Bitter Heart | ✔ (Italian Tra...

Por -Happy23-

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Caden Miller. Attraente, cinico e da tutti conosciuto come il cattivo ragazzo della Crestmont High. Chi cerca... Más

Non so che titolo mettere ma leggete!
Personaggi
Bitter Heart
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Cinquantasei
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Sequel: Lost Heart
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Ventisei

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Por -Happy23-

Skylar's POV:

Il mio primo istinto fu quello di impazzire. E lo feci, tanto che quando la persona dietro di me mi girò, con una forte presa sul braccio, strinsi tra le mani il candelabro e con quello lo colpii. Non solo una volta, ma ripetutamente.

Avevo perso il controllo, cazzo.

"Ahia! Skylar, che diavolo?" Sibilò Caden.

Per la sorpresa, il portacandele mi cadde dalle mani, provocando un forte tonfo quando colpì il pavimento.

"Caden?" La mia voce uscì in un sussurro forzato. "Oh Dio, mi dispiace così tanto! Non sapevo che fossi tu! Perché diavolo ti sei avvicinato di soppiatto?"

Le sue sopracciglia scure si aggrottarono e probabilmente stava per dire qualcosa quando fece un cenno con la testa verso la mia porta sul retro, il suo volto allarmato. Seguii il suo sguardo nonostante la sensazione di disagio dentro di me e non vidi assolutamente nulla.

"Che cosa stai–" Tacqui quasi immediatamente quando mi rivolse uno sguardo minaccioso, qualcosa che quasi mi fece indietreggiare da lui.

"Abbassa la voce, Anderson." Sussurrò e non dovette dirlo nemmeno due volte.

Annuii mentre lui guardava ancora una volta la porta sul retro, quasi come se aspettasse che qualcuno irrompesse da un momento all'altro. Questo era ciò che mi spaventava di più.

"C-cosa ci fai qui?" Chiesi con un sussurro ancora più lieve, osservandolo con cautela. "Qualcuno..." Mi bloccai, non proprio sicura di cosa chiedere.

Cosa stava succedendo? Perché Caden era qui? Come aveva fatto a entrare?

Lui mi guardò e dovette aver visto la paura sul mio viso dato che la sua presa sul mio braccio si allentò un po'.

"Ho visto qualcuno nel tuo giardino. Ha scalvato la recinzione." Qualcosa nei suoi occhi sembrava turbato. Incerto.

I miei occhi si spalancarono e il mio cuore iniziò a battere all'impazzata allo stesso tempo.

"Cosa? Perché sei venuto qui, in primo luogo?" Non potei fare a meno di sibilare contro di lui. Stava cercando di spaventarmi di proposito? Era tutta una cosa organizzata?

I suoi occhi incontrarono i miei ed era ancora accigliato, un po' sorpreso dalla mia domanda. "Perché non hai risposto alle mie chiamate."

"E come... come sei entrato?"

"Le finestre." Poi strinse gli occhi. "Non erano bloccate."

Quindi era Caden quel forte scricchiolio che avevo sentito al piano di sopra.

"E... hai visto qualcuno?"

"Fuori, sì." Il suo sguardo continuava a vagare verso la porta sul retro. "Qualcuno con un cappuccio nero."

All'improvviso iniziai a sentire troppo caldo, non per imbarazzo, ma solo per paura. Pensai che stessi iniziando ad iperventilare.

Mia madre mi aveva detto di chiudere le porte e le finestre, quasi come se sapesse che qualcuno stava per fare irruzione. Sapeva che stava arrivando qualcuno.

"È chiusa a chiave?" Chiese Caden, indicando con la testa la porta sul retro.

"Sì. Ho chiuso tutte le porte." Sussurrai, avvicinandomi al suo fianco. "Nessuno può–forse dovrei chiamare la polizia–"

Non riuscii nemmeno a finire la frase quando la maniglia della porta sul retro iniziò a muoversi rapidamente. Quasi sussultai per la sorpresa, con il cuore in gola mentre la guardavo. Sembrava che fosse passata solo una manciata di secondi prima che il tintinnio si fermasse e la porta iniziasse ad aprirsi cigolando. Sentii Caden irrigidirsi accanto a me.

"L'avevo chiusa," sussurrai in preda al panico. "Avevo chiuso quella porta."

Caden mi lanciò una rapida occhiata prima di spingermi leggermente dietro di lui, mentre il suo sguardo fissava sulla porta sul retro che si era appena aperta.

"Vai a nasconderti da qualche parte. Non uscire finché non lo dico io." Sussurrò altrettanto a bassa voce.

Non volevo lasciarlo. Ma neanche io volevo restare qui.

Non riuscii a scegliere tra i miei pensieri contrastanti, tuttavia, quando qualcosa volò nella nostra direzione. Non riuscii nemmeno a reagire quando Caden mi afferrò di nuovo il braccio e ci spinse entrambi a terra. Chiusi gli occhi e sentii il pavimento venirmi incontro, colpendomi la schiena, sentendo il forte braccio di Caden attorno alla mia vita.

L'oggetto colpì il muro dietro di me e cadde rumorosamente, facendomi scappare un piccolo sussulto dalle labbra. Ruotando il collo per guardarlo, notai che fosse un coltello molto familiare.

Dalla mia cucina.

"Sto per sentirmi male," confessai altrettanto velocemente perché, in realtà, potevo sentire la bile che mi saliva su per la gola alla sola vista di quel coltello affilato, che avrebbe potuto proprio trafiggermi, ora che ci pensavo.

Caden mi guardò con un lieve cipiglio prima di staccarsi da me. Riuscii a malapena a sedermi quando vidi il ragazzo incappucciato correre verso di noi. Caden gestì la cosa altrettanto velocemente, sferrando un pugno sulla sua faccia coperta prima che potesse lanciarsi verso di noi.

Mi sentii sussultare e cominciai a indietreggiare, con il cuore che questa volta batteva debole. Questo non era sicuramente normale.

Perché mi stava succedendo questo?

Sfortunatamente, anche il ragazzo incappucciato era un buon combattente e questo peggiorò il problema. Diede un pugno a Caden allo stomaco, facendolo cadere all'indietro e facendo schiantare il vaso di vetro.

Rimasi sbalordita dal disordine quando vidi lo stesso ragazzo incappucciato avanzare verso di me. Mi alzai di scatto e cercai di afferrare il candelabro a pochi metri da me proprio mentre lui si lanciava verso di me, afferrandomi entrambe le braccia in una presa letale e bloccandomi contro il muro dietro di me.

Lanciai un urlo terrorizzato che venne soffocato quando il suo viso si incominciò pericolosamente vicino al mio. Non avevo bisogno di vedere l'espressione dietro quel passamontagna nero per capire la minaccia sottostante. Le sue mani guantate stringevano la presa attorno ai miei polsi in modo doloroso mentre lottavo. Non potevo credere che tutto ciò stesse accadendo di nuovo, ed era orribile. Oltre che terrificante.

"La cassaforte. Dimmi dov'è." Mi sibilò quelle parole in faccia.

Smisi per un momento di lottare per la paura quando in qualche modo riuscì a raccogliere un pezzo rotto del vaso frantumato, avvicinandolo al mio collo. I miei occhi terrorizzati si spostarono su Caden che stava per avanzare verso di lui da dietro. Ma quasi come se il ragazzo lo sapesse, si voltò immediatamente, tirandomi davanti a sé con la scheggia di vetro sul collo come chiaro avvertimento. Caden si fermò quando se ne accorse e vidi i suoi occhi spalancarsi allarmati.

E poi sentii la nausea invadermi.

Avrei vomitato e sarei morto in men che non si dica.

"Dimmi dov'è la cassaforte." Il ragazzo si sporse pericolosamente vicino al mio orecchio, sussurrando quelle parole con l'ovvia minaccia nella sua voce roca.

La cassaforte, pensai. I miei genitori sapevano dov'era. Io no.

La sensazione di quel frammento contro la mia gola era surreale. Stavo per morire per non aver risposto, non perché non volessi, ma perché non potevo. Non potevo deludere mia madre. Non potevo perché non sapevo nemmeno dove fosse.

Forse era per questo che non pensai nemmeno delle conseguenze prima di sbattergli il gomito nello stomaco. Emise un grugnito doloroso e la presa su di me si allentò appena un po' perché potessi spingerlo via. Il frammento riuscii a sfiorarmi la clavicola prima di cadere a terra.

Feci una smorfia e inciampai e vidi Caden stringere la mano nel cappuccio dell'intruso prima di spingerlo contro il muro, quest'ultimo grugnì in risposta. Sferrò un altro pugno sulla faccia coperta prima di afferrargli un lato della testa e sbatterlo contro il muro ancora, e ancora.

Guardai il sangue con orrore. Non avevo mai visto Caden combattere, essendo così arrabbiato, ed ero felice di non averlo fatto. Perché questo era brutto; troppo raccapricciante per i miei gusti.

Dopo quella che sembrò un'eternità straziante, il ragazzo incappucciato riuscì finalmente a spingere Caden via da lui prima di dimenarsi e correre fuori dalla porta sul retro aperta. Con mia sorpresa, Caden riuscii a trattenerlo prima di trascinarlo fuori di casa, lasciandomi tutto sola. Non ero sicura di cosa sarebbe successo se qualcuno dei miei vicini l'avesse visto e, onestamente, non riuscivo nemmeno a preoccuparmene in quel momento.

Non quando avevo conati di vomito. Chiusi la bocca e deglutii. Mi appoggiai al muro e rabbrividii. Non potevo fare a meno di guardarmi intorno per osservare il disordine. Tutta la casa sembrava un disastro. Ero un disastro.

Almeno la cassaforte era al sicuro. Dovunque fosse.

Dopo un po' Caden ritornò dentro, chiudendosi la porta alle spalle. Lo guardai, i miei occhi cercarono nei suoi qualcosa, qualsiasi cosa.

"Chi era?" Chiesi, con la voce che tremava un po'. "Hai visto chi era?"

Lui mi guardò prima di passare una mano tra i suoi riccioli neri arruffati. Il mio sguardo guizzò sulle sue nocche ammaccate e dovetti sforzarmi di non distogliere lo sguardo.

"Non sono riuscito." Disse. "Ma probabilmente era dell'altra gang."

East gang.

Blake lo aveva mandato. Lo stesso Blake a cui avevo fatto visita la sera prima. La stessa persona accanto alla quale ero rimasta seduta in cima a un edificio abbandonato. Adesso era ancora tutto più nauseante. Mi staccai dal muro a cui ero appoggiata e abbassai lo sguardo sui frammenti di vetro del vaso.

"Stai bene?" Fu la voce di Caden a strapparmi dai miei pensieri miserabili. Lo guardai e vidi il modo in cui mi guardava accigliato.

Ero sicura di non avere un bell'aspetto. Ero bloccata in questo travolgente senso di orrore e rabbia. Orrore per qualunque cosa fosse accaduta in quegli ultimi minuti e rabbia verso Blake.

Dovevo chiamare la polizia. Dovevo chiamare i miei genitori. Avevo bisogno di loro qui.

"Certo," dissi, ma la mia voce si trasformò in un sussurro forzato.

Questo sarebbe potuto accadere di nuovo. E se succedesse di nuovo domani o dopodomani e Caden non fosse qui a salvarmi?

Avevo bisogno di pulire questo macello. Ne avevo bisogno perché non potevo più sopportare di guardare questo caos. Volevo bloccare tutte le porte e le finestre e chiudermi nella mia camera da letto. Volevo dormire.

Mentre camminavo verso il divano, ero quasi arrivata quando le mie gambe iniziarono a tremare. E le mie ginocchia cedettero nel momento in cui vidi Caden venire verso di me, afferrandomi delicatamente per la vita. Mi ritrovai a non volermi appoggiare a lui, ma penso di averlo fatto.

"Skylar," iniziò, e il mio respiro si fermò quando si avvicinò, i suoi occhi verde scuro sembravano intensi di curiosità e qualcos'altro che non riuscivo a capire in quel momento. "Di quale cassaforte stava parlando?"

Deglutii e mi appoggiai un po' all'indietro solo perché mi sembrava di non riuscire a respirare. Era così follemente vicino e non riuscivo a distogliere lo sguardo dalle bellissime pagliuzze dorate in mezzo al verde, qualcosa che non avevo nemmeno notato fino a quel momento.

Provai ad aprire la bocca ma sembrava che fosse incollata. Volevo davvero dire qualcosa ma mi sembrava impossibile.

Sentivo i secondi lenti e silenziosi scorrere, li contavo nella mia testa, e un piccolo brivido mi corse lungo la schiena quando sentii il suo pollice sfiorarmi appena sopra la clavicola, proprio dove quel frammento di vetro mi aveva sfiorato.

"N-non lo so." Mi stava guardando di nuovo come se sapesse quanto fossi una pessima bugiarda.

"Stai mentendo."

Mi tirò più vicino afferrandomi la vita e i miei occhi si spalancarono. Non avevo idea di cosa stesse facendo. Per un momento, la mia mente si svuotò mentre cercavo una risposta nei suoi occhi. Ma contenevano emozioni che non riuscivo proprio a decifrare: strane e segrete.

Se questo era il suo modo per tirarmi fuori la verità, non ero sicura di cosa stesse per succedere.

"Perché non eri lì a scuola oggi?" Me lo chiese, senza lasciare i miei occhi nemmeno per un secondo. Ancora una volta, trovai difficile respirare quando mi guardò in quel modo.

Sapevo cosa stava cercando di fare. Stava cercando di vedermi mentire di nuovo, no?

"Io... stavo male," sussurrai.

Caden si avvicinò ancora di più e il calore mi salì sul collo. "Stai mentendo di nuovo."

Era strano sentire tutta l'energia lasciare il mio corpo. Non riuscivo a sentire le mie ginocchia, o il mio corpo, o il mio cervello. Tutto sembrava una poltiglia appiccicosa ed era strano. Non mi ero mai sentita così prima.

"Stavo cercando di evitarti." Sbottai, ed era sorprendente come la sola vicinanza potesse farmi confessare qualcosa.

I suoi occhi si spalancarono un po' ma non disse nulla, una piccola ruga si formò tra le sue sopracciglia. Avevo l'improvviso bisogno di mettere il dito in mezzo a loro, per cancellare quel cipiglio, e volevo sentire anche la morbidezza dei suoi capelli contro la punta delle mie dita.

Mi sentivo come se stessi impazzendo.

"Caden?" Mormorai. "Non so se posso fidarmi di te."

Volevo. Era sbagliato voler fidarsi completamente di qualcuno anche se non lo conoscevi? Volevo, ma alla fine non volevo sapere di aver sbagliato a fidarmi di lui. Tutto tranne quello.

Vidi il modo in cui i suoi occhi si annebbiarono di una strana oscurità. "Perché non puoi?" Chiese, inclinando la testa verso di me, avvicinandosi fino a quando le punte dei nostri nasi quasi si toccarono.

La mia mano strinse la sua giacca quando sentii l'improvvisa tensione accumularsi dentro di me. Non sapevo come respirare. Non riuscivo nemmeno a pronunciare una sola parola. Non potevo quando era così vicino.

Cosa mi stava facendo?

"Vuoi fidarti di me?" Chiese con voce bassa e roca.

Sbattei le palpebre esitante prima di annuire leggermente. La sua mano sulla mia vita scese più in basso, attirandomi contro di lui. Il calore mi arricciava la schiena.

"Allora fidati di me." Sussurrò.

Chiusi gli occhi quando il suo respiro caldo si colpì le mie labbra e qualcosa si strinse dentro di me. La sensazione era così strana, sembrava che potessi svenire da un momento all'altro. Lo vedevo anche quando avevo gli occhi chiusi. Potevo sentirlo, potevo vederlo, potevo percepirlo. Era solo lui.

Caden.

Mi ritrovai a stringere la sua giacca in una presa ancora più stretta di prima. Avrei voluto dire che non mi aveva turbato minimamente quando lo sentii avvicinarsi, ma lo fece. Tanto. Rimasi sbalordita quando riaprii gli occhi, osservando il suo sguardo indugiare sulle mie labbra e rimanere incollate lì.

Non mi avrebbe baciata. Non poteva.

E se lo avesse fatto? Era a pochi centimetri da me. E se io lo baciassi? E quando mi resi conto che volevo davvero baciarlo, tremai.

Non poteva star succedendo.

Caden mi fissava come se sapesse cosa stava facendo. Come se per un momento non gli importasse cosa sarebbe potuto succedere dopo. Come se non gli importasse in quel momento. Lo voleva. O forse io lo volevo.

Tutto, però, si interruppe bruscamente quando abbassò la testa e le sue labbra sfiorarono le mie.

I miei pensieri, l'ambiente circostante, tutti i miei sensi. Tutto si fermò.

Fu solo un tocco morbido come una piuma, ma abbastanza da farmi battere il cuore. No, non solo. Era molto di più. Il bisogno dentro di me di baciarlo sembrava aumentare. Però non mi diede altro. E Dio, volevo baciarlo così tanto. Volevo sapere cosa si provava, che sapore aveva. Lo volevo.

Non poteva essere reale. Non poteva essere reale.

E quando fui sicura che mi avrebbe davvero baciata, qualcuno bussò alla porta sul retro. E Caden si allontanò.

L'improvvisa perdita di calore mi disse che si era allontanato e aprii gli occhi con un piccolo sussulto. A quel punto stava camminando verso la porta, lontano da me, come se non avesse avuto intenzione di baciarmi proprio adesso.

Come se non gli importasse nemmeno.

S/A.

Ehila!

Nuovo capitolo!

Un po' movimentato. Cosa ne pensate?

Lasciate un voto e un commento qui sotto!

Scusate per gli errori!

Xx.

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