Bitter Heart | ✔ (Italian Tra...

By -Happy23-

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Caden Miller. Attraente, cinico e da tutti conosciuto come il cattivo ragazzo della Crestmont High. Chi cerca... More

Non so che titolo mettere ma leggete!
Personaggi
Bitter Heart
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Cinquantaquattro
Cinquantacinque
Cinquantasei
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Uno

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By -Happy23-

Skylar's POV:

Mi sentivo come se mi stessi per rompere.

Era come se stesse per succedere davvero. Potevo quasi sentire il mio cuore disintegrarsi in piccoli pezzi. Milioni di pezzi. Ogni emozione possibile mi travolse, ma solo una riuscì a incombere sulle altre,

Tristezza.

Tutto questo perché era lunedì.

Quel miserabile giorno che accompagnava l'inizio di una nuova settimana di scuola? Ci poteva essere altro per piangere? Con tutta me stessa detestavo in modo assoluto svegliarmi così presto per un tale proposito.

Non che l'ultimo anno alla Crestmont High fosse difficile da sopportare.

Non venivo bullizzata, non dovevo avere a che fare con quelle tipiche spocchiose ragazze, quelle che non hanno idea di cosa stessero facendo con la loro vita, e non avevo nemmeno terribili professori.

Semplicemente non era una cosa che mi piaceva.

Preferivo dormire fino a tardi. Preferivo stare rannicchiata sotto il piumone più di altro. Ad eccezione dei cupcake, ovviamente. Ragione per la quale finalmente mi ero decisa ad uscire dalle coperte.

"Sky, giuro, solo un minuto." Alex mi minacciò al telefono. "Hai esattamente un solo minuto per scendere prima che inizi a mangiare da solo tutti questi cupcake."

Quella era la frase più crudele che avessi mai sentito pronunciare da Alex. E lui doveva essere il mio migliore amico!

Un minuto prima sognavo di dormire per sempre, e quello dopo mi ritrovai costretta a frugare nel mio armadio alla ricerca di un abbigliamento decente.

Infilandomi una felpa, una che sembrava lavata, e un paio di jeans, mi precipitai al piano inferiore e uscii dalla casa senza salutare nessuno. Non che avessi qualcuno da salutare. Entrambi i miei genitori erano avvocati molto impegnati, il che significava che si svegliavano molto presto e che tornavano a casa a volte anche dopo la mezzanotte.

A volte non tornavano proprio, viaggiando per città o paesini senza nemmeno farmelo sapere.

Non mi lamentavo, però. I miei genitori ed io avevamo questa...relazione dove io non richiedevo del loro tempo, e loro non lo chiedevano a me. Si interessavano solo che ottenessi buoni voti per poter entrare nella scuola di medicina. Il che, onestamente, mi dava gli incubi a volte.

"Diventi peggio di un animale quando si tratta di cupcake," Alex commentò appena mi accomodai nel sedile passeggero. "Comunque, perchè ci hai messo così tanto?"

Borbottai una risposta, posando la borsa e il cappotto scuro sulle ginocchia.

Alex odiava i miei orari di sonno. Mi piaceva pensare che fosse solo geloso

del rapporto stretto che avevo con il sonno.

Non gli dissi però che stavo dormendo profondamente finché non mi aveva chiamato. Anche se era una cosa normale, Alex mi guardava male per tutto il giorno se glielo avessi detto ad alta voce. E poi c'erano anche i cupcake in gioco. Alex avrebbe potuto non consegnarmi il sacchetto di carta che aveva tra le mani.

"Chicken* camminava davanti a me," Mentii. "E sono inciampata sulla um ciotola di crocchette e ho sporcato ovunque. Dovevo pulire tutto il disastro." Finii il tutto con una finta risata, dando una pacca al poggiatesta. A quanto pare, facevo cagare a mentire.

E poi, chi è che ride dopo essersi appena svegliato?

"Sai quanto odio il disordine," Aggiunsi. "Soprattutto la mattina così presto."

Sapevo che quella scusa era orrenda e lo sapeva anche Alex. Perché

perché, innanzitutto, Chicken, la mia gatta, non si svegliava finchè non tornavo da scuola. Secondo, non me n'era mai fregato un cazzo del disordine.

Alex, da buon amico qual era, scelse di ignorare le bugie che mi

che mi uscivano dalle labbra. Mi lanciò il sacchetto di carta e io mi ci aggrappai un po' troppo felicemente, sapendo cosa c'era dentro. Delizioso,

bontà al cioccolato.

Avevo dimenticato che i lunedì dovevano essere malvagi e niente, niente avrebbe potuto renderli meno infelici. Questo finchè non aprii sacchetto di carta, solo per poi allargare gli occhi quando trovai stropicciati e pesanti fazzoletti di carta all'interno. Non un solo cupcake. Non uno.

Guardai Alex, impegnato alla guida, con una smorfia di orrore. Sembrava così calmo, come se non mi avesse appena dato un pacchetto pieno di fazzoletti al posto di cupcake.

"Alex, sei un cazzo di mostro." Caddi in avanti, con la fronte contro il cruscotto. Grugnii, poi picchiai la fronte più e più volte. "Non puoi farmi questo. Non ti permetto di farlo!"

Un piccolo ghigno si formò sulle sue labbra mentre guidava.

"Sei cattivo, Alexander! Come hai potuto? Pensavo mi volessi bene!" Mi lamentai ancora un po', colpendo la sua spalla, prima di incrociare le braccia con un cipiglio.

Ridacchiò mentre entrava nel parcheggio della scuola. "Il giorno in cui ti sveglierai presto sarà il giorno in cui ti darò veri cupcake, Sky," Disse, "E inoltre, il panificio era chiuso."

Bloccai l'irritazione lo fissai.

Lo guardai male. "Sei più cattivo di Severus Piton!" Poi, mi accigliai perchè non ricordavo Piton essere così cattivo. "O no, forse."

Forse non avrei dovuto passare tutta la scorse notte a guardare, a riguardare, il Principe Mezzosangue. Chiaramente, vivendo da sola in una così grande mi stava dando alla testa.

Alex schioccò la lingua con disapprovazione prima di fermare la macchina. "Smetti di essere così drammatica. Se non ti avessi corrotto con i cupcake, saresti ancora a letto."

Non aveva del tutto torto. Ma almeno avevo qualcosa che aspettavo con ansia. Avevo dei propositi nella vita. Cupcake al cioccolato suonavano abbastanza bene da smorzare la tristezza del lunedi. Ora avevo il nulla.

"Non è bello giocare con i sentimenti delle persone." Rimarcai.

Alex mi guardò, e forse, solo forse, vidi una piccola traccia di rimorso. "Andiamo, Sky." Ruotò gli occhi. "Fisica sta aspettando, no? Non stare qui troppo a lungo. Ci vediamo dopo."

Proprio mentre apriva la portiera per uscire, si voltò verso di me per lasciarmi un rapido bacio a lato della mia testa.

Sospirai e borbottai sottovoce. Non era giusto.

Guardai Alex raggiungere i suoi amici di football, con diverse ragazze che gli lanciarono occhiate.

Oltre ad essere nella squadra di football, Alex aveva quei ricci biondi con cui faceva sempre strage di ragazze. Davvero, era così semplice. Le ragazze cadevano ai suoi piedi troppo facilmente.

Il suo fascino avrebbe dovuto colpire anche a me, visto che ero la sua migliore amica, capite? Ma no, diavolo no. Le uniche due volte che avevo avuto un appuntamento era stato perché Alex voleva che facessi da terzo incomodo al suo appuntamento. Terribilmente doloroso, ecco com'era stato.

Raramente i ragazzi mi degnavano di una seconda occhiata, per non parlare di innamorarsi di me. Forse perché tenevo più al mio sonno che alla mia vita social, il che, ehi, una ragazza deve pur dormire, no?; o forse era solo perché la maggior parte del tempo mi trovavo mezza sepolta nei libri di testo.

Ma era colpa mia? Studio a parte, intendo. Mamma mi aveva fatto studiare tutte le materie conosciute dall'umanità in tutti i miei anni di liceo.

Come si poteva andare a fare festa quando avevo esami e

quiz a sorpresa che spuntavano dappertutto?

Alex era fortunato in questo senso, non aveva genitori che doveva impressionare tutto il tempo. Inoltre, io avevo Alex. Eravamo migliori amici

fin da quando eravamo bambini. Non avevo bisogno di nessun altro.

Tranne che per quei cupcake, ricordai a me stessa con tristezza.

Raccogliendo le mie cose, uscii dall'auto e sospirai chiudendomi la portiera alle spalle. Niente cupcake più niente sonno equivaleva ad una Skylar davvero arrabbiata.

Gli avrei fatto capire che grosso errore aveva fatto.

Pianificando la miglior vendetta di sempre, mi diressi verso il mio

il mio armadietto. La maggior parte delle ragazze e dei ragazzi spettegolava, come sempre, chiacchierava, rideva e non tanto discretamente adocchiava ogni singolo candidato sexy.

Tipica mattina al liceo.

"Ciao, Hanna". Salutai con un piccolo sorriso mentre mi avvicinavo al mio armadietto.

Di solito non riconoscevo le persone nei corridoi, ma Hanna era più o meno come me; era una ragazza tranquilla e non le interessavano i pettegolezzi. E dato che era la mia compagna di armadietto, non potevo ignorarla.

Hanna ricambiò il sorriso, poi sene andò per andare in classe. Tra noi due, credevo di essere stata soprattutto io a parlare.

Dopo aver faticato ad aprire il mio armadietto, tirai fuori i miei libri di testo e

mentalmente deglutii rendendomi conto che avevo fisica in prima ora e che il professor Frank probabilmente aveva già valutato i nostri compiti.

Questa giornata poteva andare peggio di così?

La campanella suonò, un rumore stridente che ti faceva sanguinare le orecchie e che indicava l'inizio della prima ora e mi distolse dai miei pensieri. La maggior parte delle persone iniziarono a correre verso le rispettive aule. Per quanto mi riguarda, appoggiai la fronte all'armadietto, desiderando di poter sparire e dormire. Desiderando di essere in un posto diverso da qui.

Preferibilmente nel mio letto.

Alla fine, dopo aver riflettuto a lungo, feci un respiro profondo e iniziai a camminare verso la mia classe.

Forse il signor Frank era caduto dalle scale. Non che lo volessi morto. Dio, no. Ma ehi, un po' di raffreddore non era poi così male, no? Forse oggi non ci saranno stati voti in classe. Forse quando entrerò in classe–

Forse ero un po' troppo persa nei miei pensieri, pensieri intensi, se dovevo dirla tutta, per vedere la persona di fronte a me. A quanto pare, nemmeno lui mi aveva visto perché sembrava avere fretta. Proprio perchè lui era di fretta e io stavo sognando a occhi aperti, mi scontrai contro di lui, strillai e caddi all'indietro. Proprio sul sedere.

Subito dopo aver sbattuto accidentalmente contro qualcuno ed essere caduti, ci si aspetta che il ragazzo ti dia una mano e ti aiuti a rialzarti, giusto? Soprattutto se è stato lui il motivo della caduta. Me lo aspettavo anch'io. Ma quando riuscii ad alzare lo sguardo con un piccolo cipiglio, lui non più lì.

Mi guardai alle spalle e sbuffai per il fastidio quando lo vidi allontanarsi verso il cortile, senza nemmeno preoccuparsi di porgere delle

finte scuse nei miei confronti.

Alzandomi lentamente, mi spolverai e sgranai gli occhi quasi incredula.

incredulità.

Non dovetti nemmeno dare un'altra occhiata per capire chi fosse stato.

C'era solo una persona, forse in tutto l'universo, capace di una tale disgrazia.

Caden Miller.

__________________________________________________

*Chicken, ho deciso di lasciare il nome del gatto in lingua essendo come un nome proprio, anche se si potrebbe tradurre perfettamente.

Ciao a tutti, questo è il primo capitolo. Cosa ne pensate? Ho cercato di tradurlo al meglio. Ovviamente non è una traduzione perfetta essendo la prima volta che faccio questa cosa perciò spero si capisca tutto.

Lasciate una ☆ e un commento ⬇️.

Fatemi sapere i vostri pareri!

Xx.

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