MR COLD GUY

By MariJayme

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"Perchè sei cosí? Perchè non rivolgi parola a nessuno? Perchè stai sempre isolato? Non puoi continuare a vive... More

PROLOGUE
CAPITOLO 1
CAPITOLO 2
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
CAPITOLO 6
CAPITOLO 7
CAPITOLO 8
CAPITOLO 9
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11
CAPITOLO 12
CAPITOLO 13
CAPITOLO 14
CAPITOLO 15
CAPITOLO 16
CAPITOLO 17
CAPITOLO 18
CAPITOLO 19
CAPITOLO 20
CAPITOLO 21
CAPITOLO 22
CAPITOLO 23
CAPITOLO 24
CAPITOLO 25
CAPITOLO 26
CAPITOLO 27
CAPITOLO 28
CAPITOLO 29
CAPITOLO 30
CAPITOLO 31
CAPITOLO 32
CAPITOLO 33
CAPITOLO 34
CAPITOLO 35
CAPITOLO 36
CAPITOLO 37
CAPITOLO 38
CAPITOLO 39
CAPITOLO 40
CAPITOLO 41
CAPITOLO 42
CAPITOLO 44
CAPITOLO 45
CAPITOLO 46
CAPITOLO 47
CAPITOLO 48 - Finale

CAPITOLO 43

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By MariJayme

CAPITOLO 43

Il problema è che la porta è bloccata.

In quel preciso istante, sente tutto il dolore che ha cercato di non provare per tutto il tempo. Le sue gambe iniziano a tremare per via della stanchezza ed ecco che si ritrova seduta per terra. Le bruciano i polmoni, ora perfino respirare fa male. Ha gli occhi gonfi e forse le è venuta anche la febbre per via del vento che si è presa.
Si trova in condizioni pietose, ma il suo unico pensiero è sempre e soltanto Leo.

Le gira la testa, ma nonostante questo cerca di rialzarsi tenendosi alla maniglia della porta.

"Per favore.. apritemi.." dice a bassa voce. Questo è il massimo che riesce a fare, non puó andare oltre per via di come sta smessa.

Non riceve nessuna risposta, ma ció non significa che perde la speranza.
Continua a bussare ripetutamente, anche se piano piano.

"P-Per favore.. apritemi" mormora un'altra volta con le lacrime che escono dagli occhi.

Piangere l'ha fatta sempre sentire bene. Tutta l'attenzione che sta rivolgendo a quelle preziose lacrime, la sta aiutando a non pensare alla maggiorparte del dolore provato.

La stanchezza si è impadronita di lei, a stento riesce a reggersi in piedi e sentirsi ancora viva.
Prima o poi crollerà, se lo sente. Quest'improvviso scarico di emozioni negative la sta uccidendo dentro.

"Per favore.. apritemi!" stavolta riesce ad usare piú voce sentendosi perfino un'isterica, una pazza appena uscita dal manicomio.
Purtroppo anche quel tono non era abbastanza alto per dar la possibilità a coloro che si trovano all'interno di sentirla.

Con una pazienza infinita, poggia la schiena sul muro. Aspetterá lí fuori tutto il tempo necessario, come fece l'altra volta.

..

Ad un certo punto, dopo una lunga attesa, sente la porta aprirsi. Spalanca immediatamente gli occhi che fino ad adesso ha tenuto chiusi e materializza con lo sguardo l'infermiera che le capita sotto il naso.

"Oddio.. s-signorina sta bene?" chiede questa, vedendo il suo stato.

"Per favore.. fatemi entrare" dice RiAn con quel poco di voce che le è rimasto, sforzandosi di arrivare fino alla porta.

L'infermiera ingrandisce gli occhi e cerca di stabilirle l'equilibrio.

"Mi dispiace.. ma lei n-non puó entrare.. è meglio se.." dice, prima di provare compassione nei confronti della ragazza che sta piangendo proprio davanti a lei.

"Per favore. Devo entrare.. Devo vederlo. Ho bisogno di Leo. Ho bisogno di lui." dice RiAn, ormai non le rimane altra scelta che mettersi in ginocchio e supplicare.

L'infermiera si poggia una mano sulla bocca e rimane pietrificata a guardarla. Non le è mai capitato di vedere una scena cosí nel mondo reale, solamente nei film. Quelle lacrime non sono finte, questa ragazza fa sul serio. A giudicare dall'aspetto si capisce che deve averne passate tante prima di arrivare qui.
Tuttavia..

"Mi dispiace, ma non sono autorizzata a farla entrare" dice prima di proseguire il cammino dispiaciuta. Durante il tragitto sente i rimorsi, ma non si volta per paura di peggiorare le cose. Avrebbe tanto voluto esaudire il desiderio di quella povera ragazza che negli occhi aveva la sincerità pura; è solo che non è lei a decidere, qui.

Non era questo ció che RiAn voleva sentire, non era questo ció che doveva succedere e basta.

Non ha altra scelta. Deve comportarsi da maleducata, se è questo ció che vogliono.
Chiude gli occhi e conta fino a tre. È la prima volta che esce dalla legalità, che viola le regole. Sente il suo spirito ribelle accendersi.

Inizia a sforzare la porta per poi riuscire ad entrare dopo averci sbattuto contro per un numero imprecisato di volte.
Il fatto è che quella dannata porta non era l'unico ostacolo che doveva affrontare: dentro ci sono altri due infermieri di guardia che le bloccano subito il passaggio.

"Fatemi passare, per favore!" supplica, senza alcun risultato.

È errato pensare che dentro quella porta dal vetro appannato ci sia una semplice stanza per i pazienti. La prima cosa che vede, infatti, è un altro corridoio.

"Il paziente è in gravi condizioni. Non possiamo farla entrare, potrebbe peggiorare la situazione" spiega uno degli infermieri, sbarrandole una porta. Grazie alla sua azione, RiAn capisce che Leo si trova lí dentro.

"G-Gravi condizioni? Che ha?" chiede poggiando entrambi le mani sul proprio petto. Il modo in cui l'ha detto non è stato per niente rassicurante, ecco perchè il suo cuore ha ripreso a battere in modo anomalo per via della preoccupazione.

"Per privacy non è consentito dirlo ad altre persone, se non alla famiglia del paziente.." spiega l'altro, mentre la spinge verso l'uscita.

"Potrei restare qui? Per favore" insiste lei.

"No, mi dispiace." dice l'infermiere, scaraventandola fuori e richiudendo a chiave.

RiAn si asciuga le lacrime con il palmo della mano.

"Perchè ogni volta che Leo sta male non ho la possibilità di stargli accanto?" mormora a se stessa, tirando su col naso.

~

[Room 102a]

In questa stanza ci sono solamente Yun, Sehun, Leo, l'infermiera della scuola che non ha mai avuto l'intenzione di lasciarlo nelle mani
sbagliate ed un dottore.

L'atmosfera è malinconica, troppo silenziosa per essere presa per vera.

Sehun fa poggiare la testa di Yun sulla sua spalla.

"È tutto ok.. Leo si riprenderà.." le sussurra, in tono più rassicurante che puó.
Sa bene che è una cosa ingiusta mentire e parlare a vanvera perchè in queste condizioni è troppo bassa la probabilità che Leo possa riprendersi, peró non puó farne a meno. Non sopporta vedere Yun cosí giú di morale e starsene con le mani in mano.

Ad un certo punto, tutti i presenti si sorprendono per l'improvviso movimento di Leo. Si tratta di un gesto piccolo e delicato: ha mosso leggermente la testa verso destra e poi verso sinistra.

"R-RiAn" dice il suo nome. La sta sognando, questo è certo.

Yun alza lo sguardo dal pavimento e lo osserva, commossa; mentre la sua mano stringe quella di Sehun.

"RiAn-Ah.." continua a chiamarla Leo, agitandosi sempre di piú.
C'è qualcosa dentro di lui che lo guida a fare questo, come se in qualche modo fosse collegato a lei e riuscisse a sentire le stesse emozioni che ora sta provando lí da sola in quel corridoio buio, ad aspettarlo.

"Chi è RiAn?" chiede il dottore rivolgendosi a Yun, mentre si avvicina al monitor accanto al letto.

A Yun non serve pensarci su, conosce bene la risposta.

"È la mia migliore amica. È la ragazza che ama e che ricambia pienamente il suo amore, amandolo con tutto il cuore. È la sua metà, come dire.. la cosiddetta anima gemella." spiega in modo sognante.
Tutto ció che le è uscito dalla bocca è frutto di quel che ha capito durante il periodo in cui nella vita di RiAn è arrivato Leo. È apparso cosí dal nulla, ma non c'è niente da rimpiangere su questo.
Sono cambiati entrambi, sono migliorati grazie all'altro. Si sono aiutati reciprocamente per poi finire innamorati.

Il dottore annuisce e per un momento rimane impalato a fissare il suo paziente. Trova inaccettabile che proprio questi due giovani innamorati debbano subire quest'ingiustizia della vita.

Sehun e l'infermiera sorridono per le parole di Yun. Un sorriso strano, peró. Un miscuglio di tenerezza ed inquietudine.

La porta si apre, gli infermieri che prima erano di guardia entrano con in mano delle flebo.

"Meno male che ci ha mandato a fare la guardia." dice uno di loro all'infermiera. Deve averlo rimorchiato visto che quest'ultimo le fa sempre l'occhiolino ed ubbidisce ad ogni cosa che dice.

"Perchè? Cosa intendi?" chiede lei, inarcando un sopracciglio.

"Una ragazza ha cercato di entrare. Sembrava distrutta, ma non gliel'abbiamo concesso ugualmente." spiega il secondo, uno dei pochi che è convinto di fare il lavoro come si deve.

Yun si alza di scatto.

"Era RiAn! Siete stupidi?! Perchè l'avete fermata? Fatela entrare! Sbrigatevi!" urla con tutto il fiato che ha, mostrando la sua improvvisa rabbia verso i loro confronti. È consapevole del fatto che era lei, ne è sicura al 100%.
Conoscendola bene, sa che nessun'altra ragazza avrebbe resistito a correre per seguire un'ambulanza.

I due infermieri, spaventati, indietreggiano.
'Abbiamo fatto qualcosa di male?' trasmettono le loro facce da schiaffi.

L'infermiera rotea gli occhi per via dei due imbranati.

"Portatela qui." ordina il dottore.

..

RiAn's POV

Mi sento sola. Ammetto di non essermi mai sentita cosí sola, in tutta la mia vita. Bene o male, ho avuto sempre delle persone al mio fianco.. tra cui i miei amici e la mia famiglia.

Mi fa male la schiena per via dello sforzo inutile che ho dovuto fare per riuscire ad aprire la porta. Ci sono andata contro come un toro imbufalito ed ora me ne pento amaramente. Alla fine, peró, confesso che non è che mi cambia più di tanto. Un dolore in piú o un dolore in meno, sempre dolore è. Mi trovo proprio nel posto giusto per sentirmi un cadavere appena resuscitato che vuole tornarsene al suo posto e che si chiede cosa ci fa qui.

Avró un aspetto orribile con questi occhi gonfi.. pare che mi abbiano appena fatto una chirurgia plastica per farmi assomigliare ad una nuova specie di babbuino, ma non importa. Spero di vedere Leo al piú presto.

Proprio quando quella frase mi passa per la testa l'ennesima volta, sento la porta riaprirsi. Mi volto di scatto, non mi sono ancora arresa e non lo faró mai. Se qualcuno stesse uscendo, potrei approfittare per entrare di nascosto. Cosa che non mi è venuta in mente prima, quando è uscita un'infermiera.

Sbuffo dentro di me non appena riconosco gli stessi infermieri antipatici che mi hanno fermato.

Li maledico entrambi con lo sguardo. Devo proprio far paura in questo stato, dato che si cominciano a dare delle gomitate come per dirsi reciprocamente di parlare per prima.

"V-Vuoi entrare?" dice quello che mi aveva sbarrato la porta della camera di Leo dicendomi che è in gravi condizioni.

Aspettate un attimo. Cosa? Ho sentito bene?

"Posso?" chiedo timorosa.

L'altro annuisce ed apre la porta come per concedermi il permesso di entrare.
Prima di farlo, li ringrazio con numerosi inchini e sorrido. Chissà cos'hanno bevuto per aver cambiato idea tutto d'un tratto, questi due lunatici.

..

Non esito piú prima di entrare.
Lo vedo. Sono finalmente giunta al mio scopo. È Leo e giace in un letto bianco.
Mi viene da piangere e non riesco a trattenere le lacrime, non ci sono mai riuscita quando si tratta di lui. Basta rivederlo ed ecco che tornano tutte le mie forze, l'energia che fino a poco fa credevo di non possedere piú. Dimentico tutto ció che ho subito per arrivare qua e corro verso di lui prendendo subito la sua mano.
Ci sono anche Yun & Sehun, sarà solo una mia impressione ma appena mi vedono il loro volto s'illumina.
Sono felice di vederli, almeno ho la certezza che Leo non è mai stato da solo.

"Leo.." lo chiamo, come se mi potesse sentire.

Non risponde.
Il principino freddo non mi risponde.

"P-Pomodoro." riprovo, non si sa mai. È un capoccione, chissà quante volte avrà fatto finta di non sentirmi.

Ancora nessuna risposta.

"Principino freddo.." tentar non nuoce, anche se si tratta di un numero illimitato di volte.

Niente di niente, in cambio ricevo solo il suo silenzio.
Faccio un respiro profondo e mi siedo sullo sgabbello che l'infermiera della nostra scuola ha posizionato dietro di me.

Non tolgo mai lo sguardo da Leo.

Principino freddo, svegliati dai. Ora sono qui. Ora sono insieme a te. Non ti lasceró piú, non voglio più farlo. Scusami se ho dubitato di te, non lo faró mai pi---

"RiAn.." sussurra all'improvviso, stringendomi la mano.

Il mio cuore, per un attimo, smette di battere per la sorpresa.
Mi sento al settimo cielo. Ha appena detto il mio nome. Mi ha chiamata. Questo vuoldire che mi ha sentita. Ha sentito tutto ció che ho detto poco fa e di sicuro ha percepito anche ció che il mio pensiero gli ha trasmesso.

"Sí.. Sono qui, pom. Sono qui." gli dico, sorridendo per il sollievo.
Presto, peró, quel sorriso se ne va quando vedo una lacrima uscire da uno dei suoi occhi chiusi.
Perchè sta piangendo?

"Scusami" dice a bassavoce.

"Per cosa? Tu non hai fatto niente! Scusami tu.. scusami per come mi sono comportata." dico in tono arrabbiato.
Non sono affatto arrabbiata con lui, sebbene con me stessa.

Lui non c'entra niente. La colpa è tutta mia. Solo e soltanto mia.

Sono io quella che stamattina si è lasciata baciare da Minhyuk.
Sono io quella che ha dubitato di lui.
Sono io la responsabile di tutto questo.
Perchè mi sta chiedendo scusa?

"Scusami se non te l'ho detto." mormora con un filo di voce.

Di cosa sta parlando?

"C-Cosa?" chiedo, con la paura di scoprire il continuo.
Sento che quella sensazione di vuoto che provavo tutte le volte in cui mi sentivo messa all'oscuro di tutto, si stia per avverare.

Peró, in questo preciso istante, un rumore cattura l'attenzione di tutti. È il monitor accanto al letto di Leo, quello che mostra il suo battito cardiaco.
Non è chiaro cosa sta succedendo, c'è un'improvvisa accellerazione dell'elettrocardiogramma, che viene peró seguita da un rallentamento anormale.

Non ci capisco niente e sembra che sia cosí anche per Yun, Sehun, l'infermiera e il dottore stesso che inizia a prendere appunti a raffica.

"Leo, stai ben.."

Non riesco a finire la frase perchè succede qualcosa di totalmente inaspettato.

Il monitor si spegne da solo.

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