, guardandomi con un sopracciglio alzato: -Ma senti da che pulpito... -

-Cosa vuoi, Jude? – ribadii. Non avevo voglia di litigare con lui, era già abbastanza una giornata no.

-Renditi presentabile e scendi giù in salotto, c'è una persona che vuole parlarti – disse lui, coinciso.

Io scossi la testa, stringendomi le gambe al petto: -Ho già detto a Karen che non ho intenzione di scendere –

Jude mi fulminò con lo sguardo. Anche se indossava quei dannati occhialini da aviatore riuscii a sentire il suo sguardo penetrante scontrarsi con i miei occhi: -Io non sono Karen. Ti do dieci minuti, vedi di non fare la bambina e dammi retta, per una buona volta –

-Ma vaffanculo – biascicai a denti stretti, alzandomi dal letto. Decisi di obbedire a mio fratello per un semplice motivo: non volevo che riferisse a mio padre del mio rifiuto, gli stavo creando già fin troppi problemi.

Mi diressi nel mio bagno, feci una doccia rapidissima, mi spazzolai i capelli e indossai una maglietta e un paio di jeans. Prima di uscire mi guardai allo specchio: avevo comunque un'aria terribile, come testimoniato dalle profonde occhiaie violacee sotto i miei occhi e dal colorito cadaverico che accentuava il mio viso smunto e deperito.

Infilai le mani nelle tasche dei jeans e mi diressi al piano di sotto, nel salotto principale, dove Karen aveva detto che mi attendeva un uomo. Quando entrai, vidi che l'ospite era accomodato su uno dei divani in pelle nera e stava sorseggiando un tè con mio fratello.

-Buongiorno – dissi, facendo notare la mia presenza.

L'uomo si voltò nella mia direzione e si alzò immediatamente in piedi, facendo un inchino come gesto di saluto, che ricambiai prontamente. Lo squadrai da capo a piedi, cercando di ricordare se per caso lo conoscessi ma la mia risposta fu negativa. Era un uomo sulla sessantina, corpulento e con una folta barba bianca, dello stesso colore dei capelli. Indossava un paio di piccoli occhiali scuri e una bandana viola sul capo, la quale lo faceva somigliare ad un pirata.

-Oh, finalmente ho il piacere di conoscerla, signorina Sharp – disse lui, risiedendosi.

-Gardner Sharp, se non le dispiace. Sono Lily Gardner Sharp, molto piacere – dissi io, secca. Odiavo quando le persone tralasciavano il mio secondo cognome. Jude mi lanciò un'altra occhiataccia, che ignorai completamente, sedendomi al suo fianco.

-Io sono Seymour Hillman, sono l'allenatore della squadra di calcio della Raimon. Piacere mio –

Presi una tazzina di porcellana e iniziai a versarmi del tè: -Dunque lei è l'allenatore di mio fratello. Cosa posso fare per lei? –

Non riuscivo proprio a capire per quale motivo il mister di Jude ci tenesse a parlare con me, visto che con il mondo del calcio c'entravo ben poco.

Il signor Hillman bevve un lungo sorso dalla sua tazza, per poi riprendere a parlare: -Come forse ben saprà, ieri ho convocato Jude per la selezione della nazionale giovanile di calcio. Domani si terrà la partita che deciderà i sedici ragazzi che rappresenteranno il nostro Pese al Football Frontier International –

Appoggiai una mano sulla spalla di mio fratello, sorridendo genuinamente. Certo che lo sapevo, la sera prima, Jude era rientrato con il sorriso più grande che gli avessi mai visto in volto e ci aveva raccontato tutto. Ero davvero contenta per lui, mio fratello era un giocatore dal talento straordinario, uno come lui meritava senza dubbio un posto in nazionale. Tuttavia, non riuscivo ancora a capire cosa diavolo c'entrassi io in tutta quella faccenda.

-Sono molto contenta per lui e sono certa che domani farà un'ottima figura. Non capisco però per quale motivo ha voluto parlare con me –

-E' molto semplice, signorina Gardner Sharp – rispose Hillman, con nonchalance -Vorrei che lei facesse da preparatore atletico per i ragazzi della nazionale –

-COME SCUSI? –

Credetti di aver capito male, persino Jude apparve confuso. Io? Un preparatore atletico per dei calciatori? Probabilmente Hillman aveva sbagliato persona.

-Ha capito bene, signorina. Vorrei che si occupasse dello stato fisico dei miei giocatori –

-Mi scusi, signor Hillman, ma non riesco a capire le motivazioni della sua scelta – dissi, seria. Non riuscivo a capire se fosse una presa in giro o cos'altro.

Il mister della Raimon si versò dell'altro tè nella tazzina e iniziò a sorseggiarlo in tutta tranquillità. Probabilmente, la sua richiesta non doveva sembrargli così assurda come dal mio punto di vista: -In realtà, questo compito sarebbe dovuto andare a Yuri Thompson, tuttavia, vista l'attuale situazione, l'unica persona a cui me la sento di affidare questo compito è lei –

Nel sentire il nome del mio partner, il mio cuore perse un battito e la tazzina che avevo tra le mani scivolò in terra, frantumandosi in mille pezzi. Feci appello a tutte le mie forze per non scoppiare a piangere di fronte a quell'uomo, non volevo assolutamente che mi vedesse come una debole.

Jude cinse un braccio intorno alle mie spalle e mi strinse una mano, incoraggiandomi silenziosamente con un sorriso. In un secondo dimenticai lo scambio di insulti avuti con lui poco prima. Lui sarebbe stato sempre dalla mia parte, senza se e senza ma. Era davvero il miglior fratello che potessi desiderare.

-Avevo scelto Yuri perché era il miglior pattinatore juniores in circolazione, un ragazzo dal talento invidiabile – riprese Hillman, senza scomporsi -I pattinatori, a parer mio, sono gli atleti più completi che il mondo dello sport possa creare. Hanno potenza, velocità, equilibrio e precisione come nessun altro, tutte qualità che desidero affinare nei miei ragazzi, utili sia dal punto di vista fisico sia per mettere a punto nuove tecniche speciali. Vorrei che lei accettasse l'incarico, signorina –

Rimasi completamente spiazzata, di certo non avevo previsto che quella chiacchierata vertesse su un argomento del genere. Non volevo deludere le aspettative del signor Hillman e dovevo ammettere che non mi sarebbe affatto dispiaciuto intraprendere un percorso del genere, tuttavia sapevo anche di non essere brava nemmeno la metà di Yuri e non ero affatto certa che sarei riuscita a farmi rispettare. Dopotutto, si trattava pur sempre di miei coetanei. Chi diavolo ero io per dare loro degli ordini?

-Io... insomma... –

-Ascoltami, Lily – disse il signor Hillman, dandomi improvvisamente del tu, immaginando cosa mi stesse passando per la testa -So bene che in questo momento non sei in forma al 100% e so anche che ti risulta impossibile evitare di fare un paragone tra te e Yuri, tuttavia vorrei che ricordassi le mie parole. Se ho deciso di rivolgermi a te e non ad un qualsiasi altro pattinatore senior di calibro mondiale, un motivo c'è e non è per il fatto che sei la sorella di Jude Sharp –

-E quale sarebbe il motivo? – domandai, cercando di sembrare calma.

Il signor Hillman sorrise e da una borsa di plastica estrasse un piccolo computer portatile. Cliccò su un paio di icone e fece partire un file video che conteneva il long program mio e di Yuri della passata stagione, durante il Campionato dei Quattro Continenti. Era stata l'ultima volta che avevamo eseguito fino alla fine la nostra "Atlantico".

-Yuri... - sussurrai, sfiorando lo schermo con un dito. Non riuscii più a trattenermi e le lacrime fluirono copiose sul mio viso.

Jude mi strinse a sé, sussurrandomi che andava tutto bene, come se fossi una bambina piccola: -Signor Hillman, la prego. Le fa male... -

Lui non fece una piega, continuò il suo discorso, impassibile: - In questo filmato, oltre al compianto Yuri Thompson, io vedo una giovane ragazza determinata, con un talento straordinario e un futuro radioso dinnanzi a sé, nel mondo del pattinaggio. Quella che ho ora davanti a me, non è neanche l'ombra di quella ragazza, è una sua brutta copia –

Le sue parole mi colpirono dritte al cuore, come una vera e propria pugnalata.

-Signor Hillman, la scongiuro, non infierisca! – lo supplicò Jude.

Lui lo fulminò con un'occhiata: -Non t'intromettere, Sharp. So che dal giorno dell'incidente hai interrotto la collaborazione con la tua allenatrice e hai smesso di pattinare. So anche che ormai è tardi per prendere parte al Gran Prix, ma non è tardi per prepararti ai campionati di categoria. Quest'anno dovresti fare il tuo debutto nei Senior, dico bene? –

Io aggrottai le sopracciglia, cercando di asciugarmi qualche lacrima. Come diavolo faceva a sapere tutte quelle cose? E come aveva ottenuto il filmato?

-Sì, è esatto –

-Se accetterai di collaborare con la mia squadra, sono certo che la passione per lo sport che tanto ami si risveglierà. Sarà anche un modo per rimetterti in forze e ritornare ad essere quella che eri prima dell'incidente. Alla fine, ci avremo guadagnato entrambi qualcosa –

Il signor Hillman ripose il laptop nella sua borsa, si alzò in piedi e si diresse verso il portone, intenzionato ad andare via.

Mi alzai di scatto, cercando di fermarlo: -Mi scusi, signore, ma io non le ho ancora dato una risposta! –

Lui mi guardò con aria serafica: -Non serve che mi rispondi ora. Domani pomeriggio ci sarà la partita di selezione. Se ti vedrò lì, saprò che avrai accettato. Ora ti lascio, così avrai del tempo per riflettere –

Detto ciò, l'allenatore della Raimon uscì dal salotto, lasciandomi sola con mille dubbi in testa.


Buongiorno a tutti!

Ecco a voi il primo capitolo di questa storia. Il signor Hillman ha fatto una proposta davvero strana alla nostra protagonista, secondo voi accetterà? Oppure deciderà di rimanere una spettatrice? 

Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo con un bel commento. Vi aspetto lunedì con il prossimo capitolo!

Un abbraccio,

                              Jo


Continue Reading

You'll Also Like

7.6K 313 26
Ginevra frequenta l'ultimo anno di liceo. Ha una grande passione per il giornalismo e vuole viaggiare il mondo proprio come suo padre. Una sera viene...
1.6M 50.1K 72
"Moriremo tutti prima o poi, indipendentemente dalla malattia" La mia poteva sembrare una semplice scusa. Ma la verità era che non ero pronta per d...
6.9K 538 14
Ma se vuoi, ora ti porto a casa Un bacio sa di marijuana Addosso solo una collana Fuori è buio come l'ossidiana
40.8K 1.4K 47
Tenere un bisturi o una forbice da potare tra le mani è sempre stato più facile per Emma Margaret Hale che accettare le avance di un qualsiasi ragazz...