Cinderella Boy - XIUCHEN

By I_Want_Wonderland

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Minseok, é un ragazzo rinnegato dalla sua famiglia per il suo orientamento sessuale. Trovandosi senza più un... More

✨Personaggi/ Prestavolto✨
Intro
I
II
III
V
VI
VII
VIII
IX
X
XI
XII
XIII
XIV
XV
XVI
XVII
XVIII
XIX
XX
XXI

IV

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By I_Want_Wonderland

18 Luglio

Erano passati più di due mesi da quando inizia a lavorare alla villa.
E capii fin da subito quanto quel luogo fosse legato ad una noiosa e logorante routine.
Tuttavia questa monotonia veniva spezzata dai miei nuovi amici.

Durante le sere libere con Luhan e Tao si andava a fare una partita di calcio o di basket, al quale spesso si univa anche Yixing. Anche con quest'ultimo instaurai un buon rapporto, era un ragazzo molto gentile e calmo, un ottimo ascoltatore, parlava poco ma sapeva dire sempre la cosa giusta al momento giusto.

Spesso ci recavamo in un pub non troppo distante dai campi da gioco, dove qualche volta mi trattenevo anche oltre l'orario di chiusura per dare sfogo ai miei istinti sessuali con qualcuno del personale. Mi incontravo spesso con Haiyun, una cameriera dai lunghi capelli corvini, snella e non molto prosperosa, con delle labbra fatte a posta per fare pompini.

Luhan invece aveva puntato un'altra cameriera, Xiaotong, davvero molto carina, e lei lo sapeva perchè ancheggiava tra i vari tavoli tirandosela manco avesse la figa d'oro; tuttavia notai che ultimamente lanciava degli sguardi languidi al mio amico, che ricambiava prontamente sorridendo o flirtando in modo molto timido con lei.

Per il momento il titolo di latin lover lo deteneva Tao, che spesso sgattaiolava nel cuore della notte per consolare delle povere fanciulle. Inoltre era anche "l'animatore" del gruppo, il che mi ricordava lievemente Beak, ogni giorno faceva battute, canticchiava qualcosa o faceva saltare i nervi a Sissy con il suo fare un po' svampito.

Con quest'ultima non potevo dire di avere un rapporto di amicizia, ma iniziai a capire com'era fatta: riservata, stacanovista nel suo lavoro, materna nei confronti di noi colleghi.
Per il momento questo mi bastava, anche se nei suoi occhi spesso leggevo tristezza e frustazione. Luhan mi aveva detto che non era sempre stata così rigida, ma ci sono stati degli episodi che l'hanno portata a non dare più fiducia alle persone e a chiudersi in se stessa; con in il tempo si sarebbe sicuramente aperta anche con me.

Ovviamente non mi dimenticai dei miei vecchi e migliori amici, che sentivo ogni notte con videochiamate su Skype.

Mi mancavano le nostre chiacchierate;  Chanyeol che strimpellava alla chitarra, che mi chiedeva consigli su come conquistare la sua Chaeyung; o Baekhyun che cantava canzoni infantili, che mi chiedeva di interrogarlo in vista di un esame. Mi mancavano anche le litigate tra di loro, che si rimproveravano a vicenda come una coppia di vecchi sposi.
Ricordo ancora l'espressione di Baekhyun quando dissi in chiamata che mi stavo facendo nuovi amici. Divenne serio e con una punta di acidità nella voce mi disse: "Bene, ti sei già dimenticato di noi? Vai, vai pure dai tuoi nuovi amichetti".

Anche oggi si prospettava di essere la solita giornata.

La sveglia alla stessa ora; le solite strigliate di madame Junmei considerandoci degli scansafatiche; la signorina Xiaomi con il suo essere logorroica e piattola; il solito pesce lesso con verdure annesse ogni giovedì, e quel cane demoniaco che mi ringhiava ogni volta che mi vedeva.

Tao aveva il giorno libero, Luhan era nell'orto adiacente alla cucina, Sissy era nel locale lavanderia a stirare alcune camice, e io caricavo la lavatrice.

Questa tranquillità fu interrotta da un urlo isterico.

«Stanno arrivando! Stanno arrivando»

Disse madame Junmei entrando nella lavanderia.

«Chi di grazia, specifica il soggetto. Gli alieni? Un esercito nemico? I mastini del demonio?»

Appena Sissy pronunciò l'ultima frase, madame si fece il segno della croce e si portò alle labbra la catenina recante il Crocifisso, posandovi un piccolo bacio.

«Non essere blasfema!- disse fulminando la mia collega- Stavo parlando dei signori Kim. Hanno appena chiamato dall'aeroporto, dicendo che saranno qui nel tardo pomeriggio»

«E allora? Non capisco il perchè di tanta agitazione. Sono soliti fare certe sorprese.»

«MINSEOK!»

Quella voce gracchiante mi fece prendere un colpo, facendomi scattare in posizione eretta.

«Quanto dura il viaggio da Seoul ad HongKong?»

«Circa tre ore, Madame»

«Tre ore... devo pensare a Xiaomi, deve essere perfetta se vuole fare colpo su uno dei due ragazzi»

Farneticava frasi simili andando avanti e indietro, con fare preoccupato. Gettai uno sguardo veloce a Sissy, che mi mimò un "She's crazy" portandosi l'indice vicino alla testa e girandolo. Risi sotto i baffi prima di saltare nuovamente come una molla per l'urlo di della donna.

«LUHAN!»

«Oh Jesus!- sospirò la capocameriera- Perchè deve urlare come un porco se abbiamo i cerca-persona addosso?»

«Taci, svergognata, l'unica scrofa, per di più in calore, qui sei tu.»

Quella frase mi stupì, poiché fu detta con disprezzo. Avevo percepito tensione tra le due donne, ma quelle parole dure della signora Junmei e la rabbia che lessi negli occhi di Sissy, mi incuriosirono.

La rossa strinse l'impugnatura sul ferro da stiro talmente forte, che le nocche diventarono bianche.
Un ghigno maligno apparve sul volto di madame, un'espressione che non avevo mai visto in vita mia.

«Smetti di stirare e prepara le stanze. Quattro stanze, i signori Kim portano anche un ospite.»

Sibilò a denti stretti, prima di uscire dal locale lavanderia continuando a strillare il nome dello chaffeur.

«Bene Minseokie, oggi ti mostrerò nuove stanze.»

Lavorare con Sissy era piacevole, tranquillo e silenzioso; solitamente ero abituato alle chiacchiere di Tao.
Io sapevo di esser un maniaco dell'ordine e del pulito, ma lei mi batteva.
Mentre preparavamo le stanze chiesi chi fossero i signori Kim.

«Sono degli imprenditori coreani nel campo dell'editoria. Mi sembra che la loro azienda si chiami K.B.M. La conosci?»

«Mi chiedi se conosco la K.B.M, la Kim Books&Magazine? Cazzo se li conosco, hanno pubblicato quasi tutti i libri da dove ho studiato. Quelli dove camminano crescono soldi.»

Chiesi come mai dei colossi nel campo dell'editoria avessero degli accordi con un proprietario terriero che commerciava in frutta esotica.

Sissy mi spiegò che erano parenti. La defunta moglie del signor Wu, era la sorella della moglie di Kim Jungjin attuale proprietario della K.B.M, le due erano compagne di scuola della signora Junmei. Quindi erano tutti amici d'infanzia.
I signori Kim avevano due figli: Junmeyon, un giovane avvocato aziendale che lavorava per l'ufficio legale dell'azienda, preparandosi un futuro per diventarne il CEO; e Jongdae, studiava lingue e un futuro si sarebbe occupato di supervisionare le traduzioni dei libri e articoli scientifici.

«Come sono loro? Intendo come si comportano? Sono i classici snob con la puzza sotto il naso?»

«No, assolutamente. Sono delle persone educatissime, la signora Kim è un angelo, e i due ragazzi sono fantastici. Sono molto rispettosi del lavoro altrui e sono generosi. Non tutti i ricchi sono così.»

«Già... sai per anni frequentato ambienti di imprenditori e alta borghesia, e nessuno era mai troppo magnanimo con il personale delle proprie case o dei ristoranti lussuosi che frequentavano. Anche io ero come loro, ma le situazioni della vita ti portano a cambiare»

«Si, la vita spesso ti tira dei brutti scherzi.»

Sissy sussurrò quella frase, fissando tristemente il vuoto. Rimase così per qualche

«Bene abbiamo finito, fatti una doccia e metti la divisa da sera, solo pantalone e camicia.»

«Ma, la signora Junmei ha detto quattro stanze»

«L'ospite è la ragazza di Junmeyon, mi sembra scontato che dormano insieme.»

«Ma tu ci provi gusto a provocare la signora oppure sei masochista?» dissi sorridendo.

 «Sappi questo Minseok, che fin quando il mio cuore pulserà e avrò fiato nei polmoni, farò dannare quella donna in ogni modo possibile.»
Aggrottai le sopracciglia in un'espressione confusa, non capendo a pieno questa rabbia reciproca tra le due donne, sicuramente avevano avuto qualche screzio in passato.

Dopo essermi docciato e cambiato, scesi nel grande atrio, dove la mia collega dai capelli mogano mi aspettava, già in divisa ( una camicia bianca e una gonna nera sul quale era legato un grembiule ricamato).

Dal van nero scesero una coppia sui cinquant'anni. Nell'uomo, con un portamento fiero ed elegante, riconobbi subito Kim Jungjin, al suo fianco una donna molto elegante, avvolta nel suo tubino cipria, era davvero una bella donna.

«Buongiorno signori Kim. Bentornati»

«Oh Sissy, mia cara. Che piacere rivederti.»

«Bene signora grazie.»

«Abbiamo saputo dal dott. Zhang, che suo figlio ti ha in cura. E che ti sei ripresa molto bene dall'incidente» continuò la donna accarezzando il volto della cameriera.

Notai gli occhi della mia collega inumidirsi, sorrise e ringraziò ripetendo che si sentiva meglio, per poi salutare la seconda coppia che scese dal van. Ma quel veicolo partoriva solo coppie estremamente fighe!?

Il ragazzo doveva avere all'incirca la mia età; i suoi jeans e la sua maglia chiara fasciavano alla perfezione il suo fisico atletico, i capelli scuri ricadevano in modo disordinato sulla fronte e aveva un viso talmente bello, che avrebbe potuto fare benissimo l'attore o il modello. Anche la ragazza non era da meno; aveva un fisico minuto, ma ben proporzionato grandi occhi scuri come i suoi fluenti capelli, e una pelle chiara.

Molto allegramente il ragazzo salutò Sissy e poi si girò verso di me presentandosi:

«Ciao, io sono Junmeyon, lei è la mia ragazza Irene»

Feci un piccolo inchino e mi presentai.

«Minseok? Sei Coreano!?» chiese il signor Kim.

«Si signore»

«Hai un nome davvero bello, e sei anche molto giovane e carino» continuò la signora Kim.

«Il signor Wu è nelle tenute al momento, ma rincaserà a breve.»

Disse Sissy mentre accompagnava in casa i Kim, andai ad aiutare Luhan con i bagagli.

Mentre scaricavamo le valige degli ospiti, notai una ragazzo in giardino che giocava con i cani, e da come si faceva rincorrere e lanciava loro un bastoncino di legno si divertiva parecchio, visto che rideva a crepapelle. Sicuramente era l'altro figlio dei signori Kim.

Una volta sistemati i bagagli nelle varie stanze, inizia a scendere nel salone per preparare la tavola. Man mano che scendevo le scale, sentii le note del pianoforte, riconoscendo subito Haru Haru dei BigBang. Chi suonava era il ragazzo che avevo visto poco prima in giardino. Mi avvicinai allo strumento senza far rumore, e potei concentrarmi sul di lui.

I capelli biondi e un poco arruffati, le orecchie leggermente a sventola; i suoi occhi a mandorla erano chiusi rapiti dalla melodia, contornati da lunghe ciglia; la mascella e gli zigomi erano perfetti e le espressioni che il suo viso assumeva mentre cantava con passione lo facevano illuminare. La sua voce era melodiosa, dolce e soave, raggiungeva note altissime senza alcuno sforzo.

Mentre lo ammiravo una sensazione particolare, come un formicolio, iniziò a farsi sentire all'altezza dello stomaco.
Smise di suonare, aprì gli occhi, e li il mio cuore perse un battito.
I suoi occhi occhi nocciola erano fissi dentro i miei castani, il mio cuore riprese a battere velocemente, troppo velocemente, come se avessi fatto una lunga corsa prima di arrivare fin lì. Rimanemmo qualche minuto a fissarci, fin quando il ragazzo non si alzò dalla seggiola e sorridendo mi disse:

«Ciao...Non ci siamo ancora presentati. Io Sono Kim Jongdae»

Allungai la mano per afferrare la sua presentandomi.

In quel momento avvertii un brivido, una scossa che mi fece trattenere il fiato; il formicolio che provavo si propagò per tutto il mio petto fino al ventre, trasformandosi in calore. Non ne sono sicuro, ma anche lui deve aver provato qualcosa di simile, poiché inspirò pesantemente, guardandomi con quei suoi occhi meravigliosi.

Per tutta la cena non riuscii a togliere gli occhi di dosso al biondino.

Ascoltavo distrattamente i discorsi dei vari commensali cercando di distrarmi, ma era come una calamita, più mi imponevo di non guardalo, più lo cercavo con gli occhi.
Talvolta venivo colto sul fatto, lui mi sorrideva dolcemente, e io mi sentivo avvampare, mentre nel mio petto si ripresentava la sensazione che avevo provato quando ci presentammo.
Persino Sissy mi chiese che cosa avessi. Ma non riuscii a darle una risposta.
Non riuscivo a spiegarmi cosa mi stesse succedendo. Forse mi stava salendo la febbre?

«Zio – prese la parola Jongdae- come sai la scorsa settimana mi sono laureato, volevo chiederti il permesso di fare una piccola festa questo week-end, qui, nella tua villa»

«Ma certo mio caro, hai a disposizione tutta la casa, e qualsiasi cosa ti serva, tu chiedi. Non baderò a spese.»

«Sarà una cosa tra pochi intimi, saremo dieci persone esagerando»

«Invita chi vuoi, hai tutta la villa a disposizione. Purtroppo io Junmei saremo fuori questo week- end per un viaggio di lavoro.»

Al servizio del dolce, Junmeyon prese la parola.

«Sai zio, in realtà il motivo della nostra visita qui non è solo festeggiare la laurea del piccolo Dae.»

Guardò la sua ragazza dolcemente, al quale afferrò la mano e la bacio.

«Io e Irene ci sposiamo, e vorremmo che tu celebrassi le nozze»

Il giubilo iniziale di tutti i presenti nella stanza, fu interrotto dallo stridere di una sedia sul marmo, facendo ammutolire tutti i presenti e portando la loro attenzione sulla persona che aveva compiuto quel gesto.

Xiaomi era in piedi, le braccia ricadevano lungo i fianchi e le mani chiuse a pugno, il viso rosso dalla rabbia.

«Xiaomi, per cortesia siediti.» disse con tono imperativo il signor Wu.

La ragazza aprì la bocca un paio di volte, indicando la giovane coppia, ma nessun suono uscì da essa.

«O ti siedi o ti puoi benissimo ritirare in camera tua» tuonò il signor Wu.

Mai mi sarei aspettato che un uomo, gentile e tranquillo, come Wu Kong-Sang avrebbe potuto urlare . E così Xiaomi, con le lacrime agli occhi, corse via dalla sala da pranzo.

«Jongdae»

Disse con tono fermo madame Junmei, che fu l'unica a rimanere impassibile a tutto, sia all'annuncio di Jumeyon, sia alla scenata della figlia, continuando a mangiare il suo dessert.

«Vai da Xiaomi.»

«E perchè mai dovrei?» rispose stizzito alzando un sopracciglio.

«Perchè avrà bisogno di essere consolata dopo la brutta sorpresa che le ha giocato tuo fratello» disse con tono ovvio.

Prima che scoppiasse il finimondo, Sissy mi afferrò per un polso, facendomi uscire con lei dalla porta di servizio. In quei pochi attimi potei vedere i fratelli Kim ridere in modo sarcastico, Irene che commentò con un "Prego?" l'affermazione di madame.

Non appena ci chiudemmo la porta alle spalle, io e la mia collega ci spalmammo su di essa per origliare.

Sentimmo un brusio di voci sovrapposte, fino a quando una voce femminile si sentì più chiara delle altre.

«Brutta sorpresa dici!?»

«Avrei usato il termine "infausta notizia", ma non volevo smorzare l'entusiasmo di tutti»

«A distanza di anni rimani sempre la solita piccola, infima e squallida vipera, pronta a sputare veleno sugli altri, quando invece dovrebbe farsi un bell'esame di coscienza.»

Vidi Sissy ridere trionfante, per poi fare la dub e cantare "boom bitch"

«Non so quali strane idee si sia fatta Xiaomi su lei e Junmeyon; o meglio, non so quali strane storie tu le abbia messo in testa. Ma osa ancora una volta offendere in qualche modo la mia famiglia, e i miei figli, e giuro che te ne pentirai. Ricordati che io conosco cose di te che nemmeno Kong-Sang sa.»

Silenzio. Un silenzio così pesante non l'avevo mai sentito, forse solo in un cimitero.

«Mi stai minacciando?» disse con voce stridula madame.

«Si, lo sto facendo- rispose in modo calmo la signora Kim- stai attenta Junmei»

Dopo quella cena così movimentata, chiesi a Sissy se potevo riordinare la sala da solo.

Lei acconsentì senza farmi troppe domande, complimentandosi con me per l'ottimo lavoro fatto.

Mentre sistemavo i piatti e bicchieri sul tavolo della cucina, continuavo a pensare a tante cose. Al misterioso incidente che Sissy aveva avuto; alla minaccia della signora Kim verso madame, a Jongdae e a quella sensazione di piacere che mi aveva provocato.

Senza accorgermene mi ritrovai a sorridere come un ebete, ripensando al viso di quel ragazzo.

In quel momento sentii dei passi avvicinarsi, e cercai di assumere un'espressione più normale. Mi stupii quando l'oggetto dei miei pensieri entro in cucina, con indosso un calzoncino e una canotta che lasciava poco spazio all'immaginazione.

Cercai di non fissarlo troppo e di comportarmi nel modo più naturale possibile.

«Ciao»

«Oh ciao, scusa non volevo disturbarti» disse subito in imbarazzo

«Tranquillo, avevo finito»

Silenzio. Lo guardai con la stessa intensità del pomeriggio, forse con uno sguardo più famelico che dalle braccia andava scapole scoperte, per scendere giù verso le sue cosce toniche.

Percepii il leggero imbarazzo dell'altro, che distoglieva lo sguardo puntandolo in ogni angolo della stanza tranne che su di me.

«Ti serve qualcosa?»

«Oh si, sono sceso per farmi una camomilla, non riesco a prendere sonno»

Così mi adoperai a preparargli l'infuso da lui richiesto. Rimasi tutto il tempo di spalle, ma sentivo i suoi occhi vispi su di me, se mi fossi girato mi sarei sicuramente sciolto.

Gli porsi la tazza con la camomilla, che bevve tutto in un sorso.

«Ti chiedo scusa per stasera, sai di solito siamo più tranquilli»

«Non ti preoccupare. Ogni famiglia è unica nel suo genere.»

«Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo.» bisbigliò.

«Citare Anna Karenina non è proprio il massimo, non credi? »

Ridemmo in contemporanea. Ah quel sorriso, perchè mi fai questo effetto ragazzino?

Si alzò dalla sedia, ringraziandomi per la camomille e si incamminò verso la porta. Poco prima di uscire fece dietro front, girandosi sui talloni e disse:

«Volevo dirti cheseivitatanchetu!»

Mi disse quella frase tutta d'un fiato, tanto che gli chiesi di ripeterla.

«Dicevo, sei invitato anche tu alla mia festa. Mi farebbe molto piacere se venissi. Sempre se ti va»

Notai un lieve imbarazzo nel tono della sua voce, le sue candide gote colorarsi un po' di rosso e il suo sorriso essere timido e tremolante.

Chi ero io per rifiutare tale invito?



Angolo Autrice:
Finalmente è entrato in scena Jongdae. Cosa ne pensate di questo primo incontro?
Si, ho messo come ship la Surene perchè secondo me sono perfetti insieme (spero vi piaccia).
Oggi è lo #xiuminday,
quindi fate tanti auguri e mostrate tanto amore
a questo splendido ragazzo, che molti anni fa mi ha rubato il cuore



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