Prophecy - Diamond

By AnneGRight

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Terzo libro della Saga di Prophecy: Origine ha usato Psiche come diversivo gettando i mondi nel baratro. Si è... More

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Un altro pezzo di puzzle
Prigionia
Sfaccettature
Naso pizzicato, naso fortunato
Speranze cadute
Nemesi
La violenza che si cela in me
I segreti che tormentano l'anima
L'argento crudele

Non si può sfuggire al richiamo

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By AnneGRight

Milacre scappava. Correva, udendo la voce disperata di Kalì, ma non riusciva a vederla. Non vedeva niente, se non il Buio. Immenso e sconfinato Buio.

Le sue gambe erano prive di forza, le trascinava in quella melma nera che si attorcigliava anche intorno alle braccia. Kalì singhiozzava lontano da lui e non poteva raggiungerla, perché il Buio invadeva i suoi occhi. Glieli bruciava. Solo quando il Buio lo soffocava spingendosi nella bocca, Milacre si svegliava. Affannato e sudato. L'angoscia gli premeva sul petto e lui scoppiava a piangere singhiozzando.

Quella notte fu anche peggio delle altre, forse perché nel mondo terrestre era l'anniversario di quel giorno. Non seppe spiegarselo. Dovette sopprimere il pianto e le urla nel cuscino, per non svegliare il piccolo Meros, che dormiva nella stanza accanto.
Kalì lo guardò distrutta: soffriva anche lei per quella sua condizione, sentendosi impotente per non essere in grado di aiutarlo.

Milacre le prese la mano e se la portò alla bocca, baciandola con tenerezza mentre le lacrime bagnavano le dita di entrambi.

- Mi dispiace - le sussurrò affranto.

La vide increspare le labbra e avvicinarsi a lui. Lo avvolse in un abbraccio colmo di dolore e gli accarezzò i capelli.

- Mil, non ti arrabbiare, ma credo dovresti tornare a Bran. Stare qui ti fa sentire inutile e stai peggio. Meros e io ce la caveremo... -

Lui la interruppe, lasciandole la mano e mettendosi supino. Scosse la testa con forza. No, non voleva più mettere piede al Castello: quel bastardo si divertiva a farlo sentire in colpa per aver tenuto fede alla promessa fatta a Roxen. Ma che altro avrebbe potuto fare in quell'occasione?

Ricordava perfettamente quando Roxen lo aveva chiamato prima di partire per l'Olimpo e gli aveva fatto quella folle richiesta, che alla fine si era rivelata essere l'unica salvezza per tutti.

- Milacre - gli aveva detto guardandolo dritto negli occhi - Io non farò ritorno da questa battaglia, ma tu devi promettermi una cosa. -

Lui era rimasto sorpreso, ma il volto di lei era così determinato che aveva finito col dirle di sì.

- Devi giurarmelo su Kalì! -

E così aveva fatto, l'aveva giurato sulla sua splendida moglie e quando era stato il momento aveva agito. A distanza di un anno, però, non sapeva se era stata la scelta giusta. Roxen, come aveva predetto, non aveva fatto ritorno e anche se la Terra era stata momentaneamente salvata dalla furia di Alexander, Origine l'aveva comunque invasa, approfittando della minoranza dei prescelti.

Milacre si voltò verso la compagna e la pregò di non insistere, se fosse tornato laggiù era sicuro non sarebbe più riuscito a riprendersi. Stare con Kalì e Meros lo aiutava parecchio, anche se la notte non poteva sfuggire agli incubi.
Meros, suo figlio, era un piccolo demone meraviglioso, aveva quasi due anni e mezzo e già acchiappava le lucertole con una certa agilità, senza contare le orecchie da gatto che captavano qualsiasi rumore. Milacre, infatti, era sicuro che da lì a poco il piccolo avrebbe fatto capolino con la sua testolina tonda e piena di capelli verdi e neri. Lui e Kalì erano le sue uniche ragioni di vita. Solo loro potevano salvarlo dal baratro in cui era stato gettato da Origine.
No, se fosse tornato a Bran sarebbe stato catapultato direttamente nell'incubo e non avrebbe resistito: avrebbe confessato la promessa fatta a Roxen e sicuramente Sara avrebbe preteso da lui che invertisse l'incantesimo, ma non era possibile. Era stata Roxen stessa a trovare il sortilegio e si era assicurata che non potesse essere infranto.

Soffocò un urlo di frustrazione mordendosi un braccio, già tremendamente martoriato. Kalì lo fermò gemendo. Dio, quanto la faceva soffrire! Era egoista nel costringerla a quella vita con lui. La scelta più coraggiosa sarebbe stata quella di lasciarla libera, ma Milacre si aggrappava a lei come unico spiraglio di vita.
Un piccolo tonfo vicino alla porta fece capire che Meros si era svegliato ed era venuto a far loro visita.
Milacre lo vide arrivare con la sua andatura goffa e ciondolante, mentre le orecchie a punta sbucavano dal profilo del letto. Il piccolo si accucciò per fare un balzo e atterrare a gattoni tra i genitori. Meros strofinò il viso su quello della madre e poi si accoccolò, poco delicatamente, sul petto di Milacre, a cui sfuggì un'espressione di sorpresa.
Ogni angoscia dell'ex druido sembrò essere cacciata da quel piccolo diavoletto, che si divertiva a fargli il solletico con le sue orecchie pelose. Milacre sentì il cuore colmo di dolcezza e iniziò a ricambiare con la stessa moneta il figlioletto, titillandolo sotto i piedi.

Sentire Meros ridere era una manna dal cielo. Il piccolo portava il nome di due grandi eroi, gli unici veri amici che Milacre avesse mai avuto in tutta la sua vita: Merlino ed Eros e non c'era giorno che non vi pensasse.

- Papà! - esclamò improvvisamente il piccolo, fermandosi.

- Sì? -

Meros annusò l'aria come se avesse odorato qualcosa di particolare, poi storse il naso e se lo tappò.

- Sta arrivando Risse. -

Certe lettere non riusciva ancora a pronunciarle, ma Milacre capì comunque a chi si riferisse. Disse a Kalì di prendere Meros e andare nell'altra stanza.

Quando Riscke arrivava non erano mai buone notizie.

💎💎💎

Riscke aveva sentito quell'aura potentissima a due dimensioni di distanza, eppure l'aveva riconosciuta subito. D'altronde dopo tutti quegli anni passati a combattere con lei o contro di lei, avevano fatto in modo che quando LEI si risvegliava, lui la riconoscesse.
Non sapeva se gioirne o rattristarsene. Per molti sarebbe stata la perdita di ogni speranza, e con molti intendeva Sara. Per lei ritrovare Roxen era diventato un chiodo fisso, alternato alla tortura con il prigioniero.
Peccato che Sara non lo facesse avvicinare alla cella, altrimenti ci avrebbe pensato lui a farlo cantare! Quel dannato aveva solo bisogno di qualcuno che gli ricordasse che c'era chi era più forte di lui.

Quando quel giorno Riscke si era buttato nella voragine creata da Alexander per salvarlo, di lui non c'era più traccia. C'erano solo quel folle Principe delle Tenebre e Milacre che, accanto a lui, recitava non si sapeva quale incantesimo per fermarlo e miracolosamente ci era riuscito.
Riscke aveva solo dato il colpo di grazia a quel pazzo di un Principe, assestandogli un bel pugno sulla nuca e sembrava proprio che quello se ne ricordasse con un certo rancore.
Fortunatamente nessuno aveva fatto caso al suo "piccolo" segreto. In fondo, nel trambusto generale chi se ne sarebbe accorto? Certo, non sapeva ancora per quanto sarebbe riuscito a mantenerlo, visto che Demian era sempre più provato e rischiava di tradirli entrambi.
A tal proposito, Riscke guardò la luna e pensò che aveva sì e no ancora un giorno prima della trasformazione, poi Sara e gli altri avrebbero dovuto cercare il quarto prescelto senza di lui per ventotto giorni.
Ormai, però, non era più tanto sicuro dell'esistenza del quarto prescelto, anzi sembrava essere una chimera.

Riscke aveva setacciato tutte le dimensioni abitabili e non aveva trovato niente, neanche una traccia che potesse condurlo a un possibile prescelto. Le uniche ipotesi rimaste erano solo due: Origine era arrivato prima di loro, oppure il prescelto non era ancora nato.
Entrambe le supposizioni erano piuttosto scoraggianti e lui iniziava a essere stanco di viaggiare di dimensione in dimensione senza che Sara riconoscesse i suoi sforzi.
Quella cocciuta di una vampira ancora si ostinava a non volergli credere: era sfibrante considerando tutto l'impegno che ci metteva per farle capire che era dalla loro parte. Senza contare che quel damerino palliduccio di Samuel stava di nuovo tentando di approcciarsi a lei.
Bah, aveva bisogno di bere del buon vino perché stava diventando lagnoso come un semplice sovraumano e lui, invece, era un demone di alta categoria.
La dimensione più vicina era quella di Hayek, ovvero quella di Milacre e sicuramente il poveraccio era sveglio a causa della sua insonnia. Poteva passare da lui, prima di andare a Bran.

E poi aveva quei dannati tizi alle calcagna che volevano strappargli i tatuaggi e non aveva per niente voglia di essere scuoiato.
Origine aveva messo una taglia su Riscke e quei babbei che lo veneravano eseguivano gli ordini a testa bassa, senza capire che sarebbero andati incontro a morte certa.

In quel momento, un gruppo di demoni lo stava inseguendo e uno di loro provò a lanciargli addosso una lancia, ma la pelle di Riscke era così dura che la spezzò senza farsi neanche un graffio.
Riscke era nella dimensione demoniaca dei surfisti, come li chiamava sarcasticamente lui. I demoni di quella dimensione cavalcavano il cemento come fosse un'onda ed erano molto veloci, ma piuttosto stupidi.
Un'altra lancia, che questa volta lo colpì fastidiosamente alla testa, lo costrinse a fermarsi. Sospirò, voltandosi verso gli aggressori e questi sbatterono contro di lui in un effetto domino, cadendo all'indietro come piccoli tasselli.

- Punto primo, le vostre lance sono a malapena delle piume su di me. Punto secondo o mi date del buon vino demoniaco o non lascerò nemmeno i corpi su cui le vostre femmine potranno piangere. -

Il capo dei surfisti richiamò a sé gli altri per preparare un attacco, saranno stati una cinquantina in tutto e Riscke stava iniziando a innervosirsi. Gli stavano facendo perdere tempo. Lui voleva solo bere per rilassarsi un po', prima di dover portare a Sara la cattiva notizia e quelli cosa facevano? Lo accerchiavano per provare un attacco combinato?!
- Diavolo, che inetti! - Sbuffò, alzando gli occhi al cielo.

I tatuaggi tribali di Riscke si illuminarono e il portale per Hayek si aprì. Stava per saltarvi dentro quando un fulmine viola lo colpì nel fianco, ferendolo.
Riscke si guardò attorno sgomento, mentre con una mano premeva sulla ferita. Chi diamine era stato? La folla di surfisti stava ormai gettandosi su di lui, quando fece in tempo a catapultarsi nel portale e atterrare nella camera da letto di Milacre.

Dolorante rotolò a terra. Sentiva la testa leggera e vedeva gli oggetti offuscati. Erano secoli che non veniva ferito da qualcuno. Milacre gli fu accanto e con enorme sforzo lo aiutò ad alzarsi. Sembrava avere la faccia dubbiosa, probabilmente come la sua in quel momento.
La ferita era un bello squarcio che gli attraversava il ventre da parte a parte. I lembi di carne toccati avevano i bordi viola, proprio come il fulmine che li aveva colpiti.
Riscke si sentì stranamente debole. Milacre lo aveva fatto sedere sul letto e aveva chiamato Kalì ad assisterlo.

- Credevo che non potessi essere ferito - gli disse l'ex druido.

- Lo credevo anche io.

Quel fulmine viola era apparso all'improvviso, non erano stati i surfisti a lanciarlo e nemmeno il loro capo. Chi diamine aveva assoldato Origine questa volta?

- Ehi, Mil... dammi un po' di vino. Ho brutte notizie da portare a Bran e magari mi anestetizza un po'.

- Risse sempre butte notisie. - Meros aveva seguito Kalì e si era accucciato sul tappeto ai piedi del letto.

Riscke gli scoccò un'occhiataccia e poi la rivolse anche a Milacre, indicandolo.
- Si vede che è tuo figlio, stessa simpatia. -

Kalì scoppiò a ridere mentre gli bendava la ferita.

- Devi ammettere che ha ragione, Ris. Ogni volta che passi di qua porti sempre pessime notizie. Cos'è successo questa volta? Origine ha aperto un portale tra Inferis 01 e la Terra? -

Riscke si tirò su, appoggiandosi alla spalliera e permettendo a Kalì di muoversi meglio nel fasciarlo.
Come avrebbe fatto a infrangere anche le speranze della donna demone? Anche lei si era affezionata parecchio a Roxen. Tutti in un qualche modo si erano affezionati a lei, anche lui, che l'aveva vista nascere.
Ioan e Mildred sarebbero stati fieri della piccola Roxen e, forse, in quel momento erano tutti e tre insieme, come una vera famiglia. Alla fine quel bastardo di Origine aveva sterminato tutta la famiglia Balarescu*, senza lasciarne neanche uno. Ma Riscke li avrebbe vendicati, tutti.

- Si è svegliata la nuova Sterminatrice. - Disse tutto d'un fiato senza più rimuginarci e calò il silenzio.

Vide Milacre sbiancare e Kalì fermarsi, solo Meros continuava a muovere il suo musetto da una parte all'altra, incuriosito.

- Sei sicuro? - Gli domandò Milacre con voce strozzata.

- Sì.

Milacre gli si avvicinò con occhi iniettati di sangue - No, dico, sei sicuro che non sia Roxen? - lo sentì scandire ogni singola parola.

Riscke avrebbe dovuto immaginare quella reazione, e se era Milacre a fare quella faccia, chissà come l'avrebbe presa Sara.

- Sì, sono sicuro che non sia lei. Questa è molto più potente.

Milacre si aggrappò al comodino accanto a lui e Kalì corse a stringergli il braccio. Sembrava stessero per mettersi a piangere entrambi e invece, con fare risoluto si guardarono negli occhi e annuirono.

- Torniamo a Bran. - Dichiarò l'ex druido e Kalì corse subito a dare disposizioni ai loro servitori.

Invece di abbatterli, quella notizia, li aveva come ridestati. Si agitavano frenetici per il palazzo, prendendo decisioni e impartendo ordini e in poco meno di mezz'ora erano già pronti per partire. Perfino Meros si era dato da fare vedendo i suoi genitori così attivi.

Riscke, però aveva ancora bisogno di una cosa altamente importante per lui, soprattutto perché il dolore della ferita non diminuiva e doveva comunque condividere quella notizia con Sara.

- Prima posso avere il mio vino?

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Balarescu*= è il cognome di Roxen, che viene citato nel primo capitolo di Prophecy - Ruby, nella terza revisione, per cui non leggibile su wattpad.

Angolo Autrice

Eccomi! Ogni tanto ritorno!

Come state?

Che ne pensate di questo capitolo? Forse rimetterò mano alla parte finale perchè mi sembra un po' sbrigativa e il cambio di idea di Milacre è un po' contraddittorio, ma ha i suoi motivi e come accade sempre occorre prendere le distanza per rileggere con oggettività.

Riscke è molto preoccupato per Sara. E Milacre, poveretto, se l'è vista davvero brutta. Vediamo se questa nuova Sterminatrice risveglierà un po' gli animi dormienti anche di qualcun altro!

A presto

Anna

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