Dalle ceneri

De JoTheStrange

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Un brutto incidente, una miriade di sogni infranti. Dopo una fatalità ai campionati del mondo di pattinaggio... Mais

Capitolo 1: Una proposta insolita
Capitolo 2: La decisione di Lily
Capitolo 3: Prime impressioni
Capitolo 4: Una nuova avventura
Capitolo 5: Giornate infernali
Capitolo 6: La storia di Lily
Capitolo 7: Un nuovo amico
Capitolo 8: Un allenamento durissimo

Prologo:

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De JoTheStrange


Montréal, Canada. Campionati mondiali di pattinaggio di figura

Sentii l'adrenalina scorrere in ogni angolo del mio corpo, dalla testa fino al punto più remoto delle dita dei piedi. Chiusi gli occhi per concentrarmi meglio e scossi le gambe per scaricare la tensione. Iniziai a camminare avanti e indietro per tutto il corridoio e andai avanti per alcuni minuti, massaggiandomi il collo, sentendo scricchiolarne ogni osso.

Ero agitata, lo sono sempre prima di una gara.

Quella volta, tuttavia, avevo un buon motivo per essere così nervosa: mi trovavo ai campionati del mondo. Sebbene fosse il mio terzo mondiale, ero terrorizzata come quando avevo preso parte al primo. Detenevo entrambi i titoli dei due anni precedenti, le aspettative su di me erano altissime e non avevo alcuna intenzione di deluderle.

All'improvviso la musica di violoncello di sottofondo svanì, per lasciare posto ad uno scroscio di applausi.

Non così presto. Non sono pronta.

Mi guardai i piedi, per controllare che i miei pattini fossero allacciati bene e che le calze beige non si fossero bucate mentre facevo stretching.

Merda.

Proprio all'estremità del pattino, un piccolo buco fece capolino dal tessuto dei collant, lasciando intravedere il bianco lucido del pattino. Mi scappò un sospiro, ma oramai non c'era più tempo per cambiarmi.

In lontananza sentii lo speaker recitare i punteggi dei concorrenti che avevano appena gareggiato. Non riuscii a sentire una parola. L'unico suono che percepii fu un fastidioso ronzio al centro delle mie orecchie che non sembrava intenzionato a darmi tregua.

-Non preoccuparti per le calze – disse una voce maschile alle mie spalle – Non lo noterà nessuno–

Yuri, il mio partner, si avvicinò con aria tranquilla, sorridendo sornione. Pur trovandosi ad un campionato del mondo, non vi era traccia di paura o tensione sul suo viso. Aveva la stessa aria serena di tutti i giorni, come se stesse per affrontare un normalissimo allenamento piuttosto che una gara.

Invece a me il ghiaccio metteva una paura terribile: la sua superficie era così lucida che mi sembrò di scivolare solo a guardarla.

Distolsi lo sguardo dalla pista e mi concentrai su Yuri: i capelli biondissimi, lunghi fino alle spalle erano sistemati in un semi-raccolto, il costume blu notte gli stava d'incanto e i suoi occhi verdi magnetici erano puntati sui miei.

-Credo che tutti saranno occupati a fissare il trucco completamente sbavato sulla tua faccia- mi disse con la stessa espressione di prima.

Io sobbalzai, iniziando a toccarmi il viso in modo frenetico, cercando di limitare i danni: maledizione, lo sapevo che prima di entrare in pista sarei stata un disastro. Mi sarebbero servite le salviettine struccanti, ma non c'era più tempo per tornare in spogliatoio, così mi arrangiai come potevo.

Yuri mi prese le mani, senza smettere di ridere: -Stavo scherzando! Non essere così agitata –

-Sei un cretino! – sbottai, incrociando le braccia al petto, ma sospirando mentalmente per non avere il trucco colato.

Odiavo quando Yuri mi prendeva in giro, anche se sapevo bene che lo faceva per farmi stare più tranquilla: prima di entrare in pista ero davvero intrattabile.

-Sei tanto nervosa? – mi chiese, cambiando completamente tono. Ora parlava in modo gentile e quasi preoccupato.

Io annuii, facendo un bel respiro profondo. Lo speaker in lontananza finì di dettare i punteggi dei nostri avversari: mi sembrò si sentire che non erano arrivati nemmeno alla soglia dei 200 punti ma non ne ero certa.

-Vedrai che andrà tutto bene. Oramai conosci il programma a memoria – disse accarezzandomi una guancia. Le sue mani erano delicate e soffici al tatto.

Un fascio di luce bianco inondò la balaustra e ci inquadrò da capo a piedi. Era il momento.

La nostra allenatrice, Laura Benson, si avvicinò a bordo pista con sguardo serio, ma con un suo solo cenno capii ciò che voleva dirci.

Mettetecela tutta e pattinate bene. Tirate le punte, distendete bene le gambe e tenete le uscite dei salti per almeno tre secondi.

Yuri mi lasciò un bacio umido sulla guancia, per poi guardarmi con aria seria: -Spacchiamo la pista- La sua sicurezza fu contagiosa, e per un momento dimenticai la mia paura della pista, il tremore alle gambe e la persistente sensazione di nausea.

-Spacchiamo la pista – Lo dissi convinta, sicura delle mie parole. Potevamo farcela, potevamo vincere senza problemi.

-In pista Lily Gardner Sharp e Yuri Thompson –

La mia espressione cambiò immediatamente e scesi in pista con uno dei miei sorrisi migliori, tenendo Yuri per mano e salutando il pubblico che ci circondava.

Il mio sguardo rimbalzò rapidissimo da una parte all'altra del palazzetto, in cerca di qualche volto famigliare: vidi centinaia di persone, di tante età diverse, ma non mio padre o il nonno di Yuri.

Rinunciai a trovarli e puntai il mio sguardo sui giudici di fronte a me. Erano seduti su morbide poltrone e guardavano la pista con fare annoiato e distratto. Mi domandai se a qualcuno di loro interessasse davvero l'esibizione che stavamo per fare. Dopotutto, erano proprio loro – una donna anziana con un caschetto palesemente tinto di biondo, una ragazza con un paio di occhiali squadrati e un uomo sulla cinquantina dagli occhi arcigni – ad avere in mano le sorti di questa competizione.

La nostra canzone iniziò a suonare. "Atlantico" riempì il palazzetto, cancellando qualunque rumore di sottofondo. Tutto attorno a me sembrò sparire, diventare solo uno sfuocato contorno.

C'eravamo solo io, Yuri e la musica.

Sentii le dolci note attraversarmi tutto il corpo e lanciai una veloce occhiata a Yuri: anche lui era carico, riuscivo a vedere l'adrenalina nei suoi occhi.

Iniziammo con una serie di incrociati all'indietro, tenendoci per mano, e alcuni twizzle. Cercai di ricordare tutti gli avvertimenti di Laura, le punte tirate, la pattinata allungata e il sorriso stampato in volto. Ma per quanto ci provassi non riuscivo proprio a sorridere senza sembrare falsa: avevo paura, eccome se avevo paura.

Io e Yuri continuammo il nostro disco con una combinazione quadruplo toeloop-triplo toeloop perfettamente riuscita in sincronia, togliendomi un bel peso. La musica continuò il suo corso lento e melodioso e io mi lasciai trascinare in una spirale della morte da Yuri, tenendomi con una sola mano e rovesciandomi completamente all'indietro, fino a sfiorare la pista fredda con le mani. Con un'uscita da manuale mi rialzai e distesi la gamba destra in angelo, mentre gli applausi del pubblico risuonavano nell'aria.

Le punte Lily, tira le punte nelle uscite.

La musica incalzò mentre ci preparammo per la nostra trottola incrociata. Iniziai a caricare la trottola con un'ampia curva lungo tutta la pista, mentre Yuri fece lo stesso dalla parte opposta. Lo vidi con la coda degli occhi, con i suoi movimenti rapidi e precisi. Con una serie di tre presi velocità e mi avvicinai gradualmente a Yuri, fino a quando con un salto finale centrammo la trottola: le gambe di Yuri, incurvate ad angolo retto tennero una trottola d'angelo perfettamente in equilibrio, mentre io in rovesciata ruotavo lentamente sotto di lui, con il viso a pochi millimetri dal suo pattino.

Sebbene in allenamento l'avessimo sbagliata decine e decine di volte, in quell'occasione non ci fu nemmeno un errore e completammo la trottola con un'uscita pulita e veloce. Lanciai un'occhiata verso la balaustra e vidi Laura esultare silenziosamente. Il pubblico applaudì ancora una volta, caricandoci – se possibile – ancora di più.

Io e Yuri proseguimmo nella coreografia con una serie di passi, l'uno parallelo all'altro. La sequenza era davvero impegnativa, ma Laura aveva insistito ad inserirla a tutti i costi, sostenendo che avrebbe messo in risalto l'estrema eleganza di Yuri. E in effetti aveva ragione, il mio partner sembrava un angelo. Aveva una grazia che era difficile da trovare in un pattinatore, soprattutto nella categoria Junior.

Uscimmo dalla sequenza di passi senza sbavature troppo evidenti e ci preparammo per eseguire uno dei miei elementi preferiti: il lasso lift. Si tratta di un sollevamento in cui l'uomo solleva la donna sopra le sue spalle, tenendola con un solo braccio. Solitamente veniva eseguita solo dai pattinatori della categoria Senior, in quanto più robusti, tuttavia Yuri si era impuntato a inserirlo nel programma sin dall'inizio, certo che sarebbe stato in grado di eseguirlo senza problemi, complice il mio fisico minuto.

Prendemmo velocità con una serie di spinte all'indietro e io mi affiancai al mio partner. Yuri intrecciò la sua mano alla mia e con una potente trazione mi caricò completamente sopra la sua testa, iniziando a roteare su sé stesso. Io strinsi gli addominali il più possibile, in modo da non gravare il mio peso sul suo braccio. Sorrisi, tenendo la posizione più elegantemente possibile.

E poi accadde.

Iniziai a sentire la mano di Yuri tremare, come se non riuscisse più a reggere il peso del mio corpo. Mi sembrò strano, visto che in allenamento non avevamo mai avuto particolari problemi con i sollevamenti e il mio peso non era aumentato. Non riuscii a pensare ulteriormente perché all'improvviso sentii la presa del mio partener mancare sotto la mia mano e io scivolai a terra, cadendo violentemente di schiena. L'impatto con il ghiaccio mi spezzò il fiato per un paio di secondi, ma decisi di rialzarmi subito. Una caduta non poteva rovinare un'esibizione quasi perfetta come la nostra, ci saremmo rialzati e avremmo portato a termine il nostro disco senza altre sbavature. Avrei pensato a strigliare Yuri più tardi, una volta usciti dalla pista.

Quando mi alzai da terra, il mio cuore si fermò. Il mio partner era a terra, tremava, stringendosi le mani al petto, con un'espressione di puro terrore sul volto.

-Yuri! Cosa ti succede?! – gridai, avvicinandomi a lui. Gli sollevai il capo, cercando di farlo respirare meglio -Yuri, ti prego parlami! –

Il mio partener si accartocciò su sé stesso, stringendosi ancora di più le mani al petto. Mi lanciò uno sguardo disperato, uno sguardo pieno di terrore e angoscia che avrei sognato per molti mesi a venire. Cercò di parlare, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono. Mi strinse la mano con una presa molle, ben lontana da quella energica che ben conoscevo.

No. Non può succedere davvero.

Non adesso. Non a sedici anni, porca puttana.

-Yuri, ti prego – sussurrai, iniziando a singhiozzare senza controllarmi -Ti prego, non lasciarmi –

Yuri ribaltò gli occhi all'indietro, il suo respiro si fece impercettibile e la sua presa sulla mia mano si azzerò definitivamente, l'ombra della paura ancora impressa sul suo volto.

La musica si fermò improvvisamente, dei medici fecero il loro ingresso in pista, portando con sé l'attrezzatura del primo soccorso.

Ma era troppo tardi.

L'oscurità s'impadronì del mio corpo e della mia mente e io mi sentii cadere in un baratro senza fine. 


Buonsalve a tutti!

Come avevo anticipato nella raccolta del Writober 2020, sono ritornata su Wattpad con una nuova storia, sempre a tema Inazuma. Ci tengo molto a questa storia perché molte cose che vengono raccontate sul pattinaggio sono tratte dalla mia personale esperienza nel mondo agonistico di questo sport, che pratico ormai da tantissimi anni. Naturalmente, già dal prossimo capitolo incontreremo anche i nostri amati undici del fulmine, che accompagneranno la protagonista durante tutto il suo viaggio.

Siete curiosi di sapere cosa succederà? Mi raccomando, fatemi sapere le vostre impressioni, opinioni ed idee con un bel commento, per me è molto importante sapere se siete soddisfatti del racconto. E non dimenticate di lasciare una stellina se vi è piaciuto il capitolo!

Detto ciò, ci vediamo venerdì con il primo capitolo ufficiale di questa nuova avventura!

Un abbraccio inazumiano,

                                                 Jo

PS: Il disegno di Lily che trovate in copertina l'ho fatto io, quindi preferirei che non lo repostaste da nessuna parte, grazie!

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