Quando mi sveglio è ormai notte fonda e, guardandomi intorno, capisco di essere in ospedale.
Oltre al fatto di avere un tubicino di plastica che passa sotto il mio naso e sopra le orecchie.
-Cosa è successo?- mormoro, sentendomi intontita.
-Hey hey- Keagan mi mette una mano sulla spalla per farmi stare coricata. -Non puoi alzarti sei ancora sotto anestesia-
-Stai bene, piccola mia?- arriva mia mamma al bordo del lettino e afferra la mia mano.
-Cosa è successo?- ripeto, guardando verso la mia pancia che mi pare leggermente sgonfiata. -Come sta la bambina?-
-Cazzo- impreca Keagan arrabbiato, dandomi la schiena e sfregandosi gli occhi con le dita.
Sta per caso cercando di non piangere?
-Tesoro- mia mama stringe più forte la mia mano, visibilmente in apprensione. -Hanno dovuto operarti. Hai avuto un aborto spontaneo-
-Cosa?!- esclamo raddrizzando la schiena a quelle parole. -Cosa significa?-
-La bambina non era abbastanza forte, amore. E ha deciso di lasciarsi andare. È una cosa che accade a molte donne purtroppo.-
-No no no- scuoto la testa, sull'orlo di una crisi di panico e di pianto. -La mia bambina-
Mia mamma mi accarezza i capelli con le lacrime agli occhi. -Lo so è una cosa orribile-
-No mamma, no!- urlo come a non voler credere alle sue parole. Cerco di autoconvincermi invano che sia tutto un brutto incubo e che quando mi risveglierò sarà tutto come prima.
Sì. Aprirò gli occhi e lei sarà dinuovo nella mia pancia a darmi calci su calci, con il suo nuovo nome che avevo scelto.
Il mio petto è scosso dal pianto che cerco di soffocare, ma non riesco, perché la realtà è troppo pesante da sopportare.
-Vado a chiamare l'infermiera-
Detto questo esce dalla stanza, e Keagan riprende il suo posto.
-Tranquilla. Respira. Sono qui. Guardami.-
Faccio come dice.
-Fai dei respiri lunghi, così-
-No non ci riesco sto troppo male Keagan-
Scoppio nuovamente a piangere e nel giro di qualche secondo mi ritrovo intrappolata tra le sue braccia che cercano di confortarmi.
-Lo so. Sono qui per te.-
Mi aggrappo con tutte le forze alla sua maglietta che tiro verso di me, e mi lascio scappare un urlo di dolore.
Dolore per aver perso quella che credevo sarebbe stata per sempre mia figlia.
-Non piangere- sussurra, cullandomi per farmi tranquillizzare. -Siamo forti io e te. Possiamo affrontare tutto insieme. Anzi lo vuoi sapere un segreto?-
Tiro su col naso. -Quale?-
-Tu sei la persona più forte che conosca. Io sono forte solo grazie a te.-
-OK tesoro lascia che ti controlli un secondo- si rivolge a me l'infermiera che fa capolino improvvisamente nella stanza, facendo spostare Keagan.
-Ti aspetto fuori più forte che mai- sussurra un'ultima volta al mio orecchio, per poi uscire dalla porta.
*******
Passano i giorni in cui decido di restare chiusa in camera mia, a vegetare.
Tocco a malapena cibo, e cerco di evitare di parlare con chiunque.
Non so da quanto tempo non apro le tapparelle per far trasparire la luce del sole estivo, ma non mi importa.
Sto saltando persino gli appuntamenti con la psicologa che si è sentita addirittura in dovere di visitarmi a domicilio.
Ma niente riesce a farmi sentire meglio.
Niente tranne Keagan.
-Posso entrare?- spunta dalla porta con la testa.
Io annuisco senza forza vitale, e lui si siede al bordo del letto mostrandomi un cestino pieno di oggetti e cibo che mi ha portato.
-È più una giornata da film d'amore e gelato?- tira fuori un dvd e un contenitore di cartone al cioccolato. -O da film Horror e pop corn?-
Lo guardo inerme, senza l'energia di rispondergli. Anche se vorrei.
Si sta prendendo cura di me da giorni senza mai lamentarsi, eppure non deve essere facile vedermi costantemente in questo stato.
-Se scegli quello horror avrai anche coccole extra-
Sorrido. -Solo perchè non vuoi vedere film sdolcinati-
-Allora aggiudicato il film horror-
Con un balzo si posiziona di fianco a me e accende la TV.
Col passare del tempo e dei giorni riesco pian piano a riprendermi.
O almeno, a vivere come una persona normale che respira, cammina, e mangia.
Certo la tristezza che ho dentro mi perseguita costantemente, ma pian piano riesco a nasconderla meglio.
Passata una settimana riesco perfino a ridere dinuovo alle battute.
-Sei bellissima quando sorridi- Keagan mi dà un buffetto sul mento che mi fa arrossire. -Sei bellissima sempre in realtà-
A quelle parole decido di baciarlo, dopo tanto tempo in cui non avevo avuto letteralmente le forze di farlo.
Lui ricambia il bacio, lasciandosi trasportare.
-Ho ancora il campionato estivo di football per cui per contratto devo giocare. Ma poi ti giuro che ritorno da te e non ti lascio più sola.-
Sospiro. -Keagan. Lo sai, ne abbiamo già parlato. È il tuo sogno, devi... -
-No, il mio sogno sei tu, lo vuoi capire?-
Scuoto la testa. -Non la penserai così quando tra trent'anni mi rinfaccerai di essere stato con me invece di avere avuto un brillante futuro da quarterback.-
-Non accadrà mai, OK?-
-Non lo puoi sapere-
-Invece si, e... -
La nostra discussione viene interrotta dalla suoneria del cellulare di Keagan.
Lui lo prende in mano, legge il nome e butta giù.
-Non rispondi?-
-Non era nessuno-
Chissà perché ho proprio la sensazione di sapere di chi si tratti invece.
-Quindi non era nessuno quella ragazza che si trovava a casa tua nel cuore della notte mentre ti facevi la doccia?-
-Aspetta, cosa? Hai parlato con lei?-
-Oh, allora è qualcuno!-
-No, intendevo dire... Cazzo-
-Fanculo. Te ne eri andato da due settimane e già te la spassavi con quella là-
-Ascolta, ti posso spiegare, non è come pensi-
-E io che credevo fossi cambiato. Che ingenua. Ero proprio convinta di essere l'unica d'ora in poi-
-Sei l'unica, cazzo!- sbraita, alzando la voce.
-Chiaramente no!- la alzo anche io.
-Lei non significa niente! Tu significhi tutto invece!-
-Vaffanculo!-
-No, fanculo tu! Tornatene a letto, almeno prima non eri così stronza. Ci penserò due volte la prossima volta, prima di farti sentire meglio-
Mi sento subito in colpa. In effetti si è fatto in quattro solo per strapparmi un sorriso e io lo sto trattando di merda, senza alcuna effettiva prova.
-Scusa- mormoro tra me e me.
Keagan rialscia un sospiro di sollievo. -Ma va, so che è un brutto periodo.-
Si avvicina a me e mi abbraccia.
Annusico con la testa appoggiata al suo petto.
-Ascolta, perché non ci godiamo questi ultimi giorni prima che io parta senza pensieri?-
Annusico dinuovo. -Va bene-
-Bene-
*******
La settimana successiva, strano a dirsi, credo sia stata la più bella della mia vita.
Abbiamo comprato una tenda da campeggio e siamo andati a vivere in un bosco.
Secondo Keagan questo sarebbe stato il rimedio migliore per distrarmi: stare a contatto con la natura.
E così è stato. Anzi, è stato un vero e proprio paradiso.
Ci alzavamo tardissimo; andavamo ad arrampicarci sugli alberi per raccogliere dei frutti con cui far colazione e spesso li mangiavamo in cima ai rami più robusti, dalla cui altezza si poteva godere di un bellissimo panorama.
Poi andavamo a tuffarci nel lago, a volte vestiti, a volte non; spesso cercavamo di prendere dei pesci per cena già che eravamo lì; accendevamo il fuoco e cucinavamo il tutto.
Dopo mangiato, alzavamo la musica a tutto volume e ballavamo finché ne avevamo le forze.
Quando arrivava la sera restavamo a guardare le stelle.
Le abbiamo soprannominate tutte, e a una di loro ho dato il nome che avrei voluto dare a mia figlia, ma non ho detto a Keagan quale.
A volte mi capitava di piangere, e lui era sempre pronto a consolarmi.
Ogni notte facevamo l'amore.
Restavamo svegli a parlare e ad aspettare l'alba.
Infine ci addormentavamo l'una nelle braccia dell'altro.
Non credo di essere mai stata così innamorata di lui.
Per questo avrei voluto restare lì per sempre.
Ma forse è vero che le cose belle durano poco...
*******
-Non immagino quanto ci abbiate dato dentro là nel bosco tutti soli- Faith ci fa l'occhiolino, mentre sfoglia le foto che abbiamo fatto durante la nostra piccola fuga d'amore.
Scoppio a ridere e lo stesso Keagan, che mi lancia uno sguardo d'intesa.
-Le vado a far vedere alla mamma- annuncia la mia amica, lasciandoci in soggiorno da soli.
Keagan mi prende la faccia tra le mani e unisce la sua fronte alla mia.
-Merda, odio che questo sia il nostro ultimo giorno, prima che parta domani mattina-
-Lo so- lo guardo negli occhi. -Grazie per tutto quello che hai fatto.-
Il suo telefono squilla, e lui riaggancia dinuovo.
L'unico neo di tutta la vacanza erano queste continue chiamate senza risposta.
-Forse è importante se insiste così, chiunque sia-
-Ascolta ti ho ripetuto un centinaio di volte che non è nessuna ragazza di cui tu ti debba preoccupare, va bene?-
-Mi fido- lo rassicuro. -Solo, non darmi motivo di pentirmene, intesi?-
-Si capo- accenna un saluto militare che mi fa ridere.
Facciamo tutti colazione a casa di Faith, proprio come una volta.
Ma nel pomeriggio, ecco che succede l'inaspettato.
-Keagan Cooper apri la porta!- urla una voce femminile fuori casa.
Resto in allerta e seguo i suoi passi.
Apre la porta, e nell'ingresso spunta la figura di una ragazza un po' più grande di lui, vestita elegante.
-Santo dio, eccoti! Si può sapere dove ti eri cacciato?-
-Nora che ci fai qui?- chiede Keagan come se avesse appena visto un fantasma.
Poi passa lo sguardo su di me preoccupato.
-Hai la partita domani e sei sparito dalla circolazione. Non rispondevi alle mie chiamate e mi sono preoccupata. Ecco perché ho deciso di controllare di persona, tesorino.-
Tesorino?!
Gli stampa un bacio sulle labbra, al quale lui non reagisce.
-Si può sapere chi sei?!-
La donna mi lancia uno sguardo dall'alto verso il basso. -Sono la sua manager ragazzina; forza andiamo.- si rivolge a Keagan, afferrandolo da un braccio. -Se facciamo in fretta potremmo avere un po' di tempo per noi due come al solito... -
Vorrei strapparle via quella voce da gatta morta e... Ehi, aspetta.
Quella voce.
Quella maledetta voce!
È lei la ragazza della doccia!
Quando lo realizzo il mondo perfetto che stavo cercando di costruire si frantuma in mille pezzi.
-Sei uno stronzo!- urlo, spintonandolo. -E io che ti ho creduto come una stupida!-
-Alyssa aspetta... -
Corro via, lontano da lui. Non voglio più sentire altre bugie provenire da quella bocca.
KK
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