Don't Tell Dad

By Its_Francy

243K 12.1K 2.8K

PROLOGO Stavo seduta sull'incavo della finestra fissando il paesaggio attorno alla casa dei nonni. Per ettari... More

Prologo
Come zia Muriel
Non posso dire no
Profumo di rose
Il Party di Halloween
Chiamami quando saró sobria
Tu lo sapevi
Un amico come me
Chi é innamorato?
E questo é il natale
Disastro
Sto male
Faccio schifo a mantenere i segreti
Qui-qui- quidditch
sii Il Mio Valentino
So quello che vuoi
Un semplice grazie
Sorpresa sorpresa
(Non)Segreto Amore
Strani arrivederci
Da Anonimo
Scuola
É lui !!
Puoi immaginare ?
Sorriso smagliante
Un... Po' di problemi
Quella era una festa ?
Sei un idiota !
Sono Cosí Morta !
Questo é quanto
Non Lo So
Infermeria
Bacia la ragazza
Cosa Pensi ?
Solo parlare
Bye Bye Hogwarts
Don't Tell Dad II
Avviso

Mai credere ad un bugiardo

6.6K 315 143
By Its_Francy

11.

Purtroppo le Vacanze erano finite anche per noi, sebbene con due giorni di ritardo, e quella mattina eravamo partiti con mamma e papà per tornare al Castello. Partiti era una parola grossa, dato che la Professoressa McGrannitt aveva dato il permesso alla mia famiglia di viaggiare con la Metropolvere fino al suo ufficio. A volte essere la figlia di due eroi di guerra era estremamente conveniente.

Io e Hugo andammo per primi. Tossicchiai un po' per la fuliggine e una volta che riaprii gli occhi la sagoma della Professoressa McGrannitt si erigeva imponente di fronte a noi. Uscimmo dal camino e ci ripulimmo un po'.

"Professoressa McGrannitt." Dissi io per salutare.

Hugo al mio fianco tossì quasi a mo' di saluto.

"Bentornati ad Hogwarts." Disse la Professoressa mentre mamma e papà comparivano alle nostre spalle insieme a Vanessa. "Spero che abbiate passato delle buone vacanze. I vostri bauli vi aspettano già ai piedi dei vostri rispettivi letti."

Papà si fece avanti sorridendo. "Grazie, Professoressa. Ci ha tolto davvero un gran peso, quei bauli sono... ahia!"

Mamma aveva tirato una gomitata a papà. "Quello che Ronald vuole dire è che le siamo grati di questo incontro e di averci concesso di portare i ragazzi con la Metropolvere fino al suo ufficio."

Noi tutti trattenemmo un sorriso e notai anche la Preside cercare di tenere le labbra in una linea retta, senza troppo successo. "Non c'è bisogno che parli per il signor Weasley, so già che cosa volesse dire. Non è vero, Ronald?"

Papà si grattò la nuca e ridacchiò. "Credo di sì."

La Professoressa McGrannitt si voltò verso di noi. "Bene." Disse. "Andate pure nei vostri Dormitori, sono sicura che tutti i vostri amici non vedono l'ora di rivedervi."

Salutammo mamma e papà, che si raccomandarono di fare i bravi anche se penso che parlassero più ad Hugo che a me, e dopo un saluto educato alla Preside scendemmo le scale che si spostarono per noi facendoci arrivare con i piedi per terra.

Ci avviammo verso i Dormitori, felici di essere di nuovo a scuola. Non vedevo l'ora di raccontare alle gemelle delle nostre vacanze a casa e di zio Charlie che ci aveva promesso che ci avrebbe portato a vedere un Drago vero.

"Rosie! Vanessa!"

Io e la mia migliore amica ci ghiacciamo sul posto. Avevo voglia di urlare, eravamo tornate da meno di dieci minuti e già quella voce petulante entrava nelle mie orecchie. Ci voltammo molto lentamente con un sincronismo perfetto, con la stessa faccia afflitta e con lo stesso sospiro. Hugo diventò verde, come se avesse visto un Troll, e indicò alle sue spalle.

"Io devo proprio andare."

"Codardo!" Sussurrai io.

Paula corse verso di noi, allegra. "Siete tornate finalmente! Non sapete che gioia vedervi di nuovo, stare da sola con le gemelle è stato un po' triste, sapete? Ehi, Rosie, ho sentito che i tuoi genitori sono al castello, è per questo che siete rientrate solo oggi? Che devono dirsi con la Preside?"

Mi sentii un attimo frastornata da tutte quelle domande. "Ehm... a dire il vero, non so."

"Beh, deve essere una cosa importante!" Annuii tra sé vagando altrove con la mente. "Pensi che tuo padre me lo farà un autografo? Cavolo, non mi sono neanche truccata oggi!"

Vanessa alzò un sopracciglio. "Sono sicura che il Signor Weasley non ci farà caso."

"Speriamo!" disse tutta emozionata. "Se non dovessi incontrarlo di persona, ti dispiacerebbe chiedergli un autografo per Paula Vegas?"

Io scossi la testa. "No, va bene." Ma da quando la gente chiedeva autografi a papà?

Vanessa la fissò come se fosse pazza. "E che te ne fai di un autografo del papà di Rose?"

Paula fece una faccia come se stessimo chiedendo qualcosa di ovvio. "Pronto?! Nessuno vi ha detto che Ron Weasley è un eroe di guerra? Che cosa vuoi che ci faccia, lo terrò sotto il cuscino e ci dormirò ogni notte! Ovvio!"

Sentii il mio stomaco ribaltarsi, non sapevo se fosse perché Paula aveva una cotta per mio padre o perché avesse una cotta per un uomo sposato. Vanessa al mio fianco fece una faccia disgustata, come se stesse leggendo i miei pensieri. "Paula, è il padre di Rose!"

"Lo so." Fece lei eccitata. "Non è grandioso!"

Come se la presenza di Paula non bastasse, da dietro l'angolo spuntarono Malfoy e il suo branco e tutto ad un tratto un pensiero mi colpì. Le vacanze erano davvero finite. Paula continuò a ciarlare di mio padre ma io non stavo veramente ascoltando, continuavo a guardare Malfoy da lontano, che sembrava volermi perforare con i suoi occhi di ghiaccio. Aspettai quiete fino a che non raggiunse il mio fianco.

"Bentornata, Weasley."

Io e Vanessa spalancammo gli occhi. Okey, non era proprio il genere di ben ritrovato che mi aspettavo da Malfoy. Paula mandò fuori una risatina sciocca guardando prima me, poi Malfoy.

Io lo fissai un po' incerta. "Grazie?" dissi quasi a mo' di domanda.

Malfoy ghignò. "Cominciavo a sperare che saresti rimasta a casa per il resto dell'anno, ma suppongo di aver sprecato tutti i miei desideri a Natale."

Potevo scioccamente illudermi che per una volta Malfoy potesse essere gentile? "Non tutti i desideri si avverano, Malfoy, altrimenti tu saresti sparito da questa scuola dal primo anno."

"Quanto sarcasmo ti hanno regalato a Natale, Weasley?" Ghignò prima di incamminarsi lungo il corridoio e proseguire con la sua banda di smidollati. Vanessa scosse la testa, schifata, ed io continuai a guardarlo mentre se ne andava via.

"Idiota." Borbottai.

Paula ridacchiò. "E' stato proprio carino. Devi piacergli davvero molto, Rose."

Io e Vanessa ci voltammo shockate verso di lei. Sicuramente dovevo aver capito male. "Come scusa?"

"Andiamo, non mi dire che non te ne sei accorta?" Rise Paula. "Perché diavolo credi che continui ad insultarti?"

Alzai un sopracciglio come se fosse ovvio. "Per abitudine?"

"Non essere sciocca! Tu gli piaci, Rose, e molto. I ragazzi fanno così per conquistare le ragazze."

"Le insultano?" Chiesi io sempre più perplessa. O shockata. O confusa. Non avrei saputo dire.

Vanessa la fissò stupidita. "Veramente Gill mi ha regalato dei fiori."

Paula scosse la testa ridacchiando come una gallina. A volte mi metteva paura. "Ma no, non è insultare... è un modo per far vedere che si interessa a te!"

"Quindi," ripresi il discorso con molta confusione nella mia testa. "Se io andassi dal professor Neville e gli sputassi in faccia sarebbe come dire che sono follemente innamorata di lui?"

Vanessa scoppiò a ridere al mio fianco e io cercai di trattenere un sorriso. Paula non sembrò apprezzare la cosa, si posò le mani sui fianchi e mise su un cipiglio scuro.

"Ma insomma, Rose, proprio da te non me lo aspettavo! Non eri tu che dicevi che prima di sposarsi i tuoi genitori non facevano altro che litigare! Quello è il vero amore!"

Mi ghiacciai di colpo. Beh, sì, i miei litigavano tuttora in effetti. Ma era una situazione completamente diversa dalla mia e soprattutto io e Malfoy eravamo due persone totalmente diverse dai miei genitori. E poi i miei genitori erano amici prima di sposarsi.

"Sì, ma i miei genitori erano amici." Dissi convinta.

Vanessa smise di ridere e scosse la testa. "Andiamo, Paula, stai leggendo troppi romanzi rosa ultimamente. Vedere il vero amore tra Rose e Malfoy è come sperare di vedere il Professor Vitious crescere di trenta centimetri!"

Paula si inviperì. "D'accordo!" disse secca. "Come volete. Ma quando vi metterete insieme ricordati di me, Rose!"

Senza dire un'altra parola strinse a sé i suoi libri, girò i tacchi e se ne andò, lasciando me e Vanessa in piedi di fronte al niente. Rimanemmo immobili per non so quanto prima di voltarci l'una verso l'altra.

"Paula è pazza." Disse Vanessa con convinzione.

"Non che avessi dubbi a riguardo, Vì."


**


Finalmente riuscimmo a tornare al nostro Dormitorio, anche se ci avevamo impiegato quasi mezz'ora dato che chiunque ci incrociasse per i corridoi ci aveva fermato per sapere perché fossimo tornate due giorni dopo. E tutti avevano fatto la stessa faccia di Paula quando avevano saputo che Ron Weasley e Hermione Granger erano al castello. Forse per me era talmente normale avere dei genitori così che non facevo neanche più caso a cosa volessero dire i loro nomi.

"Ma da quando tutti trovano strano che mamma e papà vengano al castello?" Chiesi io a Vanessa mentre salivamo la scalinata del Dormitorio.

Lei scrollò le spalle. "Non lo so. Insomma, per me è talmente normale che..."

"Sì, so cosa intendi."

Aprii la porta della nostra camera e le gemelle ci saltarono letteralmente addosso. Mi sbilanciai un po' indietro cercando di non cadere, e ridacchiammo tutte insieme come delle oche. Non appena ci rilasciarono, chiusi la porta alle mie spalle e respirai aria di casa. L'altra casa.

"E' bello essere tornate!"

Sol cominciò subito a sbraitare. "Y con dos giorni de retardo! Donde estabaìs? Abbiamo stato dos giorni solas con Paula!"

Io risi e alzai le spalle. "Lo so, scusate ma mamma e papà dovevano venire al castello e la McGrannitt ci ha concesso di poter venire con loro. Veniamo giusto dalla Presidenza, siamo tornate un'oretta fa."

"Una hora?" Chiese Gaby. "Y donde ha stato fino a ora?"

Vanessa si buttò sul letto, sfinita. "Abbiamo cercato di tornare al Dormitorio, ma sembra che tutti stiano facendo una festa nazionale del fatto che i genitori di Rosie sono qui. Che cosa c'è di strano poi, sono ex-studenti."

Sol ci guardò con un sopracciglio inarcato. "La gente es estupida." Disse. "Como han sido le vacanze?"

Mi voltai a guardare Vanessa, che ricambiò il mio sguardo in maniera eloquente. Sorrisi. "Beh, sono state... strane. Ma divertenti. Oh, e zio Charlie a promesso a me e ad Hugo che quando andremo a trovarlo ci farà vedere un Drago vero. Però se incontrate mia madre non diteglielo."

"Tranquila, Rosie." Gaby mi fece un bel sorriso. "Hay una cosa che tengo che preguntarte... che e esta historia che estàs con Al?"

Io alzai gli occhi al cielo. "Oh ti prego!" sospirai. "Ve l'ha detto Paula, non è vero? Si è fissata con questa storia che io ed Al stiamo insieme. A volte non so se si rende veramente conto delle cose che dice."

"Beh," fece Vanessa. "Pensa anche che Malfoy sia innamorato di te."

Le gemelle scoppiarono a ridere. Sol si tenne addirittura la pancia dal ridere. "No sé lo che es màs divertente, tu y Albus o tu y Malfoy!"

Gaby annuì. "Paula està completamente loca!"

"Gracias!" Dissi io infervorata. "Cioè, volevo dire grazie! Quello che mi chiedo è se lo faccia apposta per mettere zizzania o se ha un'immaginazione così fervida che la porta a credere veramente quello che si immagina. Chi potrebbe pensare a me e ad Albus insieme? O peggio ancora con Malfoy?!"

Vanessa cercò di trattenere una risata. "Forse la Cooman."

Gaby rise di nuovo. "La Cooman es completamente loca."

A quel punto anche Vanessa scoppiò a ridere. "Ricordi l'ultima volta che abbiamo fatto lezione al terzo anno? Disse che il destino di Rose era legato a quello dei suoi genitori e perciò sarebbe diventata un'eroina di guerra."

Io la fissai confusa. "Quale guerra?"

Sol, Gaby e Vanessa scoppiarono a ridere tutte insieme. "Appunto."

Io scossi la testa pensando alla povera Professoressa Cooman, non sapevo chi le avesse dato quella cattedra, ma di certo tutti quanti ci eravamo accorti che non sapeva predire proprio niente. E sul fondo delle tazzine di tè non c'era scritto il nostro destino, ma rimanevano solo delle foglie di tè.

Qualcuno bussò alla porta e mi voltai dato che le stavo dando le spalle. La facetta lentigginosa di Lily fece capolino e cercò me con lo sguardo.

"Oh bene, sei qui." Disse con un sorriso. "Al ti aspetta di sotto."

Giusto, Al. Non lo vedevo da Natale. "D'accordo, grazie Lily. Scendo subito."

Lily annuì e se ne andò. Io mi voltai di nuovo verso le ragazze e indicai la porta alle mie spalle. "Scusatemi ma ho un uomo che mi aspetta, sapete com'è." Dissi scherzando.

Sol incrociò le braccia al petto e alzò un sopracciglio. "Paula tenìa razòn. Estàs con Al, eh?"

Mi toccai il petto cominciando ad arretrare. "Oh sì, è l'amore della mia vita." Sentii le altre ragazze ridacchiare tra loro, mentre io scendevo le scale del Dormitorio femminile per arrivare da Al che mi aspettava in Sala Comune, dato che non poteva salire fino alla mia camera.

Al aspettava pazientemente sul fondo della scalinata e io gli sorrisi non appena lo vidi. Aumentai il passo fino ad arrivare da lui. "Ehi." Dissi. "Lily ha detto che mi cercavi."

Al alzò un sopracciglio. "Non ti vedo da Natale e tutto quello che mi becco dopo quest'infinità di giorni è un semplice 'ehi'? Sei o non sei la mia fidanzata?"

Lo guardai male e finsi una risata. "Ah-ah, davvero divertente Albus. E non è colpa mia se siamo rientrate solo oggi, mamma e papà sono dalla Preside. A quanto pare devono discutere di un progetto per la scuola."

Lui annuì. "Sì, lo so, papà è venuto prima di Natale." Disse. "E a proposito di Natale... quando diavolo sei andata nella Sezione Proibita?"

Io arrossii e distolsi lo sguardo. "E' stato tempo fa, Vanessa ed io non ci parlavamo, così... ho trovato quel libro, è interessante. Dovresti leggerlo. Te lo passerò quando avrò finito."

"Ottima idea, e ottima soluzione per cambiare discorso. Comunque, volevo solo avvertirti che tutta la scuola pensa che stiamo insieme. Pare che Paula si sia data da fare a spargere la notizia. Da quando sono tornato tutti non fanno che fermarmi e chiedermi se è vero?"

Io alzai un sopracciglio. "Beh, spero vivamente che tu stia rispondendo di no." Lui mi fissò ovvio. "Lo sapevo già, Gaby e Sol me l'hanno appena detto. Ma non preoccuparti, adesso Paula pensa che Malfoy sia perdutamente innamorato di me."

Al mi guardò e scoppiò a ridere. "Vi ha visto ad un metro di distanza e vi ha visto già sposati?"

"Una cosa del genere." Dissi. "Ma sono sicura che spera che io e te ci lasciamo così posso finalmente mettermi con il vero amore della mia vita."

"Giusto." Fece Al annuendo. Poi fece una smorfia e mi guardò in tralice. "Natale è stato proprio un bel casino, eh?"

Anche io mi intristii subito. "E' di questo che volevi parlare? Mi dispiace di aver combinato un disastro."

Al scrollò le spalle. "Non è stato così male, ho imparato un sacco di cose su mamma e papà, anche se molte cose che ci sono scritte su quel libro ancora rimangono un mistero. Papà non ha voluto parlarne, dice che per lui è molto difficile raccontare e ricordare..."

Mi morsi un labbro. "Pensi che si sia offeso per quello che ho detto?"

"No." Fece Al scotendo la testa. "Penso che gli abbia fatto piacere al dire il vero. L'ha sbloccato per raccontarci cose che non aveva mai osato fino ad ora."

Io feci un piccolo sorriso. "Quindi alla fine ho fatto del bene."

Anche Al sorrise. "Alla fine si può dire di sì."

"Tu come stai invece?"

Al mi guardò come se non avesse capito, poi capì a cosa mi stavo riferendo. Lo vidi portare lo sguardo verso il Dormitorio femminile e fare un debole sorriso, come se stesse cercando di fare una bella facciata solo per me. Scrollò le spalle. "Aspetto un miracolo."

"Già." Sussurrai. "Anche io."

**

"Rose, aspetta!"

Ero appena scesa dal Dormitorio, erano solo le sette del mattino, quando sentii la voce di Vanessa che mi chiamava dalla cima delle scale. Aspettai quiete in Sala Comune, non tanto sicura di aver veramente sentito la voce di Vanessa, data l'ora. Solo quando la vidi scendere in fretta e furia realizzai che mi aveva chiamato davvero.

La fissai strano. "Che ci fai in piedi a quest'ora?"

Lei scrollò le spalle con un sorriso e insieme ci incamminammo verso la Sala Grande per fare colazione.

"Non riuscivo a dormire." Disse. "Ho fatto un incubo e non sono più riuscita a prendere sonno. E Paula russa."

Io ridacchiai appena pensando al ronfare di Paula. Strinsi a me i libri che tenevo in braccio pensando ai compiti che avevo intenzione di fare quella mattina, ma che, con la presenza di Vanessa, non avrei fatto. Vanessa parve accorgersene.

"Scommetto che sono almeno per la prossima settimana."

Io scrollai le spalle. "Volevo solo portarmi un po' avanti per avere del tempo libero. Ma non importa, li farò dopo pranzo."

Vanessa scoppiò a ridere. "Tempo libero? Tu usi il tuo tempo libero per portarti avanti con lo studio. E' il cane che si morde la coda!"

Stavo per ribattere che non era per niente vero, e che usavo il mio tempo libero per leggere, ma sentii un'altra voce che mi chiamava dal fondo del corridoio. E per fortuna questa volta non era Paula.

Al corse verso di noi, raggiungendoci nel giro di qualche secondo. Riprese un po' fiato e poi ci rivolse un sorriso raggiante che non gli vedevo da tanto tempo. "Speravo di trovarti già in piedi, avevo bisogno di un po' di compagnia. Non sai come sono stati tristi quei due giorni senza di te." Poi, come se si fosse accorto di Vanessa solo allora, si voltò verso di lei. "E tu che ci fai in piedi a quest'ora?"

Vanessa aprì la bocca ma poi la richiuse. Aggrottò la fronte. "E' davvero tanto strano che io sia già in piedi?"

Io e Al ci guardammo. "Sì." Rispondemmo in coro.

"Beh, non avevo sonno!" Disse a mo' di scusa. Poi incrociò le braccia al petto e sbuffò, riprendendo a camminare. Io e Al ci guardammo e scoppiammo a ridere, correndole dietro.

"E dai, Vì, non te la prendere." Dissi superandola e camminando all'indietro per guardarla in faccia. "Devi ammettere che è strano, in sei anni di scuola non ti sei mai al... ough!"

Appunto personale: mai camminare all'indietro lungo i corridoi. Mi voltai di scatto, pronta a chiedere scusa, ma feci solo una smorfia irritata quando vidi che era Malfoy. E come poteva non esserlo, Malfoy arrivava sempre alle mie spalle.

"Oh, sei tu." Dissi scocciata.

Malfoy alzò un sopracciglio. "Sai, vorrei poterti dire che non l'ho fatto apposta, Weasley." Disse. "Ma in realtà l'ho proprio fatto di proposito."

Vanessa roteò gli occhi. "Un Malfoy di prima mattina. Avrei fatto meglio a rimanere a letto."

Io lo fissai senza espressione. "E hai qualche particolare motivo per venirmi addosso ed attaccare bottone o lo fai solo per passare il tuo inutile tempo?"

"In realtà è perché mi sento in forma stamattina." Disse annuendo. "E ho proprio voglia di mettere in ridicolo qualcuno. E quale migliore preda se non tu, Weasley."

Al fece un passo avanti e scosse la testa. "Perché non ti levi dai piedi e ci lasci in pace?"

Malfoy alzò lo sguardo su di lui e ghignò. "Non stavo parlando con te, Potter. Ma stamattina credo di averne abbastanza per tutti e tre."

Io mi misi le mani sui fianchi alzando gli occhi al cielo. Era così difficile arrivare in Sala Grande e fare colazione? "Perché non dici quello che devi dire e te ne vai, Malfoy?"

Lui scrollò le spalle. "Che c'è, hai fretta di tornare in Biblioteca nella sezione proibita o forse durante le feste hai trovato qualcosa di più trasgressivo?"

Io mi sentii avvampare e ringraziai il cielo che Vanessa e Al fossero entrambi alle mie spalle. "No, al contrario di te io ho cose più utili ed interessanti da fare. Perché non passi dall'ufficio di Gazza, magari ha bisogno di un compagno di giochi."

Sentii alle mie spalle Al e Vanessa che cercavano di trattenere una risata. Malfoy li guardò duro, sembrava quasi volesse perforarli con i suoi occhi di ghiaccio.

"Cos'hai da ridere, Potter? Sei così dannatamente sfigato che neanche Gazza ti vorrebbe come amico. Sei fortunato che c'è gente," disse tornando a guardare me. "che ha pena di te."

Al incrociò le braccia al petto. "Meglio soli che male accompagnati."

Io alzai di riflesso gli occhi su Malfoy, ricordandomi di una vecchia conversazione che avevo avuto con lui. Lui fece lo stesso con me, mi mandò uno sguardo eloquente continuando a sogghignare ma non disse nulla, come invece mi aspettavo che facesse. Ci sorpassò e di riflesso noi tre ci voltammo a guardarlo mentre se ne andava via lungo il corridoio. Solo a metà si voltò di nuovo.

"Ah, dimenticavo Miller, sono sicuro che il tuo ragazzo non vede l'ora di vederti stamattina."

Vanessa rimase un attimo interdetta e si voltò verso di me. "Che cos'avrà voluto dire?"

Io scrollai le spalle. "Non ne ho idea. Su, andiamo a fare colazione."

Sfortunatamente scoprimmo molto presto che cosa voleva dire Malfoy. Ci basto girare l'angolo infatti. Gill Ryan (o quello che se ne poteva intravedere) se ne stava nel mezzo del corridoio letteralmente avvinghiato a una bionda del terzo anno. Lo dicevo io che quel tipo non mi piaceva affatto!

Sentii Vanessa trattenere il respiro e praticamente si pietrificò al mio fianco. Io non riuscii a trattenermi.

"Ma che diavolo..."

La coppia si staccò all'istante sentendo la mia voce e Gill Ryan ci fissò allucinato. Poi tutto successe talmente in fretta che non ebbi nemmeno il tempo di realizzare. Un secondo prima Gill Ryan ci fissava con la faccia da pesce lesso e un secondo dopo era steso a terra mentre si reggeva la faccia con le mani.

Riuscii a capire cos'era successo solo quando vidi Al qualche passo in avanti che si massaggiava un pugno.

"Al!" Urlai io.

La biondina aiutò Gill a rialzarsi mentre Al gli puntò un dito contro. "Sei solo uno sporco, lurido bastardo! Tu non te la meriti neanche tra un milione di anni una come lei! Sparisci dalla mia vista e sei fortunato che non abbia tirato fuori la bacchetta!"

Senza farselo ripetere due volte Gill Ryan e la biondina se ne andarono a tutta velocità. Io rimasi ancora qualche attimo a guardare Al che ansimava pesantemente. Lo guardai mentre si voltava verso di noi, senza però rivolgermi neanche uno sguardo. Stava fissando Vanessa e la guardava con uno sguardo mortificato, quasi come se fosse tutta colpa sua.

Io mi voltai lentamente verso di lei che era rimasta totalmente immobile. Delle lacrime fugaci le solcavano il viso ed io mi sentii congelare.

"Vanessa..." dissi soffocato.

Sentii solo un singhiozzo prima che scappasse via e percorresse tutto il corridoio indietro, tornando verso la Sala Comune dei Grifondoro. Io rimasi ferma lì, con Al fermo di fronte a me e ci guardammo senza sapere cosa fare.

Al prese un bel respiro. "I-io... non so perché l'ho fatto."

Io mi morsi un labbro. "Oh no, tu lo sai perché l'hai fatto. L'unica che non lo sa è Vanessa."

"Credi che se la sia presa?" disse a disagio. "Insomma, che io abbia picchiato il suo ragazzo?"

"Credo," dissi iniziando con calma. "che non gliene possa importare di meno, al momento, che tu abbia picchiato quel porco schifoso."

"Giusto." Disse Al. "Beh, non vai a consolarla?"

Annuii. "Non ti dispiace, non è vero?"

"Certo che no."

Mi lasciai Al alle spalle e corsi lungo tutto il corridoio fino ad arrivare alla Sala Comune, mormorai in fretta la password e salii in fretta su per le scale del nostro dormitorio. Gaby, Sol e Paula se n'erano già andate. Il baldacchino di Vanessa era chiuso ed io con discrezione spostai appena le tende e mi feci vedere. Vanessa stava, come mi aspettavo, piangendo abbracciata al suo cuscino. Non appena mi vide scosse la testa.

"E poi mi chiedi perché dormo sempre fino a tardi. Lo sapevo che alzarsi presto non era stata una buona idea."

Io sorrisi amaramente e mi sedetti sul letto accanto a lei. "Beh, se può farti stare meglio a me Gill Ryan non è mai piaciuto."

Lei alzò gli occhi completamente umidi al cielo. "Lo dici solo per farmi stare meglio."

"Per niente," dissi io convinta. "Ti assicuro che ho sempre pensato fin dal primo momento che fosse un emerito imbecille."

Vanessa smise per un attimo di singhiozzare e mi fissò perplessa. "E perché non me l'hai detto subito, scusa?"

"E come avrei potuto, era tutto quello che avevi desiderato!" Feci io. "E finché tu eri felice, ero felice anche io."

Lei annuì e continuò a singhiozzare lievemente. "Certo che Al gli ha dato proprio un bel cazzotto. Chissà perché l'ha fatto poi. Credevo che Al fosse un tipo tranquillo e che non si mette in prima linea."

"A dire il vero di solito è così." Al era un tipo tranquillo. "Ma sai cosa, Al ha un gran cuore e non sopporta di vedere qualcuno che soffre. E non sopporta nemmeno le ingiustizie."

Era quasi la verità. Non potevo dirle che l'aveva fatto perché era perdutamente innamorato di lei e non poteva sopportare che qualcuno la facesse soffrire. Al mi avrebbe staccato la testa se lo avessi fatto.

"Già." Fece Vanessa pensandoci su. "Adesso sarò lo zimbello della scuola."

"Non sarai lo zimbello di nessuno." Dissi io porgendole un fazzoletto.

Lei lo prese senza asciugarsi le lacrime, se lo rigirò tra le dita nervosamente. Poi mandò fuori mezza risata. "Pensa che umiliazione sarà adesso scendere in Sala Grande. Paula mi ha vista piangere e ha già tratto le sue conclusioni. E' uscita di corsa, sono sicura che è andato a dirlo a tutti."

Io feci una smorfia. "Senti, la gente non sta molto dietro a quello che dice Paula. E' vero, ne parleranno, ma nel giro di una settimana sarà tutto finito."

"E non posso semplicemente rinchiudermi in dormitorio per una settimana?" Chiese lei tirando su col naso.

"Potresti," dissi io. "Ma la gente penserebbe che sei talmente disperata da non volerti nemmeno alzare dal letto."

Vanessa mi fissò un attimo e scoppiò di nuovo a piangere. "Ma io sono disperata!" frignò.

Io sospirai non sapendo più cos'altro dire. Feci vagare un po' gli occhi sulla stanza prima di riprendere fiato. "Beh, la sai una cosa, se per caso te ne fossi dimenticata io sono uscita con Lysander Scamander." Vanessa alzò di nuovo gli occhi su di me, interessata. "Ed è vero, l'ho fatto perché ero disperata e tutti ne hanno parlato per una settimana, almeno. Ma guardami adesso, sto bene e nessuno parla più di me."

Lei tirò su col naso ma rimase impassibile.

Mi passai una mano sulla tempia. "Gaby e Sol erano qui quando sei rientrata?"

Lei annuì la testa. "Sì." Sembrava essersi un attimo ripresa. Come sospettavo, niente poteva essere peggio di uscire coi gemelli Scamander, neanche un tradimento. "Erano qui con Paula quando sono rientrata. Quando Paula è corsa fuori loro le sono corse dietro cercando di fermarla, ma non credo che ci siano riuscite. Nessuno ferma Paula in questi casi."

"Non sottovalutare le gemelle. Sol potrebbe riuscire a linciarla più velocemente di quanto pensi."

Vanessa annuì e si avvolse nella coperta, come se sentisse freddo. Io mi spostai accanto a lei e rimanemmo per un po' in un religioso silenzio. Sobbalzammo entrambe quando sentimmo la porta aprirsi e tesi l'orecchio cercando di capire chi fosse dal rumore dei passi. Erano le gemelle, entrambe con una faccia mortificata.

"Ehi." Sussurrò Sol. "Vanessa perdona pero no siamo riuscite a fermarla."

Vanessa scosse la testa e si appoggiò contro di me. Io feci lo stesso. "Non vi preoccupate, non è colpa vostra."

Rimasero un po' sulla porta senza sapere cosa fare. Io feci posto sul letto e feci un debole sorriso. Vanessa mi capì al volo e fece cenno di venire avanti.

"Credo che ci entriamo tutte e quattro."

Gaby e Sol ci raggiunsero sul letto e rimanemmo tutte e quattro abbracciate per non so quanto tempo. Chiusi gli occhi, avvolta dal tepore delle mie amiche e pensai che infondo anche se nella vita avessi incontrato difficoltà, anche se le mie amiche avessero incontrato difficoltà, ci saremmo sempre ritrovate su un letto abbracciate come delle bambine.

Continue Reading

You'll Also Like

19.3K 860 30
#COMPLETA Questa FF parlerà dei 23esimi Hunger Games e di una ragazza di nome Sam del distretto 1. Personaggi, fatti e Arena inventati da me.
54.7K 2.6K 41
E se Harry Potter avesse avuto una sorella di cui non era a conoscenza? Il quinto anno a Hogwarts si annuncia carico di sfide difficili. Harry non è...
114K 4.8K 28
Sequel di "Emma Mccall- Ritorno a Beacon Hills" Emma si risveglierà? Sarà ancora lupo mannaro? I nuovi arrivati saranno di suo gradimento o porterann...
33.2K 1.1K 38
Sam e Dean si trovano in Minnesota per risolvere un caso quando improvvisamente incontrano una ragazza misteriosa di nome Catherine. Lei, figlia di u...